sabato 5 marzo 2022

Le guerre sono fatte anche di propaganda

 


Alla “obiettività epica” notata da Santo Mazzarino succede l’odio teologico.

Alessandro Magno, dopo la scoperta della seconda congiura: quella “dei paggi”[1] affermò che ricevere il nome di figlio di Giove aiuta a vincere le guerre: “Famā[2] enim bella constant, et saepe etiam, quod falso creditum est, veri vicem obtinuit” ( Curzio Rufo, Historiae Alexandri Magni,  8, 8, 15), le guerre sono fatte di quello che si fa sapere (attraverso la propaganda), e spesso anche quanto si è creduto per sbaglio, ha fatto le veci della verità[3].

 Dopo la conquista della rupe di Aorno (326 a. C.) Alessandro magnae victoriae speciem fecit[4], creò l’apparenza di una grande vittoria con sacrifici e cerimonie in onore degli dèi.

 

Nelle Storie di Tito Livio il console Claudio Nerone, in rapida marcia contro Asdrubale, che verrà sconfitto poco dopo, sul fiume Metauro (tra Fano e Senigallia, 207 a. C.) arringa brevemente i soldati dicendo: “Famam bella conficere, et parva momenta in spem metumque impellere animos” (27, 45), quanto si dice decide le guerre, e circostanze anche piccole spingono gli animi alla speranza e alla paura.

 

La propaganda moderna è diventata addirittura espressione di un odio teologico contro il nemico, un giudizio di Dio contro lo sconfitto.

Con le Historiae adversus paganos di Paolo Orosio (primi decenni del V secolo d. C.), influenzato da Agostino,   finisce il tempo dell’ imparzialità dichiarata dagli storiografi classici; la storia è diventata un giudizio di Dio contro i pagani.

 

Tale odio teologico e dogmatico viene impiegato da diversi giornalisti e politici che commentano questa guerra.

Esemplarmente negative sono le censure dirette contro Marc Innaro che da Mosca manda dei servizi sui quali noi, stando tanto lontani, non possiamo dare giudizi.

Invece leggo che alcuni parlamentari faziosi sentono il bisogno di infamare questo corrispondente.

Il sottosegretario agli Esteri Benedetto Della Vedova ha accusato Innaro di fare da cassa di risonanza della disinformazione moscovita.

A questa critica sicuramente meno informata su quanto avviene a Mosca rispetto a chi vive nella capitale russa, si aggiunge Lia Quartapelle responsabile Esteri del Pd, e contro il giornalista Rai non allineato “si scaglia pure Andrea Romano, firmatario di

un’ interrogazione  in Vigilanza, insieme ai colleghi dem, per far prendere posizione all’azienda e sollecitare la rotazione dei corrispondenti: “Per rilanciare la propaganda di Putin basta e avanza la Tass”, twitta. “Dal servizio pubblico ci aspettiamo di più” (“la Repubblica” del 5 marzo, pagina 7).

Costoro si aspettano l’odio teologico contro il nemico dei loro padroni. Io vorrei la rotazione di siffatti “onorevoli”.

Bologna 5 marzo 2022 ore 18, 40

giovanni ghiselli

p. s.

Statistiche del blog

Sempre1222446

Oggi226

Ieri488

Questo mese2267

Il mese scorso12195

 

 

 

 



[1] Avvenuta in Sogdiana, l’attuale Uzbekistan, nella primavera 327 a. C

 

[2] Cfr. fhmiv. La gente non solo vive e mangia ma pure fa e interpreta la guerra seguendo il “si dice”. Seneca:"nulla res nos maioribus malis implicat quam quod ad rumorem componimur " (De vita beata , 1, 3), nessuna cosa ci avviluppa in mali maggiori del fatto di regolarci secondo il "si dice".

[3] Cfr. Historiae Alexandri Magni, 3, 8, 7 dove Dario, prima della battaglia di Isso (novembre 333),  dice “famā bella stare”. Come nelle Eumenidi di Eschilo, le parti in conflitto hanno un pensiero comune.

[4] Curzio Rufo, Historiae Alexandri Magni, 8, 11, 24.

Nessun commento:

Posta un commento

Il caso Vannacci e la doverosa difesa della parresia.

  Sono in disaccordo su tutto quanto dice,   scrive e forse pensa il generale Vannacci, eppure sostengo la sua libertà di parola, come...