martedì 22 marzo 2022

L’Ucraina e la dicotomia di ciascun essere umano

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All’Ucraina si addice il mito del Simposio platonico raccontato da Aristofane, personaggio del dialogo.
 
Il  commediografo si esprime per immagini e, con un'antropologia fantastica: interpreta Amore come nostalgia della totalità della natura umana. Ogni persona è una creatura dimidiata che tende a ricongiungersi con la metà da cui è stata divisa. Una bella immagine  significativa di questa sofferta dicotomia rappresenta ciascuno di noi mortali come il segno di riconoscimento di un uomo in quanto siamo stati divisi come le sogliole: "e{kasto" ou\n hJmw'n ejstin ajnqrwvpou suvmbolon, a{te tetmhmevno" w{sper aiJ yh'ttai", quindi ognuno cerca l'altra metà del segno di se stesso:"zhtei' dh; ajei; to; auJtou' e{kasto" suvmbolon" (191 d).
 
" it was like the two halves of a countersign” Era come fossero le due metà d'un segno di riconoscimento"[1].
 
In origine gli uomini erano doppi rispetto a oggi: ciascuno costituiva un intero (Simposio, o{lon 189d)  di forma sferica con quattro mani, quattro gambe e due facce uguali. Inoltre i sessi erano tre: quello maschile che traeva origine dal Sole, quello femminile che derivava dalla Terra, e quello misto, l' androgino, di origine lunare, costituito dalla natura maschile congiunta con quella femminile. Dai primi due tagliati a metà sono derivati gli omosessuali, maschi e femmine, dal terzo gli eterosessuali poiché ciascuno tenta di ricomporre l'unità fratturata cercando ciò che gli è congenere.
 
Zeus volle dividerli perché questi interi erano terribili per forza e vigore- h\n ou\n th;n ijscu;n deina; kai; th;n  rJwvmhn- 190 b 5), avevano grande superbia e attaccarono gli dèi. Allora il dio supremo disse che li avrebbe resi ajsqenevsteroi, più deboli: “diatemw' divca e[kaston” (190d 1 ), taglierò in due ciascuno di loro.
 
Leopardi nella Storia del genere umano sostiene che il massimo della felicità e della forza amorosa è concessa da "Amore, figliuolo di Venere Celeste". E spiega: Quando viene in sulla terra sceglie i cuori più teneri e più gentili delle persone più generose e magnanime; e quivi siede per breve spazio; diffondendovi sì pellegrina e mirabile soavità, ed empiendoli di affetti nobili e di tanta virtù e fortezza, che eglino allora provano, cosa del tutto nuova nel genere umano, piuttosto verità che rassomiglianza di beatitudine. Rarissimamente congiunge due cuori insieme, abbracciando l'uno e l'altro a un medesimo tempo e inducendo scambievole ardore e desiderio in ambedue; benché pregatone con grandissima istanza da tutti coloro che egli occupa: ma Giove non gli consente di compiacergli, trattone alcuni pochi; perché la felicità che nasce da tale beneficio è di troppo breve intervallo superata dalla divina. A ogni modo, l'essere pieni del suo nume vince per sé qualunque più fortunata condizione fosse in alcuno uomo ai migliori tempi. 
 
Ora questa guerra contro l’Ucraina è stata scatenata da Putin - colpevolmente - dopo che la Nato - colpevolmente - aveva chiuso nelle sue spire la parte occidentale della Russia armando i paesi confinanti e rendendoli minacciosi.
La Nato ha fatto quello che faceva Kruscëv con Cuba. La differenza è che il capo sovietico si lasciò persuadere dai fratelli Kennedy a fare dei passi indietro, e gli Stati Uniti a loro volta tolsero i  missili dalla Turchia, mentre questa volta nessuno ha voluto retrocedere.
Nel 1962 si voleva la pace ora si fa la guerra.
Per me era l’anno scolastico della maturità. Portavo all’esame le Troiane di Euripide, una tragedia contro la guerra.  
Poseidone nel Prologo dice:
“E’ stolto tra i mortali chi devasta le città mw'ro" de; qnhtw' o{sti" ejkporqei' povlei",
consegnando al deserto templi e tombe, luoghi sacri dei morti: egli stesso in seguito deve morire ” (vv. 95-97). 
Dedico dunque questo post alle ragazze e ai ragazzi che stanno preparando l’esame che feci quando era il mio turno: nel luglio del 1963.


 
p. s
Ho ascoltato i discorsi di Zelensky rivolto ai parlamentari presenti in aula e la risposta di Draghi a Zelenskj.
Ho preso appunti. Li commenterò più tardi, dopo il giro in bicicletta, nel sole. E’ quanto devo a voi e devo a me stesso.
 
Bologna 22 marzo 2022-ore 11, 42


p.p. s.
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[1] G. Orwell, 1984, p. 155.

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