Durante la guerra fredda si diceva scherzando, ma fino a un certo punto, che i Russi mangiavano i bambini.
Oggi si escludono gli atleti russi dalle competizioni sportive e vengono cacciati dai teatri europei e americani artisti dotati come Valery Gergiev e Anna Netrebko. Questo significa essere antirussi, quindi razzisti.
Deploro tale demonizzazione di un popolo e di una cultura che ha dato tanto all’Europa. Spero che si levino altre voci contro questo abominio.
Bologna 2 marzo 2022 ore 17, 09
giovanni ghiselli
Lo stivale sulla faccia
“If you want a picture of the future, imagine a boot stamping on a human face” (George Orwell, 1984, III, 3)
Come era facile prevedere, se si fosse alzato lo sguardo appena un po’ al di sopra dei piedi che calpestano i nostri interessi nazionali, le sanzioni antirusse sono in realtà delle bombe atomiche economiche che colpiscono e danneggiano le nostre aziende e ricadranno prima di tutto sulla schiena già oberata degli italiani poveri.
Biden ha detto che la Russia è isolata e che sarà l’America a vendere i suoi prodotti.
Io non so niente di economia, però sento che gli esportatori italiani soffrono l’isolamento dell’Italia e che la Russia incrementerà i suo scambi con la Cina. Non è difficile prevedere che tutta l’Europa ne verrà danneggiata.
Bisogna, ripeto, sollevare un poco gli occhi al di sopra degli stivali che calpestano le nostre intelligenze e le nostre vite.
Traduco l’epigrafe tratta da Orwell: “Se vuoi una prefigurazione del futuro , immagina uno stivale che calpesta un volto umano”.
Nel testo citato segue for ever ma questo, con un po’ di ottimismo, non lo credo e lo tralascio
L’ira di Draghi, di Priapo, di Encolpio e della mentula di questo ragazzo
Draghi ieri, primo marzo 2022, ha detto “L’Italia non intende voltarsi dall’altra parte”, ossia dalla parte della pace. Sicché mandiamo armi che rinfocoleranno la guerra. Né sappiamo in quali mani finiranno.
Nel Satyricon di Petronio invece la mentula di Encolpio si volta dall’altra parte.
Leggiamo alcune parole di questo episodio
Il pene dello scholasticus dunque ha disertato e il ragazzo colpito dall’ira di Priapo inveisce contro il membro che lo ha abbandonato: "erectus igitur in cubitum hac fere oratione contumacem vexavi:"quid dicis - inquam - omnium hominum deorumque pudor? nam nec nominare quidem te inter res serias fas est." (132, 9-10), drizzatomi dunque sul gomito strapazzai il renitente con queste parole più o meno:" che cosa dici - faccio - vergogna degli uomini tutti e degli dèi? Infatti sarebbe un sacrilegio perfino nominarti tra le cose serie.
La risposta silenziosa della mentula mortificata è una citazione con intenti parodici, un centone virgiliano fatto di tre esametri:"illa solo fixos oculos aversa tenebat,/nec magis incepto vultum sermone movetur/quam lentae salices lassove papavera collo" (Satyricon, 132, 11), quella teneva gli occhi fissi al suolo, girata dall'altra parte, né, iniziato il discorso, il volto si muove più dei flessibili salici o dei papaveri dal morbido stelo.
Bologna 2 marzo 2022 ore 9, 02
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La bellezza del volto umano contro la guerra
La sofferenza delle donne per le guerre degli uomini è compianta dal Coro di vecchi Tebani nella Parodo dell' Edipo re: "La città muore senza tenere più conto di questi[1]/e progenie prive di pietà giacciono a terra portatrici di morte senza compassione,/ e intanto le spose e anche le madri canute/di qua e di là, presso la sponda dell'altare/gemono supplici/per le pene luttuose./ e il peana lampeggia/ e la voce lamentosa del flauto concorde,/per cui, o aurea figlia di Zeus,/ manda un aiuto dal bel volto- eujw'pa pevmyon ajlkavn". (179-189).
Invece si mandano armi che causeranno altre morti.
