sabato 3 agosto 2024

Ifigenia CLV. “in sul paese ch’Adige e Po riga…


 

Mia sorella mi domandò subito come andasse la nostra commedia ambientata nella scuola.

“L’abbiamo finita e la rappresenteremo presto”, rispose.

“Ci sarebbe una piccola parte anche bper me?”, chiese Margherita forse per scherzo.

Ma la sgarbata che avevo portato con me , mosse l’indice della mano destra per segnalare un “NO!” evidentissimo.

“In sul paese ch’Adige e Po riga

Solea valore e cortesia trovarsi” dissi, poi mormorai

“prima che costei mi desse briga”.

Ero schifato.

Quindi mi rivolsi a mia sorella: “mi sentirei onorato vedendoti interpretare un lavoro mio”.

Finalmente ci mettemmo a tavola. Ifigenia si comportò da nemica, non certo cavalleresca, anzi triviale, per tutto il tempo: non faceva domande e a chi gliene poneva rispondeva a monosillabi. Questo non le bastava: ogni tanto accostava la sua bocca al mio orecchio che la aborriva e diceva: “Andiamo via, non ce la faccio più”.

Mi impediva di ascoltare quando dicevano gli altri e di prendere parte alla conversazione. A un certo punto mi chiese di accompagnarla fuori perché in mezzo a tale masnada non poteva resistere. La assecondai, sebbene pieno di odio pieno e ribrezzo. Non rispettava nessuno, me per primo.

Quando fummo sulla strada ghiacciata mi aggredì con la pretesa che la portassi via da quel posto infernale, immediatamente, senza salutare nessuno.

“Dove vorresti che ti portassi?”

“A Milano, in una discoteca, comunque in luogo pubblico lontano da  questi quattro gatti meschini”.

Alzai gli occhi al cielo stellato chiedendo a Dio, chiunque egli fosse di darmi la forza di non fare una scenata, quindi le risposi con calma che se voleva poteva andarsene via da sola: nessuno avrebbe sentito la sua mancanza. Un locale aperto l’avrebbe trovato anche lì a Bratto, magari anche una compagnia confacente ai suoi gusti da vera aristocrate. Io sarei tornato da mia sorella e i suoi amici

“Da quei borghesi insopportabili?” Osò ribattere.

“Sì, a me non hanno fatto del male. Tu, onestissima signora, vai pure a cercare dove vuoi i gentiluomini e gli artisti della tua levatura”, conclusi.

Poi le girai le spalle e mi avviai verso la casa illuminata.

“Spero che se ne vada davvero-pensavo- e che si innamori di una canaglia della sua risma, magari un giapponese in cerca di una moglie italiana, in modo che finisca dall’altra parte del mondo e che non la veda mai più”.

Ma quella in seguito alla mia reazione aveva capito che doveva recitare tutt’altra commedia, perciò mi rivolse uno sguardo ammansito, disse: “io ti amo tanto, sai?” e si diede a seguirmi  docile e pedissequa mentre rientravo nella casa che aveva tanto villanamente deprecato.

Pesaro 3 agosto 2024 ore 18, 30 giovanni ghiselli

p. s

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Imprese davvero olimpiche

 

Magnifica vittoria del ciclista Remco Evenepoel oggi all’Olimpiade parigina. Non ha avuto nessun agonista capace di tenergli testa e ha dato spettacolo compiendo un’impresa solitaria. Come ha fatto Pogačar quest’anno al Giro e al Tour. Questi giovani sono dei modelli per me, un vecchio oramai ottuagenario che parla in pubblico e scrive nel blog.

 Come tali campioni di razza, anche io mi sento in dovere di dare spettacolo a chi mi ascolta e mi legge. Un ottimo spettacolo di impegno, di scelta delle parole, di conoscenza della vita e della letteratura.

Da ragazzo, fin da bambino, era molto bravo in bicicletta. Battevo i coetanei e i ventenni in salita e a cronometro.

 Da adulto vincevo anche nella corsa.

Ieri ho visto la gara dei 5000 metri femminile. Era la mia distanza. Ma a cimentarmi correndo ho iniziato tardi, a Debrecen per fare bella figura con le compagne e amiche borsiste.

Ebbene nel campo sportivo dell’Università, nel 1980 a 36 anni, vinsi una gara di 1500 metri contro degli studenti ventenni.

L’ ho raccontata in un capitolo precedente, il CXXXI.

A 42 anni raggiunsi il mio record nei 5000 metri: 18, 25 secondi.

La ragazza medaglia d’oro della gara olimpica dei 5000, ieri ci ha messo 14, 57; l’ultima arrivata 16, 19.

Giovanissime donne che non fanno altro nella vita.

Ho pensato che oure nella corsa avevo un certo talento.

Vado ancora egregiamente in bicicletta e corro discretamente, ma il massimo dell’impegno e del talento da alcuni anni lo metto nello studiare, nel pensare, nel parlare e  nello scrivere. Siete tanti voi che mi leggete in tante parti del mondo e voglio e devo dare spettacolo per interessarvi. Saluti e baci. Vostro gianni

  

 

 

 

 

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