sabato 26 marzo 2022

L’uomo occidentale, faustiano, prevarrà sempre?


Erodoto, Ovidio e Goethe

Perché si insiste tanto su questa affettata locuzione “mondo occidentale”  contrapponendolo spesso a quello orientale? E per quale ragione l’occidentale è indicato come pregevole, libero, civile, democratico, mentre l’altro è mostrato a dito come incivile, schiavo e infelice?

La propaganda associata a questa guerra è un esempio di tale divisione meritocratica  che del resto risale, che io sappia, alle guerre persiane,

La distinzione tra tirannide persiana e democrazia ateniese è già segnalata da Eschilo nella tragedia Persiani del 472 (v. 213 e v. 242)

Del resto Erodoto nella seconda parte del medesimo V secolo attribuisce un elogio delle democrazia a uno dei nobili persiani impegnati nel dibattito costituzionale avvenuto intorno al 522 a.C. quando Atene era ancora soggetta alla tirannide

Il persiano Otane di Erodoto dunque  dice che l’autocrate

 (III, 80, 6): "novmaiav te kinevei pavtria kai; bia'tai gunai'ka" kteivnei te ajkrivtou"" (III, 80, 5) sovverte le patrie usanze, violenta le donne e manda a morte senza giudizio.

 

"Così il persiano Otane riassume ciò che è in sostanza il motivo comune fra i Greci per l'opposizione alla tirannide"[1]. 

 

 Nelle tragedie il tiranno è il paradigma mitico di questo principio ( Serse nei Persiani di Eschilo, Creonte di Sofocle nell’Antigone e di nuovo Creonte nelle Supplici  di Euripide)

 

Invece il governo del popolo ha il nome più bello continua Otane, -uguaglianza davanti alla legge-: “plh'qoς de; a[rcon prw'ta me;n ou[noma pavntwn kavlliston e[cei, ijsonomivhn ( Erodoto III, 80, 6), poi esercita a sorte le magistrature (pavlw/ me;n ajrca;ς a[rcei ), ha un potere soggetto a controllo (uJpeuvqunon de; ajrch;n e[cei) e presenta tutte le deliberazioni del consiglio all’assemblea pubblica (bouleuvmata de; pavnta ejς to; koino;n ajnafevrei).

 

 I bouvleumata non sono khruvgmata, ordinanze, editti.

 

Questo nobile persiano dunque propone la democrazia, perché nella massa deve stare ogni potere.

 

Vero è che nel dibattito su Otane e pure su Megabizo che propugnava l’oligachia, prevalse il parere di Dario che era favorevole alla monarchia e divenne re,  ma evidentemente tra questi “orientali” non mancava la cognizione di democrazia e tra i maggiorenti c’era chi l’avrebbe preferita.

 

Ora veniamo ai giorni nostri quando non solo si attribuisce all’Occidente la libertà e la civiltà ma anche l’attivismo faustiano che comporterebbe attività costruttiva, capace di costruire e creare ricchezza, benessere per tutti.

 

Il mito di Filemone e Bauci si trova nelle Metamorfosi di Ovidio (VIII, 62o-724) poi nel Faust di Goethe.

 

In entrambi questi autori  Filemone e Bauci sono pii, cioè

rispettosi del sacro, però sono circondati e insidiati da persone che incarnano l'allontanamento dal  sacro:  vicinia impia (689-690) nelle  Metamorfosi, e senza dio gottlos è Faust  (Faust, parte seconda,  V, 1131) che vuole impadronirsi della povera capanna e degli alberi dei due vecchi e otterrà il suo scopo con l’uccisione della coppia anziana non ordinata da lui, tuttavia compiuta dai suoi bravacci perché, si sa,  gli incidenti possono capitare sempre.

 

Ecco dunque che Faust è il tipico uomo occidentale, uno dei fondatori della sua ideologia tuttora in vigore.

 

Filemone e Bauci  di Ovidio saranno «immunes (690) dal male mentre gli empi, inospitali vicini verranno puniti

 

 Nel Faust, invece, è il gottlos il senza dio che trionferà inarrestabile

mentre  i due vecchi pii non verranno risparmiati. Spazio per

il sacro non ve ne è più, ma solo per gli affari anche rapinosi e criminali.

Nel mondo del capitalismo trionfante e assoluto, cioè privo di limiti, l’uomo occidentale sarebbe migliore e più felice di quello orientale che va confutato, umiliato, eliminato.

Su questo argomento, ancora appena abbozzato,  ritornerò se vi interessa cari lettori

 

Bologna 26 marzo 2022 ore 19, 55

giovanni ghiselli

p. s.

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Adesso che ho già studiato e scritto, la mia pietas mi spinge a fare qualche chilometro di corsa. Empia sarebbe una cena immeritata.

 

 

 



[1]C. M. Bowra, Mito E Modernità Della Letteratura Greca  , p. 170.

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