I ragazzi che muoiono nelle ore di scuola-lavoro sono tutti allievi di scuole povere che indirizzano i ragazzi di famiglie povere a fare gli operai.
Questi “devono” imparare che facendo gli operai si può morire con una probabilità più alta che facendo i notai o i presentatoti televisivi, per esempio.
Le morti degli adolescenti nelle ore “scolastiche” delle scuole per poveri è uno degli aspetti più odiosi delle disuguaglianze cresciute con questo neoliberalismo brutto, sporco e cattivo. Nei licei non si muore. Meno male.
Auspico un movimento culturale di rivolta contro questo sistema tra i più iniqui nella storia dell’umanità.
La mia generazione nel ’68 riuscì a opporsi all’autoritarismo patriarcale, alla repressione sessuale e all’esclusione delle donne da quasi tutto quanto non fosse la famiglia.
Prima o poi, e spero di esserci, di partecipare, anche questa condizione di semischiavitù economica, culturale e politica di gran parte della popolazione provocherà un rifiuto o almeno una messa in discussione dei rapporti disumani i quali condannano tanti uomini e donne fin da bambini a una condizione di servitù, di ignoranza, di povertà economica e culturale, di irrilevanza sociale.
Bologna 26 dicembre 2022 ore 2031
giovanni ghiselli ora vado a correre. giovanni ghiselli
p. s.
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