giovedì 17 marzo 2022

Pacifismo rinunciatario e pacifismo velleitario.

Pacifismo rinunciatario e pacifismo velleitario.

 

C’ è un pacifismo rinunciatario, quindi un falso pacifismo, un non pacifismo che consiste nell’inviare armi nel campo di battaglia dove possono essere prese e impugnate da chiunque, usate comunque per uccidere.

 

Poi c’è un pacifismo velleitario dal momento che non abbiamo la potenza necessaria  per ordinare la fine della guerra  né l’autorevolezza per dissuadere i combattenti dal procedere verso la sconfitta di tutti .

 

Ho ricavato questi due aggettivi pensando all’imperialismo rinunciatario della Germania di Tacito e a quello velleitario degli Annales.

 

Un pacifismo culturale e umanitario diventerebbe forse meno velleitario avvalendosi di  argomenti che, esposti con  forza e chiarezza persuasiva  dagli addetti alle trattative, potrebbero per lo meno indurre a una riflessione quanti comandano ai soldati di ammazzare e morire “per la patria”.

La nostra patria è il mondo intero, la patria di tutti gli umani.

Viceversa la demonizzazione non priva di insulti dell’uno o dell’altro dei contendenti non apre la via a una composizione e conclusione del conflitto che salvi tutti dalla catastrofe.

 

Bologna 17 marzo 2022 ore 19, 40

giovanni ghiselli

p. s

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C’ è un pacifismo rinunciatario, quindi un falso pacifismo, un non pacifismo che consiste nell’inviare armi nel campo di battaglia dove possono essere prese e impugnate da chiunque, usate comunque per uccidere.

 

Poi c’è un pacifismo velleitario dal momento che non abbiamo la potenza necessaria  per ordinare la fine della guerra  né l’autorevolezza per dissuadere i combattenti dal procedere verso la sconfitta di tutti .

 

Ho ricavato questi due aggettivi pensando all’imperialismo rinunciatario della Germania di Tacito e a quello velleitario degli Annales.

 

Un pacifismo culturale e umanitario diventerebbe forse meno velleitario avvalendosi di  argomenti che esposti con  forza e chiarezza persuasiva  dagli addetti alle trattative potrebbero per lo meno indurre a una riflessione quanti comandano ai soldati di ammazzare e morire “per la patria”.

La nostra patria è il mondo intero, la patria di tutti gli umani.

Viceversa la demonizzazione non priva di insulti dell’uno o dell’altro dei contendenti non apre la via a una composizione e conclusione del conflitto che salvi tutti dalla catastrofe.

 

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