domenica 8 ottobre 2023

J. Joyce. Ulisse. I sezione. III. Proteo. La spiaggia. I

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Proteo  nel IV canto dell’Odissea
è il vecchio marino verace "gevrwn a{lio" nhmerthv""(v. 349) una divinità marina profetica e pure elusivo di cui racconta Menelao a Telemaco, ospite suo e di Elena a Sparta. Proteo è una figura assolutamente rivelatrice, del resto difficile da essere afferrata e consultata.  l’Atride giunto e bloccato, inceppato dagli dèi nell’isola di Faro viene a sapere da Eidotea, figlia di Proteo, come farsi rivelare lo scampo e il  futuro dal padre. Menelao dovrà tendergli  insidie.
La ninfa Eidotea racconta che il padre esce dal mare a mezzo il giorno nascosto nel brivido bruno- melaivnh/ friki; kalufqeiv~ 402- di Zefiro. Quindi va a dormire in una delle cave spelonche in mezzo alle foche dai piedi natanti. L’Atride con i suoi compagni più forti dovrà sorprendere il vecchio nel sonno e bloccarlo. Proteo prenderà varie forme ma non si dovrà mai allentare la presa.
Quando il vecchio marino riprenderà il proprio aspetto, sarà lui stesso a fare domande e Menelao potrà chiedergli chi tra gli dei lo perseguita e come gli sarà possibile ripartire.
 
L’Atride segue le istruzioni  con difficoltà per il puzzo micidiale delle foche- fwkavwn ojlowvtato~ ojdmhv -(442). La buona ninfa  lo aiutò ancora istillando ambrosia soavemente odorosa sotto le nari a ciascuno dei Greci. Quindi questi si stesero in mezzo alle grasse foche. A mezzo giorno il vecchio arrivò e contò le foche e i Greci per primi  stesi tra quei mostri marini ejn khvtesin- 452. Poi si stese anche lui.
Come venne afferrato, il vecchio divenne chiomato, leone, serpente, pantera e immane cinghiale, quindi acqua e albero d’alto fogliame, ma gli assalitori lo tenevano stretto con animo costante.
Finalmente il vecchio risponde a Menelao dicendogli deve tornare in Egitto e fare sacrifici agli dèi- sacre ecatombe- iJera;~ eJkatovmnba~-478.
Che cosa significa questo? può significare che la ricezione dei segni richiede grande attenzione e impegno e fatica, che siano essi divini o naturali. Bisogna vedrli, notarli e pensarli per interpretarli.
Ricordate: “It signs well, does it not?-
. (Shakespeare, Antonio e Cleopatra IV, 3. E’ un buon segno, non ti pare?)
La generazione malvagia e adultera condannata da Cristo non vede i segni dei tempi (N. T., Matteo. 16, 4)
 
Veniamo dunque a Joyce. Questo episodio risente del quarto canto dell’Odissea già fin dal titolo
C’è un lungo monologo interiore di Stephen, una sua meditazione solitaria.
Ne riferisco alcune espressioni: “sono qui per leggere le segnature di tutte le cose” p. 51 signatures of all things I am here to read. Stephen è Dedalus, l’artista giovane  che vuole sfuggire alla mortificazione di quanto è significativo per scoprirlo sotto la spazzatura della volgarità e dare un senso alla propria vita.
Cosa vede?: “Verdemoccio, azzurrargento, ruggine, segni colorati- coloured signs”. Varietà dei segni, del mondo, della vita contro l’apppiattimento e la monetizzazione di gente come il suo preside.
 
“Diafano adiafano”. I logoi devono essere dissoiv e messi a confronto. Ogni evento può essere interpretato in modi diversi. Oggi i media sono inascoltabili per la loro monofonia. Spesso errata oltretutto o incomprensibile. Sono in corso due guerre. La causa più vera di ciascuna di esse è la meno rivelata. L’interpretazione è sempre quella che conviene a chi la fa
 
Stephen chiuse gli occhi per sentire schiacciare scricchiolanti pezzi di spazzatura e conchiglie. Segni per le orecchie, segni sonori.
 
“Un brevissimo spazio di tempo attraverso brevissimi tempi di spazio”.
Sì siamo come le foglie e la brevità della nostra vita dovrebbe indurci a non seguire alcuna tra le mode che sono ancora più brevi.
Stephe si fa una domanda da artista da giovane dubitoso di tutto, in cerca di identità: “Mi avvio all’eternità lungo la spiaggia di Sandymount?  Crush, crack, crik, crik (p. 51) Am i walking into eternity along sandymount strand? Crush, crack, crik, crik (p. 34)
Seguono ricordi: due donne. Una aveva nella borsa “un aborto con un cordone ombelicale strasciconi , soffocato in ovatta rossastra”  (p52) - a misbirth- p. 35-
L’aborto come segno di desolazione.
Cfr. The Waste Land  di T. S. Eliot: “It’s them pills I took to bring it off , she said (v. 159)
Quindi una reazione  ironica eppure carica di cultura. “ Volete  essere come dei? Contemplatevi l’onfalo” (p. 52) Will you bea s gods? Gaze in your omphalos.  L’assimilazione  agli dei è raccomandata da Platone nel Teeteto, l’ojmfalov~ è l’ombelico del mondo dove si andava a consultare Apollo attraverso la sua profetessa Pizia.
Cfr. i vv.897-902 del secondo stasimo dell’Edipo re di Sofocle:"Non andrò più all'intangibile/ ombelico della terra- ga`~ ejp  j ojmfalovn- a pregare,/ né al tempio di Abae,/ né a Olimpia, /se queste parole indicate a dito/ non andranno bene a tutti i mortali".

Bologna 8 ottobre 2023 ore 18, 45 
giovanni ghiselli


p. s.
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