Huysmans in A Rebours
“La collezione di des Esseintes saltava Frontone…scavalcava le Notti Attiche di Aulo Gallio, discepolo di Frontone e amico suo: mente sagace e indagatrice, ma, come scrittore, impegolato in una melma attaccaticcia; e sostava davanti ad Apuleio, presentato nell’edizione principe, in –folio, stampata a Roma nel 1469.
Questo africano gli richiamava in volto il sorriso.
Nelle sue Metamorfosi il latino raggiungeva la pienezza: travolgeva seco limi, acque diverse, affluite da tutte le province; e tutte si mescevano , si confondevano in una tinta bizzarra, esotica, quasi nuova. Vezzi, particolari nuovi della società latina trovavano la loro piena espressione in neologismi scaturiti, in quell’’angolo d’Africa romano, dalle necessità della conversazione.
Inoltre lo divertiva quella sua esuberanza d’uomo evidentemente pingue, quella sua esuberanza meridionale. Apuleio gli appariva così come un gaio e salace mattacchione vicino agli apologisti cristiani che fiorivano nello stesso suo secolo” (p. 46).
Quindi nomina “il soporifero” Minucio Felice e Tertulliano che scriveva “mentre le follie d’Asia, le sozzure del paganesimo scorrevano come un fiume in piena…raccomandava con la maggiore serietà l’astinenza carnale, la frugalità nel cibo, la modestia nel vestire, mentre, incedendo su polvere d’argento e sabbia d’oro, cinto di tiara il capo, i paludamenti tempestati di gemme, Elagabal[1] accudiva nel cerchio dei suoi eunuchi a lavori donneschi; si faceva chiamare Imperatrice e mutava ogni notte Imperatore, eleggendoselo di preferenza tra i barbitonsori, i rovinasalse ed i cocchieri del circo. Questo contrasto estasiava Des Esseintes. Aggiungi che il latino, giunto con Petronio all’apice della perfezione, cominciava a corrompersi; la letteratura cristiana, imponendosi, introduceva con le nuove idee nuove parole, costrutti inusitati, verbi sconosciuti, aggettivi di senso lambiccato, vocaboli astratti: rari sin allora nella lingua romana, e che Tertulliano era stato il primo ad adottare ” (p. 47)
Nel “De cultu feminarum questo autore scongiura le donne di non pararsi di gioielli e di stoffe preziose ed interdice l’uso dei cosmetici perché s’arrogano di emendare la natura e di abbellirla. Tali idee, diametralmente opposte alle sue, lo facevano sorridere” (p. 46)
Pesaro 19 settembre 2023 ore 10 giovanni ghiselli
Nessun commento:
Posta un commento