NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

Ciclo di incontri alla biblioteca «Ginzburg». Protagonisti della storia antica

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giovedì 21 settembre 2023

Introduzione al corso che inizierò martedì 3 ottobre alla Pimo Levi.

  jErwtiko;~ lovgo~ e  Sermo amatorius

 

La presente antologia propone un percorso  che passa attraverso  autori i quali  hanno dato forma alla concezione amorosa nella cultura europea. Per quanto riguarda la storia dei  costumi, ai testi letterari sono stati affiancati alcuni brani storiografici. Non è questo certamente uno studio esaustivo ma può offrire un filo conduttore in uno dei temi predominanti nelle lettere, nelle arti in genere, e ancora più in generale nella psiche delle donne e degli uomini di tutti i tempi.

 

La scelta dei brani è congruente con lo scopo del lavoro che non è solo didattico ma anche educativo. Il metodo consiste nello scegliere alcuni argomenti topici che ruotano intorno al grande motivo unificante dell'amore, illustrarli attraverso testi significativi tradotti integralmente dal sottoscritto, e commentati dal medesimo con particolare riguardo alle parole chiave.

Gli autori  della letteratura greca costituiscono il nucleo dei temi sviluppati che poi si ampliano attraverso quella latina e raggiungono il compimento attuale con l'apporto della cultura europea moderna e contemporanea.

Questa ricerca può costituire uno stimolo di lavoro per i colleghi dei licei italiani e uno strumento proficuo per la formazione culturale e umana degli allievi.

 

Questo studio è nato per preparare gli studenti  dei Licei Rambaldi di Imola (2 anni dal 1975) Minghetti (5 anni) e Galvani (28 anni)  di Bologna, dove l'autore, Giovanni Ghiselli, ha insegnato  greco e latino nel triennio (22 anni)  e pure italiano storia geografia nel biennio (13 anni),

Quindi ha preparato all’insegnamento del greco e del latino gli specializzandi della SSIS dell'Alma Mater dove lo stesso ha tenuto per dieci anni lezioni, a contratto,  di  Didattica della Lingua e Letteratura Greca con laboratorio.

 

I stazione.

Metodologia per l'insegnamento del greco e del latino quali basi della letteratura europea. pagine 1-29. 

 

Argomenti

L'utilizzo dei manuali. Il metodo mitico. L'Ulisse di Joyce e T. S. Eliot. La conoscenza della tradizione richiede il senso storico. Tutta la letteratura europea da Omero in avanti ha un'esistenza simultanea.

E' una "catena di plagi" o è ben altro?

Il greco e il latino come corrente sanguigna della letteratura europea. I tovpoi o loci come sedes argumentorum, miniere di argomenti. Alcuni esempi di tovpoi non solo retorici ma anche etici, intellettuali, politici, economici. Il comparativismo letterario. Le parole chiave. Il lessico, la morfologia e la sintassi. Conviene partire dai testi degli ottimi autori per insegnare le lingue. Altri buoni punti di partenza sono i miti. I film tratti da miti e da opere letterarie costituiscono un utile sussidio didattico.

La Medea di Euripide, quella di Christa Wolf e quella di Pasolini,

Il Satyricon di Petronio e il film che ne ha tratto Fellini. Alcune riflessioni non banali dei due registi. La letteratura e il cinema contribuiscono a formare La testa ben fatta (Morin).

I manuali e le opere utilizzabili per una visione critica. Lo studente deve diventare kritikov" , ossia capace di dare un giudizio autonomo. Paideia è connessa a parresia. Il giovane deve conoscere diverse teorie per giungere all'originalità. E' produttiva non solo la traduzione ma anche la critica contrastiva. Spiegare un  poeta con lo stesso poeta, secondo il suggerimento di Aristarco di Samotracia (  JvOmhron ejx  JOmhvrou safhnivzein), quindi confrontarlo con autori successivi. Le critiche anomale suscitano lo stupore che si addice all'apprendimento. Un elogio dello stupore di H. Hesse. Principio di ogni filosofia è il meravigliarsi (Aristotele). Lo studio va messo in relazione con il vissuto. Attualizzazioni del mito. I pubblicitari sono degli Aconzi (la storia di Aconzio e Cidippe in Callimaco e Ovidio).

