Una sera, una delle ultime della Debrecen ’69, Damaris le cui contubernali erano già partite, mi chiese di passare la notte da lei, nel suo letto. La fanciulla di Monaco era una ragazzona tipicamente tedesca. Tanto che una volta Fulvio domandò: “ come fanno a chiamarla kisásszony[1]? E’ grande come una casa!”
“Fulvio, ricordi Tacito?”, gli feci e citai alcune parole dalla Germania:
“Sera iuvenum venus, eoque inexhausta pubertas. Nec virgines festinantur; eadem iuventa, similis proceritas; pares[2] validaeque miscentur, ac robora parentum liberi referunt " (20, 3).
Quindi lo tradussi perché eravamo in lieta brigata di Italiani e non tutti conoscevano il latino: “viene tardi l'amore per i giovani, perciò la virilità non è indebolita. Neppure alle vergini si fa fretta; hanno lo stesso vigore giovanile, un analogo sviluppo fisico; si maritano ugualmente vigorose, e i figli rinnovano il vigore dei genitori”.
Comunque Damaris era appetibile. Poi mi piaceva per l’onestà ingenua e intelligente nello stesso tempo. Perciò al suo graditissimo invito risposi: “arrivo da te tra venti minuti”. Andai di corsa a fare una doccia, assai contento di quella notte a venire che in mente avevo. L’amore con un’amica buona e fidata può dare maggiore soddisfazione che con un’amante magari più bella, però perfida più del demonio.
Quando mi trovai in sua compagnia nel soffice buio del letto ero tutto contento, ma dopo qualche bacio e carezza più che altro amichevole, la ragazza mi chiese di non fare l’amore perché lei aveva subito un trauma quando era bambina e provato disgusto per i maschi prima di conoscere me: già sentiva di amarmi e mi avrebbe amato ancora di più se non lo avessimo fatto. Quindi si mise a piangere. E’ vero che feminis lugere honestum est pensai, ma non sarebbe stato ancora più honestum e salutare fare l’amore? Però non glielo dissi e, sebbene volessi farlo più che mai, stuzzicato da quelle lacrime, trovai opportuno assecondarla senza insistere, senza discutere né farle domande sull’argomento che mi incuriosiva ma era doloroso per lei. Il giorno seguente e poi per mesi ebbi la sua gratitudine e il conforto dell’ospitalità a Monaco durante l’inverno di Cittadella, e io stesso fui contento di essermi comportato così “bene” poiché in cambio della rinuncia al piacere e al soddisfacimento della mia vanità virile, avevo conservato l’amicizia di una cara persona e ne avevo tratto una soddisfazione morale.
Bologna 12 dicembre 2022 ore 11, 58
giovanni ghiselli
p. s.
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[1] Signorina
[2] Questa società sana non rifiuta la parità tra maschi
e femmine. Si ricordi quanto si è detto a proposito della paura della donna (in
partcicolare cfr. Titi Livio XXXIV 2 e Marziale VIII 12).
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