domenica 20 marzo 2022

Un dirigente russo da Lucia Annunziata.


 

Oggi dalla Annunziata c’era Andrej Kortunov il direttore del Consiglio russo per gli affari internazionali. Mi è sembrato una persona equilibrata. Ha detto che i Russi sono delusi e dispiaciuti perché consideravano il popolo italiano quale amico di quello russo, un’amicizia reciproca, mentre

ora vedono che l’Italia sta diventando un paese russo-fobico.

 

Temo che abbia ragione pensando all’esclusione della soprano e del direttore d’orchestra russi dalla Scala di Milano e al tentativo di tagliare una lezione su Dostoevskij da una delle nostre Università.

 Del resto i media sono orientati quasi tutti nel verso antirusso.

 Personalmente ho ricevuto critiche anche calunniose per avere scritto che si devono sostituire le armi con le trattative, e anteporre la critica ragionata al pregiudizio, e la cultura alla volgarità dell’ignoranza e dell’odio.

Io metto avanti la parola che Edipo adoperò per sconfiggere la Sfinge quando questa flagellava Tebe. La parola “uomo”.

Poi il figlio di Laio e Giocasta scopre di essere l’assassino del padre e il marito della madre, e di infettare la città con questi suoi atti contro natura, pur involontari.

Allora  si accieca, esce da Tebe quale mivasma contaminatore, e, da mendicante vagabondo sorretto dalla figliola Antigone, si reca Colono  dove viene accolto dal Teseo  benevolmente.  Il re di Atene gli dice: provando compassione per te - s j oijktivsa"- voglio domandarti, infelice Edipo, con quale preghiera per la città e per me ti sei fermato qui (Sofocle, Edipo a Colono, 556-558)

Quindi Teseo aggiunge:

"Anche io sono stato allevato esule come  sei tu ora, e in terra straniera più di ogni altro ho affrontato lotte rischiose con la mia persona, perciò nessuno che sia mio ospite come sei tu, manderei via senza averlo aiutato,  poiché so di essere uomo "e[xoid j ajnh;r w[n"(v.567) e che del domani nulla appartiene più a me che a te"(vv. 562-568).

Ecco che torna la parola “uomo”, essere umano.

Questa dovrebbe essere la parola chiave per chiudere le porte della guerra.

 

Gli insulti e le menzogne che dilagano in questi giorni servono solo a incrudelire e dilungare la guerra con grave rischio per l’intera Europa.

 

Dobbiamo ricordarci e ricordare a chi ammazza e pure a chi insulta che siamo tutti umani e tutto quanto è umano dovrebbe riguardare noi tutti.

 

Bologna 20 marzo 2022 ore 19, 20

giovanni ghiselli

p. s.

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