sabato 19 marzo 2022

Ogni guerra è una guerra civile dove “nessuna neutralità è ammessa”.


 

Nei conflitti interni molti valori  si capovolgono: lo afferma Tucidide a proposito della stavsi"  di Corcira la guerra civile che sembrò anche più feroce perché fu la prima.

Ogni guerra povlemo"  toglie il benessere delle abitudini giornaliere ed è  bivaio" didavskalo" maestra di violenza che assimila alle brutalità in atto le ire dei più.

 La violenza arriva a cambiare il valore delle parole:"Kai; th;n eijwqui'an ajxivwsin tw' ojnomavtwn ej" ta; e[rga ajnthvllaxan th'/ dikaiwvsei. Tovlma me;n ga;r ajlovgisto" ajndreiva filevtairo" ejnomivsqh" (III, 82, 4), e cambiarono arbitrariamente l'usuale valore delle parole in rapporto ai fatti. Infatti l'audacia irrazionale fu considerata coraggio devoto ai compagni di partito. 

"Un'audacia " ajlovgisto"" prende il nome di coraggio, la prudenza si chiama pigrizia, la moderazione viltà, il legame di setta viene prima di quello di sangue, e il giuramento non viene prestato in nome delle leggi divine, bensì per violare le umane.  Sinistro carnevale, mondo a rovescio, in cui è necessario lottare con ogni mezzo per superarsi e in cui nessuna neutralità è ammessa. Così appare, a Corcira, per la prima volta tra gli Elleni, la più feroce di tutte le guerre (Tucidide, III, 82-84)"[1].

 

Svetonio, narrando gli avvenimenti dell’ anno 69 d. C.,  racconta che Vitellio questo principe più che cinquantenne, torpido e ghiottone, mentre visitava il campo di battaglia di Bedriaco, a quelli del seguito che si rivoltavano inorriditi davanti ai cadaveri in putrefazione. disse : “ il  nemico ammazzato ha buon odore; ma il cittadino ucciso ancora migliore” ( p. 257) “optime olere occisum hostem, et melius civem” (Vitellio, 10)

 

Bologna 19 marzo 2022 ore 19, 38

giovanni ghiselli

 

 



[1] M. Cacciari, Geofilosofia dell'Europa, pp. 42-43.

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