Basterebbe guardare nel volto la persona che secondo ordini nefandi dovrebbe essere ammazzata. Significherebbe disobbedire a tali ordine.
Aggiungo Manzoni il quale, nelle Osservazioni sulla morale cattolica (cap. VII) scrive:" Il sangue di un uomo solo, sparso per mano del suo fratello, è troppo per tutti i secoli e per tutta la terra".
Contrapporre alla guerra la forza della bellezza
La potenza di Afrodite
Cipride è una grande divinità irresistibile
Ecco come si presenta entrando in scena all’inizio dell’Ippolito: “ Pollh; me;n ejn brotoi'" koujk ajnwvnumo" - qea; kevklhmai Kuvpri~, oujranou' t j e[sw (vv. 1-2), grande e non oscura dea, sono chiamata Cipride, tra i mortali e nel cielo.
Nel primo episodio la nutrice di Fedra le attribuisce una forza d'urto ineluttabile: "Kuvpri" ga;r ouj forhto;n h]n pollh; rJuh'/" (v. 443), Cipride infatti non è sostenibile quando si avventa con tutta la forza.
La sua forza viene in buona parte dalla bellezza
Nell’Ippolito di Euripide, Afrodite è la divinità più forte: “Zeus, non meno di Artemide, non ha voce in capitolo riguardo a ciò che Afrodite può fare, ed ha fatto. Il comitato o corporazione di divinità ha potere di vita e di morte su di “noi”, i mortali, ma tra loro questi poteri sono in competizione: essi operano in un “libero mercato.[2]”
La potenza di Afrodite dunque è massima, e la principale arma usata da questa dea è la bellezza degli uomini (Paride, Giasone) e delle donne (Elena. In questo contesto contro la guerra quella che non è andata a Troia nell’Elena e nell’Elettra di Euripide dove Greci e Troiani hanno cmbattuto per un fantasma).
Sono forse più numerosi i seduttori delle seduttrici.
La potenza di Cipride viene celebrata anche all'inizio della Parodo delle Trachinie di Sofocle:"mevga ti sqevno" aJ Kuvpri" ejkfevretai-nivka" ajeiv" (vv. 497-498), Cipride porta con sé una grande potenza, sempre vittorie. Lo stesso Eracle le è soggetto.
E' la tota ruens Venus dell'Ode I 19 per Glicera di Orazio.
Seguirà Properzio:"Illa potest magnas heroum infringere vires,/illa etiam duris mentibus esse dolor " (I, 14, 17-18), quella dea può spezzare grandi forze di eroi, ella può costituire un dolore anche per i cuori duri.
La bellezza dunque può distogliere dalla guerra omicida anche i cosiddetti eroi.
Bologna primo marzo 2022 ore 9, 23
giovanni ghiselli
Con chi schierarsi
Un tal Sebastiano Messina scrive su “la Repubblica” di oggi, 28 febbraio 2022, il cui inizio si trova in prima pagina e il seguito a pagina 26. E’ intitolato “Il capo leghista stregato a Mosca”.
E’ un’invettiva contro Salvini perché “diventa improvvisamente pacifista”.
Approvo il NO alle armi letali da qualunque parte provenga
Personalmente ho criticato Salvini fino al biasimo per la maggior parte delle sue prese di posizione, ma questa volta lo approvo. Ogni parola contraria all’impiego delle armi va benedetta.
Invece sentite che cosa viene ascritto a colpa di Matteo Salvini: “Salvini rompe il fronte italiano e avverte Draghi: non voglio che siano inviate “armi letali” all’Ucraina, “e comunque non in mio nome”.
Scrivo queste parole per associarmi a siffatta richiesta e incoraggio Salvini, che non ho mai votato e non voterò, a ribadirla: è non solo giusta dal punto di vista morale, ma gli farà anche guadagnare dei consensi.
Dovrebbero perderli invece quanti politici propugnano la prosecuzione della guerra, che ha già portato innumerevoli lutti, e inneggiano alle sanzioni le quali faranno precipitare nella miseria milioni di Europei.
