Guerra è un termine che contiene molte contraddizioni: il massacro, le distruzioni, gli stupri, grida minacciose e invocazioni di pietà, crocerossine, opere buone, preti, boia, prostituzione, pie funzioni religiose.
Una realtà così complessa viene arbitrariamente e maliziosamente semplificata dalle propagande con termini che vogliono mostrarne un volto solo: eroico e difensivo oppure profanatore e distruttivo.
L’essenziale della guerra è la violenza inflitta con ordigni sempre più micidiale. Propongo di togliere le armi e sostituire i conflitti armati con gare atletiche come succedeva nel tempo delle Olimpiadi antiche. Quando si perde una corona d’alloro o una medaglia, non si perde tutto, non ci si rimette la vita.
Se questa conversione dall’agonia mortale della guerra ai nobili agoni veramente olimpici non si farà presto, il mondo tornerà al quinto giorno della creazione: senza uomini né donne né bambini.
Insomma un quadro di natura morta, vita ferma still life o Stilleben che dire si voglia. I Russi dicono натюрморт, alla francese. Forse anche gli Ucraini. Correggetemi se sbaglio
Bologna 26 marzo 2022 ore 11, 26
Giovanni ghiselli
p. s
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