Roberto Mancini aveva dettto che la squadra di calcio italiana non solo si sarebbe qualificata per giocare nel campionato mondiale ma avrebbe potuto anche vincerlo.
Nella scorsa notte di luna, a mano a mano che i minuti passavano il commissario tecnico prendeva sempre più le sembianze di un “Pierrot lunaire”. Al temine della partita veniva in mente piuttosto il “Ridi pagliaccio” di Leoncavallo.
Non voglio infierire contro questo ex calciatore, un marchigiano simpatico, nato a Iesi, come Federico II.
Tuttavia non posso tacere che ieri Mancini è stato davvero emblematico e rappresentativo dell’Italia di oggi che è decaduta dalla nazione della cultura, del buon gusto, e perché no, delle vittorie sportive, a “serva Italia di dolore ostello”. Anche nella decadenza tutto è collegato e interferisce insieme
Bologna 25 marzo 2022 ore 11, 49
Giovanni ghiselli
p. s
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