mercoledì 14 dicembre 2022

Il 1969. 7. I propositi per il tirocinio

Avuta la stanza dunque, andai a posarvi i bagagli, poi uscìi per mangiare. Una cena poco meritata dopo tutte quelle ore seduto. Mi proposi perciò la frugalità. Ero già in buona parte guarito dalla frenesia alimentare dell’obeso. Nel cardo maximus di Cittadella vidi una scritta: Ristorante il Gobbo. Accipio omen, mi dissi: è di buon auspicio. Ordinai un secondo: bollito misto con zucchine, non patate e senza pane, per carità. Non senza un quarto di vino però. E acqua minerale gassata.
Mentre aspettavo la cena, triste ma non deformante, pensavo: "domani comincerò a insegnare. Sono a una svolta a gomito della mia vita. Avrò uno stipendio di 118 mila lire al mese”.
Pochi giorni più tardi avrei saputo che era quanto prendeva Pinelli, il ferroviere anarchico ammazzato.
 “Altre 80 mila me le dà generosamente la zia Giulia grata forse perché andavo tutte le estati a Moena con lei, priva e desiderosa di figli. Quando ci andammo in automobile per l’ultima volta passammo per Cittadella e facemmo la Valsugana fino a Trento.
 Ora questa zia- nutrice  vorrebbe che facessi carriera nella scuola. Come studente sono stato bravo, soprattutto nel triennio liceale quando si traducevano gli autori greci e latini: devo tornare al liceo.
Quello era l’ambiente più adatto e congeniale a me. Anche qui alle medie del resto non dovrò limitarmi a insegnare la grammatica, l’analisi logica e quella del periodo. Lo farò come propedeutica alla lettura e al commento degli autori, quelli più bravi e più capaci di colpire la sfera emotiva dei ragazzini, quindi più memorabili. Anche i Greci e Latini potrò presentare tradotti da me. Essenziale sarà interessare gli allievi: farmi ascoltare. Non basterà ciarlare a vanvera o genericamente di ogni cosa anche mal conosciuta: bisognerà citare pure a memoria gli autori in modo che i ragazzi sentano la loro bellezza, la loro importanza e se ne approprino imparando come funziona bene la  lingua nostra, la nostra koinh; divalekto~, la lingua toscana, oltre questo loro idioma,  e li aiuti a gustare la meraviglia della vita. Dovrò studiare molto ogni giorno.
Non è  tempo di chiacchierare a vuoto, e di vivere a casaccio.
Tutti i pomeriggi di quell’inverno remoto, più le mattine dei dì di festa, studiavo: la geografia e i tecnicismi della lingua italiana per dovere; invece rileggevo con gioia  Omero, Soficle, Euripide, Catullo, Orazio, Dante, Machiavelli, Leopardi. Nei primi tempi però  mi concentrai su  Foscolo che mi pareva il più capace di entrare nel cuore e nella mente dei ragazzi, con l’eco dei classici del resto. Con il carme Dei  Sepolcri, solo nella mia stanza del Motel Palace, mi commuovevo fino alle lacrime. Piangevo perché nei versi splendidamente musicali del maestro educato anche lui dai Greci, trovavo il grado eroico dell’esistenza umana che cercavo anche dentro di me, mi commuovevo siccome ci trovavo il culto della bellezza, delle donne, della poesia, dell’amore, le illusioni cui avevo sempre aspirato anche io considerandoli  valori veri e scopi più congeniali a me di quelli meschini della gente ordinaria, fangosa nel loro pantano, intesa al lucro, alla menzogna, a mettere al mondo altri individui dello stesso stampo.
Potevo insegnare quelle realtà squisitamente umane  mentre parlavo  a dei giovanissimi ancora cerei in virtutem flecti, capaci come la cera di prendere impronte. Volevo lasciare orme buone.
Questi erano i propositi per il mio tirocinio che del resto sarebbe continuato per tutta la vita. 
Gli insegnanti e ogni persone per bene, non dovrebbe smettere mai di  migliorare imparando: "semper homo bonus tiro est ", l'uomo onesto fa  tirocinio per tutta la vita[1]. 

 
Bologna 14 dicembre 2022  ore 10, 51
giovanni ghiselli

p. s.
Statistiche del blog
Sempre1302280
Oggi63
Ieri361
Questo mese3970
Il mese scorso8344
    
 


[1] Marziale, 12, 51, 2. Con questa citazione avrei iniziato lo scritto dell’esame che mi avrebbe aperto la porta dell’alma mater di Bologna nell’aprile del 2010.

Nessun commento:

Posta un commento

Ifigenia CLII. Una lettera supplichevole e una canzoncina irrisoria

  Martedì 7 agosto andai a lezione, poi a correre, quindi in piscina a leggere, nuotare, abbronzarmi, e mi recai anche a comprare un d...