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lunedì 12 dicembre 2022

Il film Chiara. Seconda versione riveduta e corretta.

Il film Chiara. Seconda versione riveduta e corretta.

La prima ha avuto 17 commenti e una condivisione.  

 

Ieri sera ho visto Chiara, il film di Susanna Nicchiarelli interpretato da Margherita Mazzucco quale protagonista.

Prima della proiezione e dopo, hanno parlato la regista, l’attrice, l’attore Andrea Carpenzano che interpretava Francesco, e Gianluca Farinelli il direttore della Cineteca di Bologna. Alcuni del pubblico hanno posto delle domande. Una bella serata, ce l’ho ancora nella mente e nel cuore.

 

Sono molto belle le parti corali cantate e danzate e per questo mi è venuta in mente la tragedia greca, soprattutto le Baccanti di Euripide con una forte presenza del dionisiaco.

 

Meno interessanti le scene dialogate.

 La regista è animata da un femminismo intelligente che si era già visto nel precedente Miss Marx che  mi era piaciuto anche di più.

Il difetto di Chiara secondo me, e l’ho detto alla regista nella fase della discussione dopo la visione del film, è lo scarso rilievo dato alla figura di Francesco il quale è un personaggio pressocché insignificante rispetto a quella della santa. Il povero santo dunque è minimizzato mentre altre figure maschili come uno zio di Chiara e il Papa Gregorio IX vengono criminalizzate o ridicolizzate.

 

Credo che anche Chiara avrebbe preso risalto da una maggiore presenza e consistenza di Francesco.

 

Questa tendenza delle femministe, anche intelligenti come Susanna Nicchiarelli, a rendere insignificanti gli uomini o abbassarli per esaltare le donne, mi pare che non renda un buon servizio alla causa.

 

Del resto il film è bello per le splendide parti corali, ripeto. Colpiscono anche la sfera emotiva e rimangono impresse.

 

Questo film mi ha fatto venire in mente Euripide non solo per le Baccanti ma anche per la denigrazione dei personaggi maschili presentati dal drammaturgo ateniese in diverse tragedie: Alcesti, Medea, Andromaca, Troiane e   altre di cui non faccio l’elenco.

Una deminutio dell’uomo rispetto alla donna che non manca in Sofocle: nell’Antigone soprattutto.

 

Dunque il film è da vedere. Ne parlerò martedì all’Università Primo Levi  di Bologna dove presenterò per due ore Medea e Baccanti appunto, e il 20 dicembre al liceo Augusto di Roma dove terrò una lectio magistralis di altre due ore sul potere, un tema presente nel film che ha una dimensione politica messa in  evidenza nella figura di questa ragazza la quale sceglie di diventare la persona che è, arrivare a essere se stessa anche affrontando enormi difficoltà e duri contrasti, piuttosto che fare una vita non sua, una vita usuale, insignificante e inutile all’umanità di Chiara e alla nostra.

 

Una bella frase che ha detto la Nicchiarelli è che il film vuole insegnare che è possibile una vita diversa da questa che molti vivono, che un  potere autoritario e antiumamo vorrebbe  imporre a tutti attraverso una propaganda rozza, sfacciata, menzognera e una pubblicità martellante.

La buona letteratura e il cinema buono costituiscono una difesa della nostra autonomia. Ci dotano di capacità logiche, di logos come parola e come pensiero, di facoltà critiche, di qualità etiche ed estetiche.

 

Bologna 12 dicembre 2022 ore 12, 22 giovanni ghiselli

 

p. s.

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