12. ll gioco nella paideiva comporta un gareggiare che stimoli con premi e conceda degli intervalli. Quintiliano. Fedro. Remissio e lusus però non devono significare mollis educatio. Un esempio di educazione sbagliata (quella di Cambise e Smerdi) nelle Leggi di Platone. Tucidide: amiamo la cultura senza mollezza. La Mastrocola. Hesse. Platone. W. Jaeger.
13. Un tovpo" funzionale all'educazione: la condanna della stupidità. “La pietà suprema sarà per i Greci l'intelligenza” (la Zambrano). “Nel nostro tempo non può scindersi l’amare dal capire” (Pasolini). T. Mann: l’intelligenza e l’indulgenza fanno parte della bontà umana. Eschilo. Sofocle. Euripide. Aristofane. Arriano e un caso di scarsa saggezza di Alessandro Magno. Lucano e la pazzia criminale di Alessandro. Ungaretti. Ehrenberg. Rhetorica ad Herennium. Orazio.
13. 1. Altri topoi molto diffusi: tw/' pavqei mavqo" in ampio quadro. Tw/' pavqei kavllo~.
La condanna della tirannide, il diritto del più forte, l’imperialismo, l’ esecrazione del denaro e del potere. Seneca e Manzoni.
Il biasimo dell’ uomo privo di bisogni spirituali. Fedro, Sallustio, Platone. La bellezza con semplicità.
13. 2. Un tovpo" può avere due o più aspetti. La mutatio locorum. La religione. L’economia. L’ossimoro “guerra santa”. Euripide (Ifigenia in Aulide). La guerra fatta di propaganda: Alessandro Magno e Dario III in Curzio Rufo. Il console Claudio Nerone prima del Metauro.
La propaganda contro la guerra: Omero, Eschilo, Visconti (film Senso), E. Fromm (Anatomia della distruttività umana), Sofocle, Empedocle, Aristofane (Acarnesi e Pace), Euripide (Troiane, Elena, Elettra, Oreste), Christa Wolf, Virgilio, Orazio, Tibullo, Curzio Rufo.
L’età dell’oro: Esiodo, Virgilio (Eneide e Georgica I con il veternus) Ovidio (Metamorfosi, Ars amatoria e Medicamina faciei ) Lucrezio, Orazio (Epodi VII e XVI, Carmen saeculare) Leopardi: Storia del genere umano.
14. Topoi gestuali. Ostensione del ventre. Giocasta nell’Oedipus e nelle Phoenissae di Seneca.
Excursus sul matricidio: l’Agrippina di Tacito e Agrippina dell’Octavia pseudosenecana. Il matricidio visto in modo problematico. L’orrore dell’uccisione della madre viene attenuato da Apollo e da Atena nelle Eumenidi. Nerone nei teatri recitava la parte di Oreste, il matricida giustificato. L’assoluzione di Oreste viene interpretato quale vittoria del patriarcato e, da Freud, come “progresso di civiltà”. Proust considerava l’assassinio dei genitori un delitto di dignità mitologica.
Altro topos gestuale: quello della Messalina di Giovenale.
14. 1. Altri gesti di donne. Le donne dei Germani in Tacito impediscono la fuga degli uomini in battaglia con l’ obiectus pectorum; in Plutarco (Vita di Mario) combattono e muoiono con maggior coraggio dei maschi.
Budicca in Cassio Dione.
Le Persiane di Nicolao di Damasco e l’esplosione femminile della sublata vestis.
Ovidio e le Sabine con le chiome sciolte.
14. 2. Filarco viene criticato dal pragmatico Polibio per la presenza di gesti patetici nelle sue Storie “tragiche”. L’eccidio di Mantinea (223 a. C.). Le torture degli iraqeni. Giuliano Ferrara e Marco Travaglio. Le Baccanti di Euripide e le Deux femmes courant sur la plage di Picasso. La storiografia drammatica è mal reputata. La teatralità di Demetrio Poliorcete, quella di Antonio e quella di Cleopatra. La maschera tragica e la maschera comica di Antonio (Plutarco).
14. 3. Topoi gestuali. Il seno mostrato al proprio figliolo. Ecuba a Ettore nell’Iliade. Clitennestra a Oreste nelle Coefore.
14. 4. Il bacio al letto di morte (Alcesti, Deianira e Didone) e a quello della stanza della vergine (Medea nelle Argonautiche).
14. 5. L’abbraccio e l’addio frustrati dalla spietatezza del mondo dei morti: Odisseo e la madre Anticlea; Orfeo e Euridice nella quarta Georgica; Enea e la moglie Creusa; Enea e il padre Anchise nell’Eneide; Orfeo e la delicatezza di Euridice nelle Metamorfosi di Ovidio. Dante e Casella.
