NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

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martedì 27 dicembre 2022

La storia di Kaisa. 12. La richiesta della discrezione. Don Giovanni: l’incarnazione della carne

Quel giorno era il 28 di luglio del 1972. La finnica dagli occhi viola e i capelli nerissimi, insomma il mio tipo, dopo la palinka alla prugna disse che di notte aveva pensato a noi due, e siccome io la sera prima avevo detto di amarla, e, anzi, parlando le avevo addirittura prefigurato la catastrofe tragica, l’orrendo burrone dove sarei precipitato qualora il mio amore non fosse stato contraccambiato, e, d’altra parte, per lei non era un sacrificio venirmi incontro dove volevo, anzi ne aveva una gran voglia, ebbene, se potevamo farlo senza disonorare quel buon uomo del marito che la aspettava con il bambino in Finlandia, se poteva contare sulla mia discrezione, non c’era bisogno di chiedermelo, ma certi suoi colleghi invidiosi  avevano occhi puntati, da spie, e bifide lingue tossiche, insomma se fossimo stati attentissimi a non farci notare da tali serpenti velenosi , avremmo potuto mettere insieme, a buon frutto, le nostre reciproche inclinazioni, e vivere un amore non duraturo magari, ma bello sì, proprio bello, bello assai.
“Ho capito, è l’eterno marito questo da tutelare”, pensai.
La zia Giorgia li chiamava “omacci sposati”
Poi le dissi: “Conta sulla mia riservatezza: per fare l’amore con te mi farei tagliare non solo la lingua ma anche l’unico braccio che è rimasto a mia completa disposizione”.
Kaisa fece un sorriso di intesa e accarezzò prima il gesso poi il braccio sinistro..
“Bravo Gianni, arcibravo(3), ce l’hai fatta anche da monco”, pensai.
Ero compiaciuto assai di me stesso. Mi sentivo padrone dell’arte di sedurre donne sposate. Non pensavo che forse l’amore con una donna libera, una non costretta a mentire, può dare maggiore soddisfazione. O lo pensavo ma non lo credevo. Tuttora, con il senno di adesso, non so cosa credere sulle donne e l’amore. So che mi piacciono molto e che divento tristissimo quando a loro non piaccio. Non essere contraccambiati è una grossa disgrazia in tutti i campi ma nell’amore è una tragedia. E’ la vita stessa che ti ripudia. Con il senno maturo magari ci si innamora soltanto dopo essere stati contraccambiati.
“Quelle che non mi contraccambiano, peggio per loro”, penso adesso con un callido anacoluto.
 
 In quel periodo recitavo la parte del Don Giovanni per reazione alle frustrazioni sessuali e mentali subite dalle femmine fino a pochi anni prima: “Ah la mia lista doman mattina d’una decina deve aumentar!”(4) Canticchiavo tra me e me. Poi rivolsi un pensiero di gratitudine alla madre mia che aveva gli occhi e i capelli degli stessi colori intensi, vivaci e spettacolari di Kaisa.
“Ciao mamma” le dissi  “ti sono grato di avermi messo in questo bel mondo, in questa valle di lieti sorrisi. Ora però voglio trasferirmi sul monte di Venere”.
Era già pronto per me e  Kaisa il letto dove i nostri due corpi fiorenti si sarebbero abbracciati  svestiti ricevendo il contraccambio anticipato delle due tombe lontane tra loro, e si sperava remote nel tempo, dove le nostre carni si sarebbero putrefatte e polverizzate.
 

Bologna 27 dicembre 2022 ore 10, 52
Questa storia è la più allegra e leggera della trilogia amorosa. Ne ringrazio Kaisa e chi mi legge condividendo il buonumore che mi suscita mentre la scrivo.

p. s.
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(3) Cfr. Don Giovanni, Mozart-Da Ponte, I, 15,
(4) Don Giovanni, Mozart-Da Ponte, I, 15,

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