Le guerre continuano perché “convengono” ai produttori e ai mercanti di armi come insegna Aristofane nella commedia Pace.
Ma è necessaria una propaganda perché i giovani vadano a morire, e i civili che vengono sempre coinvolti nelle atrocità compiute con le armi non dicano “satis, satis, basta!” in tutto il mondo e con una sola voce.
Il nocciolo della propaganda è che tra i combattenti che ammazzano e vengono ammazzati, gli uni sono buoni e difendono la libertà, la democrazia, il benessere.
Gli altri sono i cattivi che offendono e negano il bene comune.
Non si cercano mai le cause. Quando gli ammazzamenti sono reciproci, lo sono stati anche i torti e le offese. I civili che si trovano in mezzo, donne, bambini, uomini vecchi non c’entrano per niente e vengono massacrati.
Allora si dovrebbe risalire alle cause più vere, all’origine di questo male. Invece si mandano armi a quelli buoni e giusti che secondo alcuni propugnatori e propagandisti delle guerre stanno tutti da una parte, secondo altri bellicisti sono tutti nello schieramento opposto.
Queste poche parole di condanna della guerra andranno bene a quanti la patiscono, non verranno capite da quanti la fanno, e verranno esecrate da quanti traggono lucri, potere e vantaggi vari dai massacri bellici, di fatto orribili.
Aggiungo che la colpa delle contese è sempre attribuita al meno forte dei contendenti e questo si nota anche nei casi personali: il mascalzone che mi ha investito venerdì scorso a San Lazzaro, colpendomi da dietro, lui in macchina, io in bicicletta, causandomi fratture, piccole grazie a Dio e al mio allenamento, ed ematomi in varie parti del corpo, quando è sceso dall’automobile, mentre ero ancora steso sulla strada bagnata dal sangue mio, ha gridato. “Lei mi ha investito”. E quando gli ho chiesto di indicarmi una farmacia per essere disinfettato mi ha detto di aspettare perché voleva sapere quanto gli dovevo per i graffi sulla macchina, poi si è messo a consultare il cellulare che probabilmente osservava anche poco prima quando mi è venuto addosso, quindi se ne è andato lasciandomi sulla strada dove ancora colava il mio sangue.
Mi ha curato una buona samaritana che lavora all’ARCI di San Lazzaro dove sono riuscito ad arrivare con grande pena fisica e ancora di più morale. Una barista ha visto l’ecce homo che ero ed è accorsa a confortarmi, ripulirmi dal sangue, disinfettarmi. Poi sono stato rifocillato con gentilezza e premura.
Conclusione: la violenza è nell’aria, è diffusa, è di moda. Siano benedetti i pochi che non seguono tale andazzo.
Bologna 8 ottobre 2023 ore 10, 06 giovanni ghiselli
“sono studente e povero” ma davvero, non come il duca seduttore di Gilda.
L’arte, la bellezza, l’amore e lo sport sono antitesi alla guerra. Per sopravvivere in mezzo a tanta miseria umana studio e scrivo e vado in bicicletta anche contro le limitazioni pedalatorie che mi ha suggerito con garbo una dottoressa brava, carina, educata, gentile, un’ortopedica del Sant’Orsola che saluto con gratitudine. Non proprio tutto va a rovescio non c’è ancora l’acta retro cuncta denunciato da Seneca nell’Oedipus (v. 367)
p. s
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