Quanti propugnano la guerra leggano Erodoto.

 

Leggano queste poche righe di Erodoto quanti, di qualunque parte essi siano, danno alle fiamme le città abitate da bambini,  donne e uomini.

 

Siamo intorno alla metà del VI secolo a. C.

Creso venne sconfitto da Ciro il Vecchio che lo fece salire sul rogo.

Il fondatore dell’impero persiano sapeva che il debellato re di Lidia era pio e voleva vedere se qualche divinità lo avrebbe salvato dall’essere bruciato vivo. Creso ricordò quanto gli aveva detto Solone: to; mhdevna ei\nai tw'n zwovntwn o[lbion (Storie, I, 86, 3), che nessuno dei viventi è felice. Non per tutta la vita.

Quindi l’ex re, ex straricco, gemette e nominò tre volte Solone.

Ciro, incuriosito, ordinò agli interpreti di domandare al nemico vinto chi fosse Solone. Creso rispose che era l’uomo il quale avrebbe dovuto parlare a tutti i tiranni siccome aveva disprezzato le sue ricchezze e aveva smontato quanti presumono di essere felici.

Allora Ciro, ascoltate le parole di Creso, cambiò parere, e considerando che egli, da uomo quale era, dava alle fiamme un altro uomo vivo-  a[nqrwpo" ejw;n  a[llon a[nqrwpon zw'nta puri; didoivh  il quale non gli era stato inferiore per fortuna, e, oltre a questo, temendo il castigo (th;n tivsin) e avendo quindi compreso che nessuna delle cose umane è sicura, ordinò di spegnere al più presto il fuoco che ardeva e di fare scendere dalla pira Creso e quelli che erano con lui "(Erodoto, Storie, I, 86, 6).

 

Vorrei che queste parole umane fossero note a quanti uomini vogliono gli olocausti di altri uomini

 

Bologna 4 marzo 2022 ore 12, 07

giovanni ghiselli

p. s

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