NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

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sabato 30 settembre 2023

La moda sorella della morte?


 

Giacomo Leopardi in una  delle sue Operette morali più significative- Dialogo della Moda e della Morte- ha scritto che la moda è sorella della morte.

 

Nel dialogo la Moda dice alla Morte: “io sono la moda, tua sorella”. E la morte: “Mia sorella?” “Sì-risponde la moda- non ti ricordi che siamo nate dalla caducità?...e so che l’una e l’altra tiriamo parimenti a disfare e a rimutare di continuo le cose di quaggiù…la nostra natura e usanza comune è di rinnovare continuamente il mondo, ma tu fino da principio ti gittasti alle persone e al sangue; io mi contento per lo più delle barbe, dei capelli, degli abiti, delle masserizie, dei palazzi e di cose tali. Ben è vero che io on sono però mancata e non manco di fare parecchi giuochi da paragonare ai tuoi, come verbigrazia sforacchiare quando orecchi, quando labbra e nasi, e stracciarli colle bazzecole che io v’appicco per li fori; abbruciacchiare le carni degli uomini con istampe roventi”.

Si pensi ai tatuaggi, alla chirurgia estetica e ad altre schifezze del genere  

 

 

Oggi piuttosto la moda è la morte: la morte è di moda.

Morte degli aspetti più vivi della vita.

Morte dell’amore, morte della cultura, della cortesia, del  rispetto, della virtù, sia nel senso cristiano, sia in quello machiavelliano della capacità.

Morte della politica i cui rappresentanti ripetono tutti gli stessi luoghi comuni. Non sono cristiani, né comunisti né machiavellici. Sono marioli ma non profondi come il segretario fiorentino secondo don Ferrante di Manzoni.

 

Ho scritto un libro che racconta un mondo dove la vita era ancora viva, bella, rigogliosa, descrive una società nella quale era di moda l’umanesimo, l’aiuto reciproco, perfino l’amore era di moda, non la droga seguita dalla digrignante chiavata poi pubblicizzata con il cellulare. Non era una moda ammazzare le donne in fuga da amanti o mariti mentecatti.

Era di moda, ossia era una buona consuetudine diffusa, osservare il cielo, la natura, il prossimo invece del telefonino. Osservare e ascoltare, leggere libri buoni e imparare.

Per alcuni anni c’è stata perfino la moda di corteggiare a lungo con intelligenza e rispetto, per amare ed essere amato.

Non era impossibile che un ventenne disgraziato, infelice al punto desiderare la morte, quale sono stato io per  tre anni, trovasse una solidarietà fra i coetanei, un aiuto che valesse non solo a salvargli la vita, ma addirittura  a rendergliela desiderabile e bella.

Poi la moda dell’amore è passata, però c’è un ciclo, un orbis delle mode, come delle stagioni, e sono certo che ritornerà la moda bella, calda e luminosa dell’amore.

Ho raccontato questo per invogliare i ventenni di adesso, e tutti quanti mi leggeranno, a riconquistare l’abitudine santa dell’amore per la vita, la propria, quella dell’umanità e quella del cosmo.

 

Pesaro 30 settembre 2023 giovanni ghiselli ore 9, 31 giovanni ghiselli

 

p. s

Domani tornerò a Bologna. Mi dispiace lasciare il mare ancora godibile grazie al caldo che ora è di moda esecrare proprio perché favorisce la vita. Io lo benedico. Quello naturale viene annullato da apparecchi infernali che diffondono aria gelida, mefitica, patogena, proprio per annullare l’orbis, e mortificare il ciclo delle stagioni. In questi giorni di notte la temperatura scende fino a 18 gradi e bisogna coprirsi. Eppure in certi cinema sussiste l’aria condizionata che abbassa ancora la temperatura: ci vuole il cappotto.

 

 

L’unica moda che seguo da quando sono bambino è l’amore per la vita, doloroso amore quando non era contraccambiato, gioioso da quando lo è stato: dal 1967 a oggi il mio. Contraccambiato prima da molti, recentemente dai fortunati pochi che si riconoscono tra loro. Sono contento di tornare a tenere le mie conferenze a Bologna e in altre città.  L’argomento prevalente sarà l’umanesimo che è amore per l’umanità e per la natura. Saluti e baci!

gianni  

 

p. s.

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