NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

Ciclo di incontri alla biblioteca «Ginzburg». Protagonisti della storia antica

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lunedì 25 novembre 2024

Metodologia XII Indici dei capitoli 64-70 con gli argomenti e qualche citazione .

64. Il Caos non viene mai vinto del tutto. La nascita della tragedia: il barbarico primitivo, l’apollineo, il dionisiaco che trasforma in fenomeno d’arte la negazione del principium individuationis. La tragedia attica è insieme Antigone e Cassandra. I quattro grandi periodi artistici. Morin. Eraclito.  La lotta dell’ordine contro il caos è il tema di tutta la cultura greca arcaica e classica. Hesse e Hillman: una vita nobile ed elevata combatte Demoni, Giganti e Titani, gli eterni nemici della cultura. Senofane, la Yourcenar. Un lato della pittura è rivolto al “caos avido di confondere innumerevoli mondi”[1]. Riccòmini:  Tiziano come maestro di una “godibile casualità”. Freud: l’Io il Super-io e il caotico l’Es. Zarathustra: solo il caos può partorire una stella danzante. Fromm. L’istinto non va eliminato né penalizzato, ma indirizzato. Pasolini: l’irrazionale non può né deve essere eliminato; le Erinni devono diventare Eumenidi; bisogna trasformare le maledizioni in benedizioni. Oreste nelle Coefore: voi non le vedete, ma io le vedo. Eliot: Sweeny agonista e Riunione di famiglia. Nerone, tormentato dalle Furie, recitava a teatro la parte di Oreste: il matricida assolto. 

D’Annunzio e l’uomo moderno come centauro storpio e mutilato. Ancora Freud, Bernardin De Saint-Pierre T. Mann. Dodds:  the ‘moral’ of the Bacchae is that we ignore at our peril the demand of the human spirit for Dionysiac experience. W. Golding. L’amore per la terra. Di nuovo lo Zarathustra di Nietzsche e Alioscia Karamazov che bacia la terra. La cura di Anteo in T. Mann.

Anteo era un gigante libico che uccideva i viandanti e acquisiva forza dal contatto con sua madre, che poi è la madre di tutti, la Terra. Ercole dovette sollevarlo dal suolo e togliergli il contatto con la madre per strozzarlo:"La civilizzazione e l'intellettualità sono belle cose, sono grandi cose, non vogliamo certo negarlo. Ma senza quella che noi un giorno definiremo la compensazione di Anteo, sono rovinose per l'uomo e creano la malattia"[2].

 

64, 1.  Nietzsche vede in Socrate il padre della decadenza per  il suo istinto “degenerante” che, invece di spingere, trattiene, e si oppone alla vita, e all’arte, con risentimento.

 

65. Galimberti e la letteratura come educazione delle emozioni. I casi della cronaca e quello di Octavia, la giovinetta fatta sposare per forza a Nerone.

"Octavia quoque, quamvis rudibus annis, dolorem caritatem omnes adfectus abscondere didicerat" (  Tacito, Annales, XIII, 16), anche Ottavia, sebbene non scaltrita dall'età[3], aveva imparato a nascondere la pena, l'amore e tutti i sentimenti. Non le bastò a salvarsi la vita.

 E’ bene che i ragazzi imparino a conoscere e a esprimere  i loro affetti.

 

65. 1. Conoscere è anche amare. Catullo, Ovidio, Stazio. Fromm e Galimberti. Una “conoscenza” problematica: la nascita di Gesù nel  Vangelo secondo Matteo (I, 25). I rapporti di Maria e Giuseppe dopo il parto. La traduzione ufficiale falsata  e l’invettiva di Celso. Gesù e i suoi fratelli (Matteo, 12, 46). Gesù e Alessandro Magno che si diceva figlio di Zeus.

 

66. Homines, dum docent [4] discunt (Seneca). Semper homo bonus tiro est (Marziale). Gli scolari ci insegnano molto. Morin. Il potere incontrollato della televisione (Popper) deve essere denunciato . Essa dà informazioni false e colonizza l’inconscio (Luperini). Pasolini e l’omologazione televisiva. Contro la televisione, macchina della volgarità e della meschinità. Le opportunistiche reticenze televisive di Moravia, Bassani e Attilio Bertolucci.  G. Bocca e il trionfo televisivo del facile. La scuola fatta per Lucignolo (Mastrocola e Pirani). I risultati eccellenti richiedono fatiche[5] e pure rischi. Sarpedone nell’Iliade e Alessandro Magno nella Vita di Plutarco.

