Metodologia 21, 2. Il congiuntivo potenziale e l’ ottativo spiegati da Musil e da Steiner.
Sul congiuntivo potenziale si può fare dell'ironia citando Robert Musil:"Ulrich scrisse nel componimento…che probabilmente anche Dio preferisce parlare del mondo da lui creato servendosi del congiuntivo potenziale (hic quispiam dixerit…) perché Dio fa il mondo e intanto pensa che potrebbe benissimo farlo diverso"[1].
Sull'uso dell'ottativo da parte di Antigone, anzi dei personaggi femminili in generale, c'è una considerazione interessante di George Steiner:" La prima impressione è che il linguaggio femminile sia più ricco di quello maschile in quelle sfumature di desiderio e di progetti futuri note in greco e in sanscrito come ottativo; si ha l'impressione che le donne esprimano molto più frequentemente propositi ipotetici e promesse velate"[2].
Metodologia 22. I giovani vogliono cultura e tolleranza.
Da qualche tempo c'è chi sostiene che bisogna dare valore alla cultura tecnico-professionale. Io affermo che senza un poco di idealismo arriveremo a scannarci l'un l'altro.
Qui a Bologna una studentessa di liceo ha fatto un intervento significativo in una riunione insignificante di burocrati attenti solo ai numeri e al potere, al loro potere. Parlavano di tutto tranne che di cultura e di educazione. La ragazza ha chiesto che la scuola vada incontro ai bisogni di tutti, e alla domanda:"quali sono i bisogni di tutti?", ha risposto: "la cultura e la tolleranza"[3].
Ebbene la cultura non può essere priva di idee, ideali, idealità.
22. 1. Tolleranza e intolleranza. Il relativismo erodoteo.
Da qualche tempo serpeggia una forma di intolleranza verso le altre culture, in particolare verso quella musulmana .
Diversi anni fa lessi in un giornale reputato progressista queste parole a proposito dei secondi Giochi Islamici , riservati alle donne:"Siamo fantasmi, per una settimana. Fantasmi che svolazzano. Rondini nere, marroni, verde scuro, nei nostri chador, nei nostri impermeabili dall'orlo lunghissimo. Fantasmi insaccati come salami..." e così via con il biasimo o l'irrisione di costumi diversi dai nostri fino all'incredibile "Si divertono, in maniera schifosa, ma si divertono". E’ un esempio della “giornaliera luce/delle gazzette”[4].
Ho citato Emanuela Audisio dalla prima pagina di la Repubblica del 16 Dicembre 1997. Questa è la china in fondo alla quale, e speriamo sia davvero il fondo, alla fine del 2006 una donna, una vicina di casa è arrivata a sgozzare un bambino figlio di un arabo con la madre, la nonna, e un’altra vicina di casa. Del resto la televisione quasi ogni giorno racconta, senza marchiare tali notizie con biasimo e sdegno, che, al fine di snidare alcuni presunti rifugiati pronti a delinquere, vengono bombardate comunità di civili con centinaia di donne e bambini.
In un articolo mio di “la Repubblica” del 27 dicembre 1997 (p. II) viceversa utilizzai il "relativismo" erodoteo per incoraggiare i lettori a diventare ciascuno se stesso:"Erodoto insegna il relativismo delle culture e racconta di popoli che compiangono i nati mentre si felicitano con i parenti dei morti, e di altre genti che praticano usanze ancora più strane e lontane da quelle greche. Eppure lo storico non infligge condanne, ossia riconosce a ogni nazione, e di conseguenza a ogni individuo, il diritto di usare costumi suoi. Queste storie antiche, se vengono attualizzate e personalizzate, possono diventare uno strumento critico contro l'omologazione e l'annullamento delle identità personali cui spinge la pubblicità tutta, talora perfino la scuola, con la pressione della norma che vuole negare i caratteri individuali schiacciandoli in una poltiglia informe".
“Dimostrano di avere scarsa cultura i viaggiatori che si fanno beffe dei costumi e dei valori dei popoli che li ospitano”[5].
Bologna 16 dicembre 2024 ore 11, 28 giovanni ghiselli
p. s.
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[1] L'uomo senza qualità, p. 14.
[2]G. Steiner, Dopo Babele , p. 69.
[3] Ce la insegnano Erodoto e Cornelio Nepote, per esempio. Erodoto denuncia la follia intollerante di Cambise il quale molto matto era Cambise (" ejmavnh megavlw" oJ Kambuvsh""( III 38) in quanto bruciava le immagini dei santuari e scherniva religioni e costumi.
Nel Proemio al Liber de excellentibus ducibus exterarum gentium Nepote afferma che dalla sua opera si può imparare:"non eadem omnibus esse honesta atque turpia ", che non sono uguali per tutti gli atti onorevoli e turpi.
[4] Leopardi, Palinodia al marchese Gino Capponi (del 1835), vv. 19-20.
[5] T. Mann, La montagna magica, p. 299.
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