Nietzsche interpreta La Trasfigurazione di Raffaello: la sapienza silenica nella parte inferiore del dipinto e la bellezza apollinea nella parte alta.
“Raffaello… ci ha rappresentato in un dipinto simbolico…il processo originario dell’artista ingenuo e insieme della cultura apollinea. Nella sua Trasfigurazione[1] la metà inferiore col ragazzo ossesso, gli uomini in preda alla disperazione che lo sostengono, gli smarriti e angosciati discepoli, ci mostra il rispecchiarsi dell’eterno dolore originario (…) l’illusione è qui un riflesso dell’eterno contrasto (…) Da questa illusione si leva poi, come un vapore d’ambrosia, un nuovo mondo illusorio, simile a una visione di cui quelli abbagliati dalla prima visione non vedono niente-un luminoso fluttuare in purissima delizia (…) Qui abbiamo davanti agli occhi quel mondo di bellezza apollinea e il suo sfondo, la terribile saggezza del Sileno e comprendiamo la loro reciproca necessità”[2].
Anche questa guerra orribile deve avere la sua trasfigurazione attraverso l’elevazione della sofferenza in compassione, in intelligenza, in bellezza.
Dal dolore dei Greci si sviluppa non solo la comprensione ma anche la bellezza, una sorta di tw/' pavqei kavllo" :"Una questione fondamentale è il rapporto del Greco col dolore (…) la questione se in realtà il suo desiderio sempre più forte di bellezza, di feste, di divertimenti, di culti nuovi non si sia sviluppata dalla mancanza, dalla privazione, dalla malinconia e dal dolore (…) quanto dovette soffrire questo popolo, per poter diventare così bello!"[3].
Bologna 21 marzo 2021 ore 10, 15
Oggi dalle 15 parlerò di bellezza e di dolore nato dalla guerra appunto.
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