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Nel quotidiano “la Repubblica” di oggi leggo in prima pagina: “A un anno dall’omicidio di Giulia Cecchettin , il ministro dell’Istruzione Valditara mette in relazione i reati sessuali con l’aumento dell’immigrazione illegale e nega la cultura del patriarcato”.
Il patriarcato nella letteratura nasce con l’assoluzione di Oreste il matricida nelle Eumenidi di Eschilo. Apollo lo difende sostenendo che "La cosiddetta madre non è la generatrice del figlio (tevknou tokeuv~ ), ma la nutrice (trofov~) del feto appena seminato: genera (tivktei) il maschio che la monta; colei come un ospite con un ospite salva il germe (e[rno~), per quelli ai quali gli dèi non l’abbia distrutto"(vv. 658-661).
Le Erinni invece vorrebbero il sangue di Oreste: "il sangue materno versato a terra, oh, non si raccatta: il liquido versato al suolo è perduto. Ma bisogna che tu in cambio mi dia che da te vivo possa ingozzare denso liquido rosso dalle membra"vv. 261-265).
Prevale Apollo appoggiato da Atena e l’assassino della madre e vendicatore del padre viene assolto.
Nell’ Oreste di Euripide, il matricida, per scagionarsi, utilizza il medesimo argomento della generazione patrilinea.
Infatti dice al nonno Tindaro che lo ha accusato di spietatezza, poiché non si è fermato nemmeno davanti al seno della madre: “path;r me;n ejfuvteusen me, sh; d j e[tikte pai'~,-to; spevrm j a[roura paralabou's j a[llou pavra:-aneu de; patro;~ tevknon oujk ei[h pot j a[n” (vv. 552-554), il padre mi ha generato, tua figlia mi partoriva,/un campo ha preso il seme da un altro:-senza il padre non ci sarebbe mai un figlio.
Ma il coro di donne argive nell’epodo del secondo stasimo di questa tragedia ribatte che non c’è sulla terra malattia, pianto, pena più grande che versare con la propria mano a terra il sangue della madre ammazzata (vv. 832-833).
La logica dei Greci è aperta al contrasto:
Santo Mazzarino, autore di Il pensiero storico classico riconosce alla cultura ellenica una maggiore disponibilità a considerare e accettare punti di vista diversi tra loro :"La nostra logica è rettilinea, astratta: quella dei Greci è sempre aperta al contrasto. Nell'Oresteia di Eschilo Divka Divkai (xymbaleî ) "Dika si scontrerà con Dika" Coefore 461:" [Arh" [Arei xumbalei', Divka/ Divka". ci possono essere due Dikai, due Giustizie nel caso dell'Oresteia , quella "matriarcale" di Clitennestra ( e delle Erinni, a cui il ghénos di Eschilo non può sacrificare) contro quella "patrilinea" di Oreste (e di Apollo, il dio degli Alcmeonidi legati al ghénos Eupatrida di Eschilo).
Ma per il povero Valditara la logica aperta al contrasto è incomprensibile.
Lui ha imparato il suo catechismo e lo ripete. In un altro articolo dello stesso giornale, nella medesima pagina Michela Marzano scrive: “Ascoltare le parole del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, pronunciate ieri in occasione della presentazione della fondazione dedicata a Giulia Cecchettin, lascia sgomenti”.
Io resterei sgomento se tale ministro dicesse parole intelligenti, colte, ornate o almeno sensate.
Bologna 19 novembre 2024 ore 19, 38 giovanni ghiselli.
p. s.
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