Contro i luoghi comuni del non pensiero e della faciloneria dobbiamo presentare l’uomo come problema. Molte sono le cose inquietanti e nessuna è più inquietante dell’uomo (Antigone, vv. 332-333). La personificazione della Natura nell’operetta morale di Leopardi.

Cacciari: il dubbio non va eliminato.

Leopardi e Cartesio. Morin: il dubbio come lievito di ogni attività critica. Lode del dubbio di B. Brecht. La lettera a un bambino mai nato della Fallaci. Leopardi e la meschinità d’animo di chi “non è capace o è difficile al dubbio”.

 Un problema che suscita grandi dubbi: quello dell’ereditarietà delle colpe. Eschilo (Sette a Tebe, vv. 742-757), Sofocle (Antigone, vv. 853-856)  e Pasolini: l’infelicità dei giovani nelle Lettere luterane. Il Timone d’Atene.

 

67. L’educazione attraverso gli esempi chiari. Sofocle, Platone, Seneca, Nietzsche, Orazio. L’esempio concreto è la stella polare nell’educazione antica. A Telemaco viene suggerito l’esempio di Oreste nell’Odissea. Il realismo è greco (Pavese). Che cosa è il realismo secondo Murray.

 

68. Critica di tutti i luoghi comuni che non accrescono la vita.. Ogni persona deve assecondare la parte migliore del proprio carattere. Seneca. Cicerone. Dostoevskij. Sofocle e Fromm. Nietzsche. Wilde.

La parabola di Kafka con il paraklausivquron anomalo.

Ortega: l’infelicità è lo squilibrio tra il nostro essere in potenza e il nostro essere in atto. Hesse, Márquez.  Prendere le distanze anche dai genitori: Il Vangelo di Giovanni e quello di Matteo. il Doctor Faustus di T. Mann (in nota). Stazio: Achille dice alla madre: “paruimus nimium!”. Di nuovo Fromm. Diventare se stessi prima di morire. L’Adriano della Yourcenar. Màrai. Orwell. Céline.   Pindaro: “diventa quello che sei”.  Nietzsche: Amor fati, das ist meine innerste Natur. Eraclito. Döblin. Menandro: che cosa gradevole (cariven) è l’uomo, quando è uomo davvero! Vernant: l’uomo cessa di essere un’entità gradevole quando non assomiglia (ajeikhv~) a se stesso.

 

69. Pessimismo e ottimismo pedagogico. Pindaro. Euripide:  Ecuba (oJ me;n ponhro;" oujde;n a[llo plh;n kakov") e Supplici ( “hJ eujandriva-didaktovn). Protagora in Platone: paraskeuasto;n ei\nai ajrethvn.ù

 

70. Conclusione etica:  la felicità ha bisogno del bello morale e non vi è profonda felicità senza morale profonda. Moralità è favorire la vita, immoralità danneggiarla. Chi danneggia la vita prima o poi viene sconfitto.

La scuola deve dare  un’educazione morale.

 

Bologna 25 novembre 2024 ore 19, 33 giovanni ghiselli

 

p. s.

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Ho concluso l’indice. Procederò con l’esposizione dell’intera opera preparata nei dieci anni in cui ho insegnato didattica della letteratura greca a contratto nellìUniversità di Bologna.

E’ stata in parte pubblicata dalla UTET negli Atti del Convegno Internazionale tenuto a Torino-Ivrea 21-22-23 ottobre 2003-

 


 

 

 



[1] Cfr. Lucano, Pharsalia, VI, 696.

[2] T. Mann. Carlotta a Weimar, p. 403.

[3] Tacito ha appena raccontato l’avvelenamento di Britannico da parte di Nerone. Siamo nel 55 d. C. e Ottavia ha solo quindici anni. 

[4] Qualche tempo fa un sedicente “professore”, un presentatore assai seguito di cui non ricordo il nome, certo Mirabella forse,  ha sentenziato “dum docunt (sic!) discunt”, oltretutto in un contesto elogiativo dello studio del latino. 

[5] Cfr. 3.

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