14. 6. Salvatore Settis: i tovpoi gestuali si presentano e si trasmettono anche nelle arti figurative le quali riprendono periodicamente gli elementi lessicali tratti dall'arte classica. Nicola Pisano, Giotto e Raffaello.
15. Il lavoro sui topoi è sempre “in progresso”.
16. Alcune parole chiave. Loro polivalenza.
16. 1. L’ambiguità del linguaggio. Secondo Freud l’ambivalenza di talune parole, come l’aggettivo sacer per esempio, riflette l’ambivalenza affettiva di certi rapporti umani, soprattutto parentali. Il latino come lingua della psicoanalisi e come lingua del pudore.
16. 2. Le due u{brei" di Settembrini (La montagna incantata di T. Mann). Ci sono anche due forme di e[ri~ (Esiodo) e di aijdwv~ (Ippolito di Euripide). I significati delle parole possono capovolgersi, e pure quelli dei personaggi della tragedia (Edipo), o della storia (Dario III): da re a farmakoiv.
16. 3. L’apprezzamento della pudicitia viene capovolto dal malcostume dell’adulterio.
La pietas sovvertita o criticata. Plauto (Asinaria). Ovidio smaschera e ridicolizza il “pius” Enea denunciando il suo ruolo di seduttore.
16. 4. Si possono smontare altri pezzi della pietas di Enea. I sacrifici umani e la ferocia del figlio di Venere.
La barbarie di quanti praticavano i sacrifici umani: gli Etruschi, i Tirii, i loro coloni Cartaginesi, gli stessi Romani (la questione appenninica), i Celti, i Galli e i Britanni.
16. 5. Aspetti di pietas autentica. Contro l’insepoltura (Odisseo nell’Aiace) e contro i sacrifici umani ( l’Ecuba e l’Ifigenia fra i Tauri di Euripide, le Troiane di Seneca). Contro la pena di morte.
16. 6. Ambiguità (oJmwnumiva) di novmo". Antigone e Creonte. Callicle nel Gorgia. Don Lorenzo Milani. Antifonte sofista, Giocasta delle Fenicie di Euripide e l’uguaglianza come legge cosmica.
16. 7. Aulo Gellio sull’ambiguità delle parole. Il cultus (gradito, oppure ingannevole) di Ovidio e quello (levis ac parabilis) di Alessandro Magno. Le cicatrici come decorazioni, come bocche mute o parlanti. Pirandello e l’impossibilità di intendersi attraverso le parole. L’ambiguità può riguardare una persona (Nerone), una situazione, e anche un intero dramma. Jan Kott: l’Alcesti di Euripide e il tappeto rosso dell’Agamennone di Eschilo. La Mastrocola: l’ambiguità è ricchezza di significati. Frasnedi. Morin e la polisemia del concetto: la parola “cultura” è un vero e proprio camaleonte concettuale.
16. 8. Il mito. Hillman. Pluralità di significati di alcuni personaggi mitici. G. B. Conte. Eracle e Dioniso.
Excursus su politeismo, monoteismo e democrazia. Cacciari. Pasolini: l’espressione “democrazia cristiana” è una contraddizione di termini. Freud: L’uomo Mosé e la religione monoteistica. Alfieri e Dostoevskij: critiche al cattolicesimo.
Vari significati del mito. Nietzsche. Miti di origine: di nuovo Hillman. Il mito di Er. Morin, Pasolini e il film Medea. Cesare Pavese.
Kundera: diversi miti antichi partono dalla compassione di qualcuno che salva un bambino abbandonato. Mosè, Edipo, Cipselo e altri casi di compassione. Il film Orizzonti di gloria di Stanley Kubrick: “ the noblest impulse of man, his compassion for another”.
Difficile e molto tardiva è la distinzione tra mito e storia. Erodoto, Tito Livio, Curzio Rufo, Arriano. La storia nasce dalla poesia. Vico e Pavese.
S. Mazzarino a proposito del rapporto tra le Storie di Polibio e la tragedia storica romana (Clastidium di Nevio e Decius di Accio). Calvino suggerisce di prendere il mito alla lettera
16. 9. Oggetti, persone e divinità polivalenti. Il letto . L’oro. La via coperta di porpora ( di nuovo “il tappeto rosso” ). La porpora di Dario III, “l’eroe del dolore”[1]. Anche il Cristo Ecce homo presentato da Pilato è vestito di porpora. La fiaccola e la fiamma. Properzio, Ovidio, Stazio, Apuleio, Apollonio Rodio.
16. 10. Polisemia degli animali. L'usignolo e la rondine ( con aprile). Il cane. Anche il classico può essere variamente interpretato (S. Settis).
Bologna 18 novembre 2024 ore 11, 34 giovanni ghiselli
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