Alcidamante, un allievo di Gorgia, fu rivale di Isocrate il quale “nel 366/365, o qualche tempo dopo, dedicò al tema della schiavitù il suo Archidamo , ponendo in bocca a questo principe, figlio di Agesilao, un discorso in cui si sconsiglia la pace, e si afferma che Sparta aveva pienamente diritto a ridurre i Messenii in schiavitù.
Con l'Archidamo il retore Isocrate può considerarsi lo "storico", per così dire, della mentalità schiavistica spartana in senso stretto (...) L'Archidamo di Isocrate è insomma proteso alla difesa dello schiavismo spartano su una base "storica ".
Nelle Elleniche di Senofonte, invece, neanche una parola sulla fondazione di Messene. In apparenza Senofonte non si è posto il problema. Egli sapeva che il tema dello "schiavismo" spartano era oggetto di una grossa polemica, fra Isocrate e Alcidamante: questi aveva scritto il Messeniaco per mostrare, al contrario del suo eterno avversario Isocrate, che gli Spartani non avevano alcun diritto di tenere i Messenii in schiavitù. "Liberi tutti ci lasciò il dio" diceva Alcidamante; "la natura non ha fatto schiavo nessuno"[1].
Chi sono gli schiavisti oggi? E chi gli schiavi? Decidete voi
Giovanni ghiselli
Bologna 6 marzo 2022 ore 18, 20
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