lunedì 7 marzo 2022

Il simposio sulla guerra.

 

Il simposio e i dissoi; lovgoi sulla guerra.

La mia opinione sulla guerra e quella dell’amico Marcello .

Ho discusso a cena con alcuni amici sulla guerra. Non la pensavamo tutti nello stesso modo, tuttavia non abbiamo litigato perché siamo, appunto, amici e ci vogliamo bene.

La mia posizione è di assoluta contrarietà alla guerra. Secondo il mio carattere e il conforto delle parole dei maestri che mi hanno aiutato a crescere moralmente e pure esteticamente cioè nella kalokajgaqiva.

 

Ne cito un paio

"I nostri maestri non ci dissero che nel '66 l'Austria ci aveva offerto il Veneto gratis. cioè che quei morti erano morti senza scopo" (L'obbedienza non è più una virtù, p. 43). Queste parole non sono del sottoscritto, vetero comunista che non ha abiurato e consumato donnaiolo impenitente, ma di quel sublime prete cattolico che è don Lorenzo Milani.
Anche queste sono sue: "io non ho patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall'altro. Gli uni sono la mia patria, gli altri i miei stranieri" (p. 12). Le condivido.

Condivido pure queste parole  del comunista Bertolt Brecht:
"La guerra che verrà
non è la prima. Prima
ci sono state altre guerre.
Alla fine dell'ultima
c'erano vincitori e vinti.
Fra i vinti la povera gente
faceva la fame (hungerte). Fra i vincitori
faceva la fame la povera gente ugualmente
hungerte das niedere Volk auch.
(L'imbianchino parla di grandi tempi a venire. Poesie 1933-1938).

Putin ha scatenato questo mattatoio poi compiuto dagli uni e dagli altri perché non gli è stato concesso quanto ragionevolmente chiedeva: ai Russi la Russia, agli Ucraini l’Ucraina senza la Nato e le armi atomiche puntate su Mosca.

Probabilmente otterrà questo dopo le devastazioni e i massacri di Ucraini e di Russi, e dopo l’ulteriore, tragico impoverimento degli Europei e dei Russi poveri.

Ma si dovevano pur vendere le armi!

Sono per la condanna assoluta dell’invio di altre armi che accrescono la carneficina

Bologna 7 febbraio 2022- ore 17, 29

Giovanni ghiselli

p. s

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Copio qui sotto le parole che mi sono arrivate poco fa dal caro amico Marcello il quale ha partecipato attivamente al simposio detto sopra.

 

Caro Gianni,

Ti spiego adesso il mio pensiero. Credo anch’io che ci sia stata una cecità dei paesi occidentali che non hanno capito che non si poteva pretendere di portare la Nato in un altro paese ai confini russi (visto che già ci sono i paesi baltici – e questo contrariamente alle promesse fatte, al tempo della caduta del muro, di non estendere l’alleanza atlantica ad est nemmeno di “un pollice”). Penso che sia giusto favorire l’Ucraina come paese cuscinetto, militarmente neutrale, ma naturalmente padrone di intrattenere relazioni politiche ed economiche con la UE. Se Putin volesse solo questo, sarebbe difficile dargli torto. Ma il discorso che ha fatto alla vigilia dell’invasione mi è parso diverso e molto brutto. Dire (e l’ ha detto, non è propaganda occidentale) che l’Ucraina non esiste, che è un’invenzione di Lenin, che è territorio russo, significa rivendicare l’annessione di quel paese, altro che volerne la neutralità. Successivamente ha detto che lo vuole smilitarizzare e “denazificare”. Perché smilitarizzare? Uno Stato sovrano, anche se neutrale, ha diritto ad avere proprie forze armate. Quanto al denazificare, che dire? Ho notato che anche tu (che in questi casi non ci vai leggero) hai dato del nazista a Zelensky, io penso invece che questa sia propaganda russa (o credi forse che solo gli USA e i suoi servi facciano propaganda?), oltretutto Zelensky è di famiglia ed educazione ebraica (non come Hitler, di cui si è sospettata, non dimostrata, una lontana ascendenza ebraica). E’ vero che nel Donbass, dove si contrappongono opposti nazionalismi, il battaglione Azov (anti-russo) è filo-nazista, ma altrettanto si può dire, dalla parte opposta, della brigata Wagner (filo-russa); e taccio dei tagliagole ceceni e siriani, appositamente ingaggiati da Putin per l’operazione in Donbass. Quanto a Zelensky – se è vero che sono legittimi i dubbi sui moti di piazza a Kiev, che nel 2014 portarono alla destituzione del filo-russo Janukovic – ti ricordo che nel 2019 (ben 5 anni dopo quei moti di piazza) è stato democraticamente eletto con oltre il 73% dei voti al secondo turno.

