La mia storia parte dall’infelicità di un ragazzo ventunenne in rovina perché, finito il liceo classico, il Terenzio Mamiani di Pesaro dove eccelleva, nel periodo successivo durato un paio di anni sciaguratissimi andava perdendo il suo ruolo di alumnus optimus e di ciclista egregio mentre imputridiva nell’autocommiserazione, nell’ozio, nella disperazione, nell’ingrassamento che lo deformava sia nel corpo sia nella mente.
Contribuivano a tale sfacelo i maltrattamenti di quanti avevano sofferto il suo essere egregio e primeggiare sempre, tanto a scuola quanto in bicicletta. Maltrattare in greco si dice ajeikivzein, cioè rendere una persona ajeikhv~, non somigliante. Dissimile da chi? Da se stesso. Significa fargli smarrire o addirittura perdere la sua identità non più accettandola né riconoscendola come degna di un uomo. Allora dobbiamo fare conoscenze nuove, e giungere a trovare ridicoli e disumani quanti ci hanno disprezzato. Arrivare a spernere se sperni [1].
Bologna 4 ottobre 2023 ore 17, 15 giovanni ghiselli
p. s.
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