L'educatore non può essere  un erudito senza anima. Nietzsche contro il ciarpame di una polverosa erudizone.

 L' umbraticus doctor , l' umbratica vita, e gli studia...in umbra educata: Petronio, Quintiliano, Tacito e Seneca. Il valore pratico della parola. La traduzione. Un esempio: la versione  del primo verso dell'Odissea fatta da Livio Andronico. Il valore estetico della parola. La bellezza giustifica l'esistenza umana e ribalta la triste sapienza silenica. La nascita della tragedia di Nietzsche. Sofocle, Euripide e Tucidide: amiamo il bello con semplicità. La neglegentia sui di Petronio. Il culto della bellezza in Foscolo e Keats. Di nuovo Fellini, J. L. Borges e Tolstoj.  Un esempio, solo schematico, di lezione (su Medea). Frasnedi: La didattica "di lusso" è una didattica delle pari opportunità. Lo studio liberale rende liberi. Seneca rifiuta la questione omerica. Il sapere non è sapienza. Euripide, Nietzsche e T. Mann.  La cultura quale potenziamento della fuvsi", come visione e coscienza della lotta tra l'ordine e il disordine. La letteratura deve educare le emozioni. I crimini degli adolescenti e U. Galimberti.

La televisione è un potere incontrollato che noi insegnanti dobbiamo criticare. Un paio di esempi di critica televisiva. Il delitto di Cogne e lo sciacallaggio degli "esperti".

 

 

I manuali sono punti di partenza da affidare agli allievi aggiungendo chiarimenti, suggerendo aggiunte e tagli opportuni. I migliori contengono una buona quantità di informazione. L'insegnante deve metterci, di suo, una visione culturale d'insieme e la capacità educativa per la quale è indispensabile la conoscenza della  vita. L'insegnante-educatore deve avere in sé "una lunga esperienza delle cose moderne et una continua lezione delle antique" (Machiavelli)

I ragazzi chiedono libri densi e nello stesso tempo chiari, concreti e gradevoli, privi di vaniloquio e di astruserie; vogliono potere consultarli e comprenderli senza difficoltà eccessive.

Sono da preferire quelli i cui autori sanno usare il metodo mitico con l'indicazione di congrui e continui parallelismi tra la modernità e l'antichità affinché questa non appaia come un mondo separato dal nostro.

In una famosa recensione[1] all'Ulisse  di Joyce, T. S. Eliot  definiva il metodo mitico, in opposizione a quello narrativo, come il modo di controllare, di dare una forma e un significato all'immenso panorama di futilità e anarchia che è la storia contemporanea. "Instead of narrative method, we may now use the mythical method ".

Alla fine di The Waste Land [2] Eliot afferma:"These fragments I have shored against my ruins" (v. 430), con questi frammenti ho puntellato le mie rovine.

Queste del resto non significano solo decadenza. "Le rovine sono la cosa più viva della storia, perché vive storicamente soltanto ciò che è sopravvissuto alla sua distruzione, ciò che è rimasto sotto forma di rovine"[3]. 

 L'autore del poema La terra desolata in precedente scritto di critica[4] aveva pure  affermato che la tradizione non è un patrimonio che si eredita ma, "if you want it you must obtain it by great labour ", se uno vuole impossessarsene deve conquistarla con grande fatica.

Tale conoscenza richiede il senso storico, e questo "involves a perception not only of the pastness of the past, but of its presence", implica la percezione non solo della passatezza del passato ma anche della sua presenza.

 

Già per Tito Livio lo studio della tradizione storica fornisce a chi lo comprende il grande strumento dei modelli positivi da imitare e di quelli negativi da respingere:"Hoc illud est praecipue in cognitione rerum salūbre ac frugiferum, omnis te exempli documenta in inlustri posita monumento intuēri: indi tibi tuaeque rei publicae quod imitēre capias, inde foedum inceptu, foedum exitu quod vites"[5], questo soprattutto è salutare e produttivo nella conoscenza della storia, che tu consideri attentamente esempi di ogni tipo situati in una tradizione illustre: di qui puoi prendere modelli da imitare per te e per il tuo Stato, di qui contromodelli da evitare in quanto turpi nel movente, turpi nel risultato.

