all’ACCADEMIA DEI CONCORDI POLESANI
La borghesia secondo Pasolini
“io per borghesia non intendo tanto una classe sociale quanto una vera e propria malattia. Una malattia molto contagiosa: tanto è vero che essa ha contagiato quasi tutti coloro che la combattono: dagli operai settentrionali, agli operai immigrati dal Sud, ai borghesi all’opposizione, ai “soli” (come son io). Il borghese - diciamolo spiritosamente – è un vampiro, che non sta in pace finché non morde sul collo la sua vittima per il puro, semplice e naturale gusto di vederla diventar pallida, triste, brutta, devitalizzata, contorta, corrotta, inquieta, piena di senso di colpa, calcolatrice, aggressiva, terroristica, come lui”.[1]
“Nessuna opera, di narrativa, di poesia, di filosofia che conti può conciliarsi ideologicamente - per la contradizion che nol consente - con il lettore medio borghese: ogni opera di poesia è fondamentalmente innovativa, e quindi scandalosa. E il borghese teme soprattutto, come la peste, l’innovazione e lo scandalo: egli è conservatore quando non è reazionario. La poesia lo contraddice alle radici”[2].
Alberto Sordi e Anna Magnani
“ La bontà: ecco quello che manca totalmente in Sordi (…) Alla comicità di Alberto Sordi ridiamo solo noi: perché solo noi conosciamo il nostro pollo. Ridiamo, e usciamo dal cinema vergognandoci di aver riso, perché abbiamo riso sulla nostra viltà, sul nostro qualunquismo, sul nostro infantilismo. Sappiamo che Sordi è in realtà un prodotto non del popolo (come la vera Magnani) ma della piccola borghesia, o di quegli strati popolari non operai, come se ne trovano specialmente nelle aree depresse, che sono sotto l’influenza ideologica della piccola borghesia”[3].
“Il Cristo del film, lo studente spagnolo Enrique Irazoqui, ha lo stesso volto bello e fiero, umano e distaccato, dei Cristi dipinti da El Greco” LXXXVII
Film Edipo re di Pasolini
“Edipo è il più autobiografico dei miei film. Il bambino del prologo sono io, suo padre è mio padre, ufficiale di fanteria, e la madre, una maestra, è mia madre” LXXXVII
Film Medea di Pasolini
“mescolanza un po’ mostruosa di un racconto filosofico e di un intrigo d’amore, urto drammatico tra un vecchio mondo religioso e un nuovo mondo laico” (CXXV). Poggia su un fondamento teorico di storia delle religioni: Mircea Elide, Frazer, Lèvy-Bruhl.
Film Decameron di Pasolini.
“ Ho fatto questi film per opporre al presente consumistico un passato recentissimo dove il corpo umano e i rapporti umani erano ancora reali, benché arcaici, benché rozzi, però tuttavia erano reali, e opponevano questa realtà all’irrealtà della civiltà consumistica” (CXXV).
La scuola.
Sentiamo Pasolini su che cosa è un maestro. Non è un travet, non è solo un professore, sia pure universitario. “Longhi era sguainato come una spada. Parlava come nessuno parlava. Il suo lessico era una completa novità”. Il grande maestro “si poneva come alternativa alla realtà fino a quel momento conosciuta”[4].
Cfr. “Non veni pacem mittere sed gladium” N. T. Matteo, X, 34,
Consumismo e conformismo
I poteri più forti sono quello dei consumi imposto da una concezione edonistica della vita: “le cose si sono aggravate dal ’68 in poi. Perché da una parte il conformismo, diciamo così, ufficiale, nazionale, quello del “sistema”, è divenuto infinitamente più conformistico dal momento che il potere è divenuto un potere consumistico, quindi infinitamente più efficace-nell’imporre la propria volontà- che qualsiasi altro potere al mondo. La persuasione a seguire una concezione “edonistica” della vita (e quindi a essere dei bravi consumisti) ridicolizza ogni precedente sforzo autoritario di persuasione: per esempio quello di seguire una concezione religiosa o moralistica della vita”[5].
Breve commento
Da qualche tempo però questo potere consumistico è entrato in contraddizione con se stesso. Una contraddizione che non gli consentirà di comandare ancora a lungo. I consumi sono già calati e ridotti di molto dati gli stipendi risicati degli ultimi anni e il loro potere d’acquisto calato. Le sanzioni imposte per danneggiare i Russi danneggeranno ancora più gli Italiani, gran parte della popolazione italiana che infatti è in gran parte contraria a queste sanzioni e non ne può più della guerra.
