Ieri sera Cacciari, da Floris, ha detto che la Russia è un impero, e i Russi si sentono cittadini di un impero, tanto è vero che chiamano Mosca la terza Roma. Vedo che l’America teme l’estendesi di questo impero verso l’Europa e farà di tutto per impedirlo. Niente escluso. Del resto Putin non sopporta l’estensione dell’impero statunitense fino a tutti i confini occidentali e nord occidentali dell’impero russo.
Dunque si ripete la causa più vera dello scoppio della guerra del Peloponneso indicata da Tucidide:" Io considero la causa più vera ma meno dichiarata a parole il fatto che gli Ateniesi, divenendo potenti e incutendo timore agli Spartani, li costrinsero a combattere" ( Storia della Guerra del Peloponneso I, 23, 6.)
Questa guerra antica che durò quasi tre decenni (431-404) portò innumerevoli lutti ai Greci e condusse a una decadenza irreversibile tanto i vincitori quanto i vinti.
La guerra presente è molto più pericolosa e può diventare assai più deleteria perché vi sono implicate due potenze globali- dette dai più Occidente Oriente- disposte a tutto pur di non cedere all’altra.
Mandare le armi, inasprire le sanzioni, significa volere che la guerra continui e diventi sempre più feroce. Il rischio che corriamo è la distruzione dell’Europa.
Condivido dunque il grido lanciato ieri da Cacciari: “l’imperativo categorico è fermare la guerra, e smetterla con le misure che colpiscono le popolazioni”. Misure immorali ha aggiunto Zohk. Anche Mattei era su questa linea. Dio li benedica. Erano comunque e sono, siamo, una minoranza in Italia. Le guerre sono fatte anche di propaganda: ““Famā enim bella constant, et saepe etiam, quod falso creditum est, veri vicem obtinuit” ( Curzio Rufo, Historiae Alexandri Magni, 8, 8, 15), le guerre sono fatte di quanto viene affermato, e spesso anche quello che si è creduto senza ragione, ha fatto le veci della verità.
Chi non ha gli strumenti per difendersi, crede a qualsiasi menzogna.
Credo del resto che l’estensione della miseria indotta dalle sanzioni porterà a una levata di scudi di tanti che ancora non hanno capito: nescit plebes ieiuna timere” (Lucano Pharsalia, III, 58).
Bologna 9 marzo 2022 ore 9 e 46
giovanni ghiselli
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