 

 Analogo frutto si può cogliere dalle biografie  di Plutarco il quale suggerisce che si dà catarsi non solo assimilando il valore, ma anche respingendo i vizi; questo accade ponendosi di fronte alla storia come davanti a uno specchio (w{sper ejn ejsovptrw/) sia imitando la virtù degli uomini grandi e buoni, il cui esempio aiuta a respingere quella dose eventuale di pochezza (" ei[ ti fau'lon") o malvagità ("hj; kakovhqe"") o volgarità ("hj; ajgennev"", ), che le compagnie di coloro con i quali si deve necessariamente vivere vi insinuano ("aiJ tw'n sunovntwn ejx ajnavgkh" oJmilivai prosbavllousin"),  sia prendendo quali contromodelli uomini grandi e cattivi [6].

 

  Il senso storico e letterario di T. S. Eliot  conduce progressivamente a leggere e a scrivere "with a feeling that the whole of the literature of Europe from Homer and within it the whole of the literature of is own country has a simultaneous existence and composes a simultaneous order"[7], con la sensazione che tutta la letteratura europea da Omero, e, all'interno di essa, tutta la letteratura del proprio paese, ha un'esistenza simultanea e compone un ordine simultaneo.

 

Affermazioni analoghe del resto si trovano già negli autori antichi: da Eschilo che considerava le proprie tragedie solo fette del grande banchetto omerico- (Aijscuvlo" o}" ta;" auJtou' tragw/diva" temavch ei\nai e[legen tw'n   JOmhvrou megavlwn deivpnwn"[8]), a Callimaco che afferma :"ajmavrturon oujde;n ajeivdw"[9], non canto nulla che non sia testimoniato, a Terenzio il quale nel prologo dell'Eunuchus [10] dichiara :"Denique/nullum est iam dictum quod non dictum sit prius" (vv. 40-41), in fin dei conti, non c'è più nessuna battuta che non sia  stata detta prima. Successivamente diversi altri autori hanno riconosciuto il loro debito alla nobiltà o per lo meno alla mole della tradizione. 

 

Leopardi ebbe a scrivere "Tutto si è perfezionato da Omero in poi, ma non la poesia"[11].

 

Robert Musil attraverso il suo protagonista Ulrich, che gioca sempre al ribasso, parla ironicamente di una  "catena di plagi"[12] che lega le grandi figure del mondo artistico l'una all'altra.

 J. L. Borges  ha affermato che gli autori successivi a Omero non hanno fatto che riscrivere l'Iliade e l'Odissea .

 

Sentiamo George Steiner"Secondo quanto riferisce Gor'kij, lo stesso Tolstoj disse di Guerra e pace :" Senza falsa modestia, è come l'Iliade ", la stessa osservazione che aveva fatto riferendosi a Infanzia, adolescenza e giovinezza ...Il mondo delle memorie di Tolstoj è, non meno di quello di Omero, carico di energie sensuali. Il tatto, la vista e l'odorato lo colmano in ogni istante di grande intensità...Come accadeva quando "l'aurora dalle rosee dita" giungeva a Itaca ventisette secoli fa. E così dovrebbe essere, proclama Tolstoj, se l'uomo vuole mantenersi in comunione con la terra..."Tieni sempre gli occhi rivolti verso la luce", dice Tolstoj, "questo è il modo in cui stanno le cose"…Sia l'Omero dell'Iliade  che Tolstoj vedono l'azione nel suo complesso; l'aria vibra attorno ai loro personaggi, e la forza del loro essere elettrizza la natura insensibile. I cavalli di Achille piangono sulla rovina che lo sovrasta, e la quercia fiorisce per convincere Bolkonskij che il suo cuore tornerà a vivere. Questa consonanza tra l'uomo e il mondo che lo circonda raggiunge perfino le tazze in cui Nestore cerca la saggezza quando il sole scompare, e le foglie delle betulle che scintillano improvvisamente come un mucchio di gioielli dopo la tempesta che si è abbattuta sulla proprietà di Levin. Le barriere che dividono la mente e l'oggetto e le ambiguità che i metafisici scorgono nella nozione stessa di realtà e di percezione, non furono di impedimento né a Omero né a Tolstoj. La vita li inondava come un mare. Ed essi ne godevano"[13]. 

