NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

Ciclo di incontri alla biblioteca «Ginzburg». Protagonisti della storia antica

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sabato 14 dicembre 2024

Il banchetto osceno in latino e in greco.

Tacito e Cassio Dione descrivono l’infame banchetto dato da Nerone ai dissoluti molti della sua Roma.

Questi storiografi descrivono  scene di orge non sante bensì profane che piacevano a Nerone e Tigellino prefetto del pretorio e maestro di mensa.

Oggi le abbuffate sono diffuse nella piccola borghesia pretenziosa durante le vacanze natalizie

Io credo che non solo queste mense neroniane contaminate da prostitute e sgualdrini siano turpi ma tutte quelle prive di cortesia, buona conversazione tra persone educate, e lontane dalla frugalità che alla feccia ingorda pare inamena.

Personalmente credo che mangiare molto e muoversi poco sia u[bri~.

Mangiare anche poco senza avere fame è un grave peccato contro se stessi

Ma rivediamo la descrizione della folla di pervertiti invitata al cenone neroniano nell’anno 64. Già la parola cenone dovrebbe suscitare il vomito.

 

Le tavole erano collocate su una zattera  rimorchiata da navi i cui rematori exolēti,  per aetates et scientiam libidinum componebantur, (Tacito, Annales, XV, 37) erano dei dissoluti disposti secondo l’età e l’esperienza delle libidini.

Tigellino (eJstiavtwr, Cassio Dione,  62, 15), supervisore del banchetto, aveva procurato uccelli strani e anche pesci dell’Oceano.

Crepidinibus stagni, sulle rive del laghetto, lupanaria adstabant inlustribus feminis completa, c’erano bordelli gremiti di donne nobili, et contra (sull’altra sponda dello stagnum) scorta visebantur nudis corporibus, puttane si vedevano con i corpi nudi.

 Centro dei festeggiamenti era lo Stagnum Agrippae, il lago artificiale costruito nel Campo Marzio da Agrippa, braccio destro, poi genero di Augusto e trisavolo materno di Nerone

  Nerone e Tigellino entravano nei lupanari (e[~ te pornei'a) e si univano senza ritegno (   janevdhn, da ajnivhmi, “lascio”) direttamente (aJplw'~, da aJplou'~, “semplice”) con tutte le donne che vi si trovavano, ce n’erano di bellissime e illustri; c’erano dou'laiv te kai; ejleuvqerai, schiave, libere,  liberte, eJtai'rai, parqevnoi, gametaiv, etère, vergini e sposate, appartenenti sia al ceto popolare sia alla razza padrona dei nobili.  Tutti bevevano e gozzovigliavano: lo schiavo amoreggiava con la padrona parovnto~ tou' despovtou, in presenza del padrone, e il gladiatore con la ragazza di buona famiglia mentre il padre li osservava ( Cassio Dione, 62, 15).

 C’era tanta confusione che molti morivano. Nerone confonde ceti, ruoli, razze e sessi. 

Viene in mente il Satyricon di Patrono, quello di fellini, e pure la Napoli di Sorrentino nel film Parthenope.

Sembrava che Nerone avesse toccato il fondo, invece si sposò con Pitagora uno di quel branco di svergognati: uni ex illo contaminatorum grege.  Indĭtum imperatori flammeum, il velo nuziale color fiamma delle spose fu messo sul capo dell’imperatore, c’erano i paraninfi, dos et genialis torus il talamo nuziale et faces nuptiales (Annales, XV, 37).

Nel 59 c’era già stato un banchetto del genere. Del resto questi festini corrotti erano ricorrenti. La capitale d’Italia del piacere era Baia, un luogo riservato alle vacanze di lusso. Faceva parte del territorio di Cuma. Il litorale era costellato di ville sul mare.

Baia, aureo lido della sacra Venere ( cf. Marziale, 11, 80).

Seneca la chiama deversorium vitiorum (Ep. 51, 1-4), albergo di vizi.

Clodia, secondo Cicerone, puttaneggiava a Baia e ovunque trescando perfino con il proprio fratello minore (Pro Caelio, 35), Clodio il tribuno della plebe che poi verrà ucciso da Milone, difeso da Cicerone.

La gens Claudia era famigerata da diverse generazioni perché parteggiava per la plebe fino a cambiarsi il nome gentilizio nel plebeo Clodia.  

Clodia, la Lesbia di Catullo, aveva accusato Celio di furto e veneficio e Cicerone nel 56 lo fece assolvere. Un altro tribuno della plebe, Marco Antonio divenuto triumviro gli farà pagare tutto nel 43.

 

Nerone amava il golfo di Napoli. Nel 59  fece avvelenare la zia Domizia per impadronirsi, tra l’altro della sua villa di Baia.

Gerolamo Cardano nega questo delitto ( Elogio di Nerone, p. 83).

 

 Bologna 14 dicembre  2024 ore 10, 25 giovanni ghiselli

 

Ricordo che lunedì 16 dicembre dalle 17 alle 18, 30 terrò una conferenza su Nerone nella biblioteca Ginzburg di Bologna- Via Genova 10 - 40139 Bologna 

tel. 051/466307 

 

 

Questo è  il link per seguirla da lontano .

 

https://meet.google.com/fxm-jbrp-pjp

 

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