venerdì 18 marzo 2022

Il discorso di Putin nello stadio gremito.


 

Sembra che il tiranno esecrato dai media dell’Occidente europeo abbia un certo seguito popolare nel suo paese. Sentiremo dire che tutti presenti erano stati costretti da minacce o indotti da promesse. Non mi pareva che ne avessero l’aria. Tuttavia non lo so.

 

Comunque l’uomo ha un metodo che chiamerei di tipo patriottico o narcisistico esteso dalla propria persona alla nazione .

 

Ha elogiato i soldati caduti chiamandoli eroi e ha giustificato l’aggressione con la necessità di soccorrere i Russi perseguitati dal regime “golpista” dell’Ucraina. Certamente nelle sue parole c’è della propaganda ma nello stesso tempo non può non essere convinto e appassionato di quello che dice, siccome si sta giocando il potere e la stessa vita.

 

 Gli Europei che mandano armi ai suoi nemici gli danno del criminale senza correre rischi per questo. Certo è che li fanno correre ai poveri con le sanzioni e a tutti noi non adoperandosi per una conclusione diplomatica della guerra. Del tutto antidiplomatico è mandare armi micidiali agli Ucraini e dare a Putin del criminale di guerra quando in guerra i crimini li  hanno sempre compiuti tutti, più o meno efferati.

 

Io parteggio soltanto per la pace e la concordia, siccome non ho gli strumenti per giudicare i contendenti. Mi fanno pena gli Ucraini bombardati che certo, vanno soccorsi, ma non inviando armi che possono sparare anche contro di loro, e non esulto per la morte di 7000 ragazzi russi mandati a combattere.

 

Hanno suscitato invece la mia simpatia i giovani dalle belle facce sorridenti che si erano riuniti oggi nello stadio di Mosca.

Bisogna guardare negli occhi questi giovani russi, come i ragazzi, i bambini e pure i vecchi dell’Ucraina per capire che la guerra è una mostruosità, un’offesa contro la  natura e l’umanità, perciò deve finire, assolutamente.

    

Bologna 18 marzo 2022 ore 20, 10

 

Ora vado a correre per rinfrescarmi la mente e raffinare il corpo non senza consolidarlo.

Quando avrò meritato  la cena con almeno 4 chilometri,  mangerò,

Farò come Nerone che quando era già imperatore, ma ancora un santo prefigurando san Luigino, se il  Senato gli offriva dei riconoscimenti, rispondeva: “Cum meruero”, quando li avrò meritati,  (Svetonio, Neronis vita, 10).

 

 

giovanni ghiselli

p. s

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