 

Questa consonanza e comunione corrisponde al dionisiaco che Nietzsche trova nella tragedia greca e nell’Inno alla gioia di Schiller musicato da Beethoven nel movimento finale della Nona Sinfonia (1823).

Deine Zauber binden wieder,
Was die Mode streng geteilt
Alle Menschen werden Brüder,
Wo dein sanfter Flügel weilt.

La tua magia ricongiunge
ciò che la moda ha rigidamente diviso,
tutti gli uomini diventano fratelli,
dove la tua ala soave freme
.





Come si devono insegnare il greco e il latino

 

 Naturalmente il greco e il latino sono le fondamenta del lavoro comparativistico cui mi accingo, e, per chiarire la necessità di queste basi senza le quali c'è l'abisso del vuoto, posso citare un'altra "verità" di un saggio successivo[14] di T. S. Eliot:"Il latino e il greco[15] costituiscono la corrente sanguigna della letteratura europea: e come un solo, non già due distinti sistemi di circolazione; giacché è attraverso Roma che possiamo ritrovare la nostra parentela con la Grecia".

Per quanto riguarda le cosiddette programmazioni scolastiche, seguo l'indicazione di E. Morin contrapponendo ai programmi la strategia:"La strategia si oppone al programma, sebbene possa comportare elementi programmati. Il programma è la determinazione a priori di una sequenza di azioni in vista di un obiettivo. Il programma è efficace in condizioni esterne stabili che possiamo determinare con certezza. Ma minime perturbazioni in queste condizioni sregolano l'esecuzione del programma e lo condannano ad arrestarsi. La strategia si stabilisce in vista di un obiettivo, come il programma; essa prefigura scenari d'azione e ne sceglie uno, in funzione di ciò che essa conosce di un ambiente incerto. La strategia cerca senza sosta di riunire le informazioni, di verificarle, e modifica la sua azione in funzione delle informazioni raccolte e dei casi incontrati strada facendo. Tutto il nostro insegnamento tende al programma, mentre la vita ci chiede strategia"[16].

La  strategia è l'arte del comando organizzativo che deve stabilire con lugimiranza le tattiche da adottare volta per volta secondo gli eventi, e prevedere e preparare i mezzi necessari per raggiungere il successo finale.

 

Massimo Cacciari in un seminario tenuto a Bologna nel novembre del 2000 consigliava di opporre la topologia alla cronologia: vanno dunque preferiti i manuali che mettano in evidenza i tovpoi. Più recentemente il filosofo veneziano ha scritto:"Impossibile sistemare i classici secondo i rassicuranti metodi della cronologia. Soltanto una considerazione topologica rende loro "giustizia". Come il loro Nunc non è il nunc del modo, ma il Nunc stans , così il loro tempo non è quello della cronolatria storicistica, ma quello del "luogo", tutt'uno col "luogo". Il classico è insieme di topoi; i classici sono questi "luoghi". E' come se nel classico il tempo si facesse "luogo". Perciò i classici in-sistono. Perciò i classici fanno epoca "[17]. 

 

 Cerco di spiegare cosa sono questi tovpoi e come li intendo  io.

 Curtius chiama la topica "deposito delle scorte" seguendo le indicazioni di Quintiliano :"In greco si chiamano koinoi; tovpoi, in latino loci communes...originariamente mezzi ausiliari per l'elaborazione di discorsi; essi sono, come dice Quintiliano (V 10, 20), "miniere di argomenti per l'elaborazione del pensiero" ( argumentorum sedes ) e sono quindi utilizzabili per un fine pratico"[18].

