NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

Ciclo di incontri alla biblioteca «Ginzburg». Protagonisti della storia antica

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lunedì 18 settembre 2023

Apuleio, L’asino d’oro. V libro


Psiche viene portata in una reggia incantata, un poco artificiale a dire il vero, e pure una caverna platonica. L’oro la faceva splendere anche se mancava il sole. Psiche sente una vox corporis sui nuda che le dà indicazioni.

 

Come Edipo a Colono fwnh`/ ga;r oJrw` (v. 138), alla voce vedo.

 

Pascoli in Psiche dei Poemi Conviviali (del 1907) : “ e  nella casa di ben fatta argilla,/dove sei schiava delle voci ignude/sempre l’aspetti, che ritorni e dorma con te”.

 

Amore andava da Psiche di notte e le chiede di non cercare di vederlo sacrilega curiositate. 

 

Nietzsche trova in Lohengrin che impone a Elsa di non chiedergli l’identità una solenne messa al bando di ogni indagine e di ogni domanda. Egli rappresenta il concetto cristiano tu devi credere e non puoi farne a meno (Il caso Wagner, 1888).

 

Le sorelle vanno a trovarla e provano invidia.

 

L’invidia è uno dei motori dell’agire umano, Secondo Plutarco è stata l’invidia a creare l’ostracismo (Vita di Alcibiade, 13).

L’invidia è l’anima dell’alleanza dei mediocri contro l’individuo eccellente (Schopenhauer, Parerga e Paralipomena).

 L’invidia di Tigellino rovinò Petronio unde invidia Tigellini quasi adversus aemulum et scientiā voluptatum potiorem (Annales, XVI, 18). Platone afferma che fqovno~ e[xw qeivou corou` i{statai (Fedro, 247), l’invidia rimane fuori dal coro divino, ma in questo romanzo anche Venere prova invidia.

 

 Le sorelle sono scontente dei loro mariti e tramano.

 

Psiche, come Giuseppe con i suoi fratelli, suscita l’odio delle sorelle e come Giuseppe deve fare esperienze dolorose. Giuseppe deve scendere nel pozzo per superare la sua baldanza giovanile. Poi deve finire in carcere, falsamente accusato dalla moglie di Putifarre.

 

Psiche resta incinta. Amore ammonisce la ragazza di non dare retta alle sorelle che sono come Sirene protese da uno scoglio. Le sorelle però continuano a metterla e a infuocarla verborum incendio con parole incendiarie.

Psiche rimasta sola, fluctuat ondeggia.

 Altra metafora marina: cfr. nell’ Edipo re 23 saleuvei di Tebe.

La moglie spia Cupido e lo vede bello e mite.

 

Rivalutazione di amore. Agatone nel Simposio di Platone  dice che Amore è ajpalov~, delicato, giovane bello, recente e che se ci fosse stato lui nei tempi antichi non ci sarebbero state ejktomaiv, castrazioni e desmoi; ajllhvlwn, incatenamenti reciproci (196).

Shakespeare in Pene d’amore perduto, dice che il sentimento d’amore è più lieve e sensibile delle tenere antenne di chiocciole increspate (IV, 3).

 

Psiche contempla Cupido, ma dalla lucerna che la sposa tiene in mano schizza una goccia d’olio ardente sull’omero destro di Amore. Il dio che brucia gli innamorati con il suo fuoco viene dunque bruciato dal fuoco di una lucerna.

 

 Manzoni ricorda questa scena quando “l’oste contempla Renzo alzandogli il lume sul viso in quell’atto a un dipresso che vien dipinta Psiche quando sta a spiare furtivamente le forme del consorte sconosciuto”. E gli fa: “Pezzo d’asino, sei andato proprio a cercartela! Tangheri, che volete girare il mondo, senza saper da che parte si levi il sole; per imbrogliar voi e il prossimo” (XV).

 

Cupido la saluta molto rattristato: lui è il sagittarius che innamorandosi ha colpito se stesso ipse me telo meo percussi (5, 24). Quindi la punisce con la fuga. Arriva Pan Hircuosus deus, il dio caprigno che la consola con miti parole.  La mitezza di questo dio caprigno è anomala.

 

In Teocrito è pikrov~ (I, 17) ; in Longo Sofista ojrgivzetai kovrh/, è irato con la fanciulla Eco e la fa sbranare dai cani (Dafni e Cloe III, 23).

 

Psiche  punisce le sorelle attirandole in una trappola e facendole morire. Ha perso la sua santa semplicità. Poi va a cercare Amore e intanto avis peralba illa gavia, va a parlare a Venere.

 

Il gabbiano dice che nell’assenza delle due divinità dell’amore, il mondo sta precipitando nell’età del ferro: non voluptas, non gratia, non lepos, sed incompta et agrestia et horrida cuncta; non nuptiae coniugales, non amicitiae sociales, non liberum caritates, sed enormis eluvies, una colossale inondazione di immondizia et squalentium foederum insuāve fastidium (5, 28) e una sgradevole noia di rapporti squallidi.

La verbosa et satis curiosa avis borbottava queste parole.

 

Nella bassa età del ferro di Esiodo rimarranno solo violenza e vecchiaia: gli uomini nasceranno poliokrovtafoi (Opere, 181), con le tempie bianche. Lucrezio scrive che al tempo delle guerre civili et consanguineum mensas odēre timentque (II, 73).

Nel II atto della Fedra di Seneca, la nutrice ricorda alla pupilla che se Venere si  allontanerà dai viventi , orbis iacebit squalido turpis situ (v, 471) il mondo giacerà morto, sconciato in uno schifoso squallore.

 

Quindi Venere sgrida Cupido. Dice che gli renderà amare le nozze faxo sentias acidas et amaras istas nuptias (5, 30).

 

E’ una ripresa omerica: nell’Odissea, Atena-Mente dice a Telemaco che se tornasse Odisseo i proci sarebbero pikrovgamoi (I, 266).

 

Venere chiederà aiuto alla castità la Sobrietas  che pure aborrisce come rustica et squalens femina.

Concetto ovidiano. Il poeta mulierosus identifica lo squallore femminile con le immundae sabinae del tempo di Tazio (Amores, I, 8). Hanno fama di essere state caste, ma casta est quam nemo rogavit.

 

Poi Venere chiede aiuto a Cerere e Giunone. Ma queste giustificano Cupido il quale aetatem portat bellule però non è più un bambino.

Venere si allontana sdegnata verso il mare

Pesaro 18 settembre 2023 0re 11, 44 giovanni ghiselli

p. s

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