La guerra accelera la corsa della danza macabra verso l’abisso “orrido, immenso” che attende tutti noi mortali.
Putin, Zelensky e i loro soldati combattono soltanto per una tomba, come Cesare e Pompeo: “Et ducibus tantum de funere pugna (Lucano, Pharsalia, VI, 811).
Erodoto racconta che Serse, muovendo verso la Grecia con un grande esercito per sottometterla, vide l'Ellesponto coperto dalle sue navi e dapprima si disse beato (oJ Xevrxh" eJwuto;n ejmakavrise, ma subito dopo scoppiò a piangere (meta; de; tou'to ejdavkruse) (Storie, VII, 45).
Lo zio paterno Artabano che gli aveva sconsigliato questa spedizione, avendolo visto in lacrime, gli domandò che cosa lo avesse fatto passare dalla felicità al pianto. Allora “il Grande Re” rispose: “ si è insinuata me la compassione al pensiero di quanto è breve ciascuna vita umana dal momento che di questi che sono tanti nessuno sopravviverà fino al centesimo anno: “ wJ~ bracu;~ ei[h oJ pa'~ ajnqrwvpino~ bivo~, eij touvtwn ge ejovntwn tosouvtwn oujdei;~ ej~ eJkatosto;n e[to~ perievstai” (VII 46, 1-2).
Allora lo zio replicò dicendogli che nel corso di questa esistenza così breve nessuno può sfuggire alle sventure, ed essendo la vita tanto tribolata, la morte è il rifugio preferibile per l'uomo ("ou{tw" oJ me;n qavnato" mocqhrh'" ejouvsh" th'" zovh", katafugh; aiJretwtavth tw'/ ajnqrwvpw/ gevgone", VII, 46, 4).
Ritorna la sapienza silenica già presente nella storia di Cleobi e Bitone (I, 31) e nel racconto dei costumi dei Trausi (V, 4, 2).
Trovo che il re Serse raffigurato come un tiranno per giunta perdente nella tragedia Persiani di Eschilo, possa dare con le sue lacrime una lezione di umanità ai tiranni e ai sedicenti democratici di oggi.
Da quando conosco questo passo non manco di accorarmi nel vedere ragazze e ragazzi che invece di festeggiare il lor tempo migliore, tanto breve e rapido, sono oppressi dalla scuola che li annoia, dal precariato che li affama, dal consumismo obbligatorio che li indebolisce e opacizza tanto nella mente quanto nel corpo. Ora si aggiungono questi poveri Russi e Ucraini tormentati dalla guerra.
Bisognerebbe che nei duci attuali i quali mandano i ragazzi a combattere e a morire, o inviano armi perché la guerra continui, si insinuasse il senso di compassione provato dal re persiano allo spettacolo di quella marcia macabra in cammino, metodicamente, sulla via della morte.
Era il 490 avanti Cristo e siffatta marcia è ancora in cammino sulla medesima via
Bologna4 marzo 2022 ore 17, 21
giovanni ghiselli
p. s.
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