 

In realtà Quintiliano definisce i loci "sedes argumentorum, in quibus latent, ex quibus sunt petenda " (V, 10, 20), sedi di argomenti dove questi sono riposti e si debbono cercare. 

Per quanto riguarda la retorica antica Curtius fa un paio di esempi:"topos diffusissimo è "l'accentuazione della propria incapacità di trattare degnamente un tema"; nel panegirico, "la lode degli antenati e delle loro gesta" è un topos " (p . 81).

L'autore di  Letteratura europea e Medio evo latino  ricorda pure che "Nell'Antichità si approntarono intere raccolte di simili topoi . L'insegnamento dei topoi , chiamato topica, venne trattato in scritti appositi". Insomma:"nell'insegnamento della retorica, anticamente la topica costituiva il deposito delle scorte" (p. 93).

 Ma non solo nella retorica si danno i tovpoi. Io li intendo come idee, argomenti ed espressioni piene di forza, ricorrenti nella letteratura europea.

Quintiliano indica pure i loci dei poeti tra gli strumenti per educare i bambini, che per giunta li gradiscono se vengono presentati loro giocosamente:"Etiam dicta clarorum virorum et electos ex poetis maxime (namque eorum cognitio parvis gratior est) locos ediscere inter lusum licet " (I, 1, 36), va bene che i bambini imparino a memoria, giocando, anche le sentenze degli uomini famosi e soprattutto passi scelti dai poeti (infatti lo studio di questi è molto gradito ai piccoli).

 Il gioco insomma, giocare-paivzein- come chiariremo meglio più avanti, si addice alla paideiva  del fanciullo pai`~ e non solo.

 

Un topos diffuso è quello che condanna la stupidità, connessa spesso all'empietà: dall'Agamennone  di Eschilo (del 458): "kai; to; mh; kakw'" fronei'n-qeou' mevgiston dw'ron" (vv. 927-928), e il non capire male/ è il dono più grande di dio; all'Antigone (del 442)  le cui parole conclusive contengono la morale del dramma e presentano la  quintessenza del sofocleismo:" Il comprendere (to; fronei'n) è di gran lunga il primo requisito/della felicità, è necessario poi non essere empio/ in nessun modo negli atti che riguardano gli dèi (crh; de; tav g j ej" qeou;" mhde;n ajseptei'n)" [19].

"La pietà suprema sarà per i Greci l'intelligenza"[20].   

In latino cito la Rhetorica ad Herennium[21]:" Omnium malorum stultitia est mater atque praeceptrix  (II, 22), la stoltezza è madre e maestra di tutti i mali.

 Un tovpo" etico e psicologico diffuso, e che  verrà utilizzato pareccho in questo lavoro è quello del tw/' pavqei mavqo" [22], attraverso la sofferenza si giunge alla comprensione[23]. Da Eschilo, a Euripide, a Menandro, a Hermann Hesse.

 

Un tovpo" politico[24] presente nella tragedia e nella storiografia greca e latina è quello che condanna la tirannide.

 Un altro  è quello che afferma, o nega, il diritto del più forte[25].

 Connesso a questo è il tema dell'imperialismo[26].

Un altro locus politico ed etico maledice la guerra.

Un tovpo" economico è l'esecrazione del denaro e degli uomini avidi di denaro[27]. Questo contrasta molto con l'attualità e ci insegna a essere inattuali se lo condividiamo.

Un tovpo" riguarda la religione che può essere intesa come strumento di regno (Crizia, Polibio, Curzio Rufo, Machiavelli)[28] oppure come pietas salvifica. In questo percorso vedremo la devozione di Camillo e la spietata pietas di Enea.

 Un altro tovpo~ concerne la bellezza che, come vedremo, è spesso coniugata con la semplicità.

Alla bellezza si può collegare il rovesciamento del cupio dissolvi  il topo~ della della sapienza silenica, ossia la giustificazione della vita soprattutto attraverso l'arte. L’ho imparato da La nascita della tragedia di Nietzsche.

Un tovpo" dunque può essere ribaltato: un altro esempio è quello della mutatio locorum che, come vedremo, secondo Orazio e Seneca è inutile, secondo  Ovidio e Properzio invece è uno dei Remedia amoris.