Quelli che, come questo Messina, plaudono “all’invio di lanciarazzi anticarro e missili antiaerei” da parte della “Francia di Macron e la Germania del socialdemocratico Scholz, e poi l’Olanda, il Belgio, la Slovacchia, la Repubblica Ceca e persino la Svezia e l’Italia che ha fatto la sua scelta” sono partigiani della morte.
Credono che la rovina non li riguardi. Invece ne siamo tutti prossimi, a partire dai malati, dai deboli, dai poveri. Io mi schiero con loro, con la Pace e mi aspetto una liberazione dalle trattative già intavolate.
Bologna 28 febbraio 2022 ore 17, 02
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Siano benedetti i negoziati per arrivare alla Pace.
Sento dalla radio che si aprono i negoziati per trovare un accordo. E’ una notizia bella, buona; è uno spiraglio di luce che mi rallegra. Mi rattrista invece che alcuni mascalzoni dei media ne parlino con avversione. Mi confermano nell’idea che ci sono forze del male incarnate in uomini influenti e di potere i quali vogliono che la guerra continui fino all’annientamento di chi la perderà. Che Dio li maledica.
Che li maledica la Storia.
Bologna 28 febbraio 2027 ore 9, 04
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Una trasvalutazione diabolica
Ho visto in televisione il brutto ceffo di una canaglia che latrava per togliere credibilità e valore al tentativo in atto di arrivare alla pace.
A costui, e a quelli come lui, replico che con il criterio del bene e del male imposto dal potere e dal denaro, i veri beni- la vita, l’amore, l’amicizia, la cultura, la pace- diventano addirittura dei mali.
Bologna 28 febbraio 2022 ore 10, 09
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Ai giovani che scendono in piazza.
Care ragazze e cari ragazzi, guardatevi dal lasciarvi strumentalizzare da quanti cercano già di usarvi schierandovi da una parte o dall’altra del conflitto che secondo questi complici del massacro dovrebbe terminare con l’eliminazione di uno dei belligeranti.
L’unica soluzione auspicabile è una trattativa che porti a un accordo.
Scendere in piazza per gridare forza questo o forza quello non fa che inasprire il conflitto. Brutalità ci saranno state da una parte e dall’altra e devono finire. Non con esplosioni atomiche, come vorrebbero alcuni, ma con un accordo.
Le armi si devono togliere come fecero Kennedy e Kruscëv con i missili situati a Cuba. Non aggiungerle a chi combatte.
Chi fornisce abominosi ordigni ai combattenti si comporta come l’apprendista mago della ballata di Goethe Der Zauberlehring (1797) il quale non riesce a tenere sotto controllo gli spiriti evocati.
Bologna 27 febbraio 2022 ore 18
giovanni ghiselli
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Ordini e ordigni
Rabbrividendo sento una volontà di guerra mondiale da parte di chi dà ordini ai politici nostrani. Una fetore di ordigni sempre più micidiali.
Mi dispiace che manchi o latiti una forza di sinistra capace di levare la voce conto questa brama distruttiva. Qualche parola favorevole al dialogo ha detto, sia pur sommessamente, Salvini tra i parlamentari.
Tra i non parlamentari ha detto parole geopoliticamente esatte Moni Ovadia. Bene ha fatto Prodi a ribadire la giusta teoria della funzione utile alla pace degli Stati cuscinetto.
Rischiamo un dilagare del terrorismo degli Stati e del terrorismo di bande armate.
Le armi consegnate ai civili senza alcun controllo possono finire in qualsiasi mano.
Si deve in tutti i modi fermare questa corsa al rifornimento di strumenti micidiali che possono solo prolungare la guerra e provocare mosse belliche estreme. I crimini contro l’umanità in guerra li commettono tutti,
anche gli “eroi”, e mandare armi ai contendenti, invece di intavolare trattative perché vengano abominate e gettate via, significa accrescere i crimini, intensificarli. E divenirne corresponsabili.
Bologna 27 febbraio 2022 ore 17, 11
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Gli assalti ai forni
Le sanzioni contro la Russia forse affameranno i Russi. Di certo faranno soffrire fame e freddo agli Italiani poveri. Gli affamati non avranno più paura di rivoltarsi: “ nescit plebes ieiuna timere” (Lucano Pharsalia, III, 58). Anche questo è certo.
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