40. Altri dubbi : I Romani, gens togata, sono stati pacificatori e civilizzatori, oppure raptores orbis, ladroni del mondo?
L’ultima età è quella dell’oro, oppure, segnata com’è dall’avidità e dall’ambizione, è piuttosto simile a quella del ferro? Risposte diverse: Virgilio (Eneide, I, VI, VIII ), Orazio (Carmen saeculare), Ovidio con due posizioni diverse ( Ars amatoria e Metamorfosi), Petronio (Bellum civile), Sallustio (De coniuratione Catilinae) . Riferire il punto di vista del nemico fa parte della “obiettività epica” della storiografia precristiana: Tacito (Calgaco nell’Agricola) e Sallustio lettera di Mitridate ad Arsace nelle Historiae).
Limiti dell’obiettività degli storiografi antichi. Tucidide (Cleone), Sallustio (i nobili romani), Tacito (gli imperatori). Fine dell’obiettività: Paolo Orosio. Proclamazione di imparzialità all’inizio delle Historiae e degli Annales. Luciano: Come si deve scrivere la storia.
Foscolo e i Romani “ladroni del mondo”.
Lucano e l’incipit della Pharsalia quale anti-Eneide.
La distruzione dei grandi miti augustei. Il gesto autodistruttivo del “popolo potente” ”, in suă victrici conversum viscera dextrā (Lucano, Pharsalia, I, 3), corrisponde a quello di Agrippina negli Annales e di Giocasta nell’Oedipus di Seneca
41. Bisogna spiegare l’autore con l’autore stesso ( cfr. Aristarco), e con altri (Anonimo Sul sublime, Quintiliano, Leopardi, etc.) .
42. L’attenzione degli studenti e la nostra sono entrambe dovute: “ non reddere viro bono non licet ”. Alfonso Nitti (Una vita di Svevo). La componente affettiva: Settembrini e Naphta “i due avversari nello spirito” del romanzo La montagna incantata. Montaigne e il dovere dell’ascolto. Paideia si associa a eros: Morin, Pasolini. Il ciarliero non ascolta. Biasimo della chiacchiera: Plutarco (De garrulitate), Orazio e il garrulus malefico (Satira I, 9).
43. Lo stupore si confà all’attenzione. Dal meravigliarsi nascono la filosofia e la poesia. Aristotele.
Contro i filosofI: Socrate ricorda “l’antica ruggine” tra poeti e filosofi. Musil, Leopardi, Nietzsche .
La poesia: Sofocle (Filottete), Pascoli Il fanciullino .
44. Lo studiato va messo in relazione con il vissuto.
Il mito e la pubblicità. Bettini e Aconzio di Callimaco. Pindaro e le magliette. La pubblicità deve essere smontata da un educatore. Don Milani. Tucidide: gli uomini e le cose. Citati: gli uomini devono trovare un giusto rapporto con le cose. Epicuro: tra i desideri (tw'n ejpiqumiw'n) alcuni sono solo naturali (fusikaiv), altri anche necessari (ajnagkai'ai). Altri sono vani (kenaiv).
Tutto ciò che è naturale richiede solo quanto è facilmente procurabile (eujpovriston) . Ciò che è vano invece è difficile da procacciarsi: to; de; keno;n duspovriston. Cicerone: non esse emacem vectīgal est. Cornelio Nepote. I Malavoglia. Carlos Ruiz Zafòn. Marziale.
Leopardi: bisogni reali e falsi bisogni di cose non necessarie in contraddizione tra loro. La decadenza dell’automobile.
La manipolazione e il controllo delle emozioni da parte degli “advertisers”[1]. Il mercato decide quali sono i bisogni della gente.
45. Il greco salva la vita: Plutarco (Vita di Nicia), Euripide che emancipa dalla schiavitù, e Canetti (La lingua salvata).
46. La cultura contribuisce alla crescita della persona e sa trattare come vivo ciò che è vivo. Tolstoj, Nietzsche e l’uomo alessandrino[2]. il Museo, la biblioteca di Alessandria e gli “scarabocchiatori libreschi” canzonati da Timone di Fliunte. Cicerone: gli inutili individui sepolti nell’erudizione avulsa dalla vita e l’ umbraticus doctor di Petronio. Luciano nella Storia Vera si prende gioco della “questione omerica”. Platone: la rivolta dei poveri snelli e abbronzati conto i ricchi pallidi e grassi fa cadere l’oligarchia. Seneca: il De brevitate vitae e la presunta filologia di fatto malsana. Quintiliano: il ragazzo non deve impallidire a ammuffirsi in una vita umbratile e solitaria. Aristofane: le Nuvole contro i maestri pallidi. Annoiare è il crimine degli imbecilli. Goethe. Nietzsche: Zarathustra contro i dotti. Fellini: contro uno studio di tipo catastale. Hesse: il maestro deve avere la capacità di attirare e influenzare. Leopardi e la reputazione degli Italiani quali “custodi di musei”. Il sapere non è sapienza nelle Baccanti di Euripide
Bologna 22 novembre 2024 ore 19, 27 giovanni ghiselli
[1] Pubblicitari.
[2] La cultura alessandrina fiorì sotto il patrocinio dei Tolomei, a partire da Tolomeo I Sotèr che divenne satrapo dell’Egitto dopo la morte di Alessandro Magno (323 a. C.), assunse il titolo di re nel 305, e morì nel 283. Ulteriore impulso venne dato dal suo successore Tolomeo II Filadelfo che fu correggente dal 285, regnò dal 283 al 246 a. C., poi da Tolomeo III Evergete (246-221 a. C.).
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