E' possibile indicare pure dei tovpoi gestuali come quello dell'ostensione del ventre da parte delle imperatrici romane.

Questo lavoro presenta la cultura greco-latina  in relazione con quelle europee delle quali si trova ancora ad essere il fondamento. 

 

 Steiner ha sostenuto che dopo Babele ogni atto di percezione è comparativo.

 Per fare un esempio, il comparatista suggerisce di commentare il primo verso dell'Antigone "o capo davvero fraterno di Ismene, sangue mio", con i "capitoli dedicati a Ulrich e ad Agathe nell'Uomo senza qualità "[29].

Nel capitolo 24 della parte terza il forte sentimento della fratellanza provato da entrambi spinge Ulrich a dire  alla sorella:":-Adesso ho capito chi sei tu: sei il mio amor proprio!-La frase suonava strana, ma descriveva bene ciò che Ulrich sentiva.-Un vero amor proprio come lo posseggono gli altri mi è sempre mancato, in un certo senso, -egli spiegò.-E adesso mi pare evidente che, per errore o per destino, era personificato in te! - aggiunse senz'altro"[30].

Pesaro 21 settembre 2022  ore 21, 20

 

Il 3 ottobre alle 18 dunque terrò il primo  del ciclo di 8 incontri  che terrò ogni martedì fino al 21 novembre nella sede della Primo Levi.

Partirò da un discorso metodologico sull’educazione attraverso la letteratura. Metto qui nel blog dieci pagine introduttive.

Sono molto dense e dovò spiegare alcune citazioni parlando ai presenti. Il materiale raccolto e ordinato è molto ampio (più di 800 pgine) e mi dicono che posso mandarlo agli iscritti tutto intero. Personalmente considero iscritti anche quelli che hanno seguito da casa online i corsi precedenti.

Saluti a tutti

giovanni ghiselli.

p.s

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[1]Ulysse, Order and Myth , The Dial, nov. 1923.

[2] La terra desolata,  del 1922.

[3] M. Zambrano, L'uomo e il divino, p. 228.

[4] Tradition and the Individual Talent del 1919.

[5] Storie , Praefatio, 10.

[6] Prefazione alle Vite di Timoleonte ed Emilio Paolo

[7] Tradition and the Individual Talent (del 1919),

[8] Ateneo (II-III sec. d. C.) I Deipnosofisti, VIII, 39.

[9] Fr. 612 Pfeiffer.  

[10] Del 161 a. C.

[11]Zibaldone ,  58.

[12]L'uomo senza qualità , Parte seconda, capitolo 67 Diotima e Ulich.

[13]G. Steiner, Tolstoj o Dostoevskij , p. 81.

[14] Che cos'è un classico? , 1944.

[15] Io metterei prima il greco.

[16] E. Morin, La testa ben fatta, p. 63. 

[17] M. Cacciari, Di fronte ai classici , p. 27.

[18]Letteratura europea e Medio Evo latino , pp. 81-82.

[19] Vv. 1347-1349.

[20] M. Zambrano, L'uomo e il divino, p. 194.

[21] Trattato di retorica anonimo degli anni 80 a. C.

[22] Eschilo, Agamennone, 177.

[23] Si veda la massima beethoveniana "Durch Leiden Freude", attraverso la sofferenza  la gioia. Ricavo il suggerimento da E. Morin, La testa ben fatta, p. 43 n. 7.

[24] Per un'ampia trattazione di questo vedi la mia Antigone (Loffredo, Napoli, 2001) pp. 121-127.

[25] Per questo cfr. i miei Storiografi Greci (Loffredo, Napoli, 1999) pp. 174-178.

[26] G. Ghiselli, Storiografi Greci , pp. 363-364.

[27] Cfr. la mia Antigone, pp. 65, 73, 84.

[28] Per questo argomento cfr. il mio Storiografi Greci, Loffredo, Napoli, 1999, pp.323-327.

[29]Le Antigoni ,   p. 240.

[30]R. Musil, L'uomo senza qualità , p. 871.

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