 

La verità è che a questo punto c’è un paese aggressore e c’è un paese aggredito. Vorrà dire qualcosa se la stragrande maggioranza dei paesi del mondo ha votato la risoluzione dell’Onu di condanna della Russia: tutti asserviti agli USA? Facile sapere chi sono i 5 che hanno votato contro: la Russia e i suoi “affini”, Bielorussia, Corea del Nord, Siria e Eritrea.

 

E tu, che hai sempre condannato, giustamente, le bombe su Belgrado e su Bagdad, dovresti condannare con forza anche questa aggressione che comporta necessariamente, come vediamo, i bombardamenti sui civili, e non invece giustificare l’aggressione in nome di una presunta denazificazione.

 

Quanto all’invio di armi per supportare il legittimo governo dell’Ucraina, ho anch’io delle perplessità, anche se ne capisco le motivazioni (quando si è attaccati ci si deve difendere con le armi, non con le belle parole), a differenza di te che invece la ritieni una decisione da servi degli USA; semplicemente penso che serva poco come aiuto a Kiev e invece amplifichi il pericolo di una estensione della guerra. Capirai, con quell’autocrate che ha addirittura minacciato Finlandia e Svezia (la Svezia, paese storicamente occidentale, che nemmeno confina con la Russia!), diffidandole dall’entrare nella Nato.

 

Altri dubbi li ho su chi sia il responsabile dell’attacco alla centrale nucleare. Sono portato a credere che sia stato un attacco non dei russi, ma degli ucraini; un attacco calcolato, che non mettesse a rischio la centrale, ma inducesse ad intervenire i paesi occidentali, spaventati dalla possibilità di un’esplosione atomica. Chiaramente è proprio un tale intervento quello che Zelensky vorrebbe, visto che chiede anche che si stabilisca una no-fly zone sui cieli dell’Ucraina: una scelta da evitare, dal momento che rischierebbe di scatenare una nuova guerra mondiale. Dunque Zelensky resterà solo e la speranza, se si vuole fermare la guerra, è che i negoziati abbiano successo. Secondo me, avrebbero successo se Putin si accontentasse di una Ucraina militarmente neutrale, il famoso Stato cuscinetto di cui parlava Prodi, e ritirasse l’esercito invasore. Ma io sono pessimista, non credo che si accontenti di questo, vuole una Ucraina che faccia parte della Grande Russia, di fatto in quanto annessa, o politicamente, imponendole un governo filo-russo, facendone insomma una sorta di Bielorussa governata da un Lukaschenko. Solo dopo si ritirerebbe, naturalmente garantendo l’indipendenza delle due repubbliche del Donbass. Ho anche seri dubbi sulla possibilità di Zelensky di rimanere in vita e ancor più sulla possibilità, una volta terminata la guerra, che ci siano libere elezioni. Naturalmente, vorrei tanto sbagliarmi.

 

Un’ultima considerazione su Prodi, che fa parte dello schieramento per il quale ho sempre votato e che tu hai detto di apprezzare per il suo intervento dalla Annunziata. Prodi ha nell’armadio uno scheletro enorme, per chi ha memoria, e questo non l’ho mai digerito del tutto. Mi riferisco alla famosa seduta spiritica nell’Appennino al tempo del sequestro Moro.

Marcello

 

 

 

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