Nel mio piccolo, tutti i giorni, dopo la bicicletta, vado infreddolito, stremato e affamato alla Caritas di San Lazzaro dove mi danno un piatto di minestra calda salvandomi la vita.
Lì socializzo con altri poveri vecchi e ci allietiamo a vicenda.
Ci facciamo due risate contenti di essere vivi e del cibo donato dai nostri Samaritani.
Torno a casa contento e studio per fare del bene a voi che mi leggete e ad altri agli illuminati che mi ascoltano. Fino a sera quando mi scalzo, come i poverelli Francesco, Egidio e Silvestro, quindi mi permetto un bicchiere di latte e un poco di pane.
Così mi mantengo lucido, sano e snello.
Troverei abominevole invece cenare in ristoranti lussuosi, esosi, “esclusivi” come orrendamente si vanta la plebe che li frequenta, per riempirmi la bocca di ciò che finisce nel ventre gonfiandolo et in secessum vadit. Così fanno quelli sine intellectu. Parole del poverello di Betlemme. Un altro poverello mangiava solo miele e locuste. Sono alcuni tra i miei maestri cui devo salute e letizia, da vero poverello quale sono.
giannetto di Pesaro.
Bologna 9 dicembre 2022 ore 9, 13
p.s.
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