L’ “uomo medio richiede ancora il “capro espiatorio”, sente cioè il bisogno del linciaggio. Le vittime da linciare continuano a venire regolarmente cercate tra i “diversi””: siamo ancora, in altre parole, nel pieno della civiltà himmleriana. I lager aspettano il “diverso” (criminale, omosessuale, povero o meridionale: queste sono le attribuzioni della vittima da linciare regolarmente cercata) si configura come “mostro” ( Pasolini, Il caos, p. 169)
Il diverso è stato via via il comunista, l’omosessuale, il meridionale.
Ora è il pacifista
Dio , Patria, Famiglia
“Questa Patria, questa Famiglia, questo Dio sono dei pretesti per perpetuare una società ingiusta: sono criminali ipocrisie” (Le belle bandiere, p. 174)
Ha scelto l’attore Franco Citti . “Certi critici mi rimproverano di non avere fatto di Edipo un eroe intellettuale : ma è proprio questo che volevo, e che Franco non poteva essere. Perché un intellettuale, per sua natura, sa già, invece Edipo non conosce la verità, e la scopre solo poco a poco (….) E’ la storia di un uomo destinato all’azione, a fare delle cose, non a conoscerle e capirle. Ho quindi scelto un innocente, un uomo semplice”.
Edipo invero è un intellettuale confutato e smontato da Sofocle
Il vello d’oro in Medea
Pasolini nel suo film usa la parola “pelle” invece di “vello” (devra~ in greco, Medea di Euripide, v. 5)
Pelia dice al nipote: “Esiste un segno della perennità del potere e dell’ordine, questo segno è la pelle d’oro di un caprone divino, essa si trova in una terra lontana, oltre il mare, dove nessuno è mai stato. Se tu porterai nella nostra città quella pelle d’oro io te lo restituirò, il tuo regno”[6].
Ora questo segno è dato dalla guerra e la pelle d’oro è la nostra povera pelle umana (p. 26)
Bologna 5 ottobre 2022- ore 8, 44
giovanni ghiselli
p.s
Ero all’ACCADEMIA DEI CONCORDI POLESANI
Spero di non averli scandalizzati. Del resto lo studioso cerca sempre di utilizzare le sue ricerche per impiegarle con metodo critico nei confronti dell’attualità. Se si limitasse a raccontarla sarebbe un funzionario del momento.
[1] P- P. Pasolini, Il caos, p. 39.
[2] P. P. Pasolini, Le belle bandiere, p. 128,
[3] Pasolini, I film degli altri, p. 29
[4] P. P. Pasolini, Saggi sulla letteratura e sull’arte, p. 2594
[5] P. P. Pasolini, Lettere Luterane, p. 21.
La borghesia secondo Pasolini
“io per borghesia non intendo tanto una classe sociale quanto una vera e propria malattia. Una malattia molto contagiosa: tanto è vero che essa ha contagiato quasi tutti coloro che la combattono: dagli operai settentrionali, agli operai immigrati dal Sud, ai borghesi all’opposizione, ai “soli” (come son io). Il borghese - diciamolo spiritosamente – è un vampiro, che non sta in pace finché non morde sul collo la sua vittima per il puro, semplice e naturale gusto di vederla diventar pallida, triste, brutta, devitalizzata, contorta, corrotta, inquieta, piena di senso di colpa, calcolatrice, aggressiva, terroristica, come lui”.[1]
“Nessuna opera, di narrativa, di poesia, di filosofia che conti può conciliarsi ideologicamente - per la contradizion che nol consente - con il lettore medio borghese: ogni opera di poesia è fondamentalmente innovativa, e quindi scandalosa. E il borghese teme soprattutto, come la peste, l’innovazione e lo scandalo: egli è conservatore quando non è reazionario. La poesia lo contraddice alle radici”[2].
Alberto Sordi e Anna Magnani
“ La bontà: ecco quello che manca totalmente in Sordi (…) Alla comicità di Alberto Sordi ridiamo solo noi: perché solo noi conosciamo il nostro pollo. Ridiamo, e usciamo dal cinema vergognandoci di aver riso, perché abbiamo riso sulla nostra viltà, sul nostro qualunquismo, sul nostro infantilismo. Sappiamo che Sordi è in realtà un prodotto non del popolo (come la vera Magnani) ma della piccola borghesia, o di quegli strati popolari non operai, come se ne trovano specialmente nelle aree depresse, che sono sotto l’influenza ideologica della piccola borghesia”[3].
“Il Cristo del film, lo studente spagnolo Enrique Irazoqui, ha lo stesso volto bello e fiero, umano e distaccato, dei Cristi dipinti da El Greco” LXXXVII
Film Edipo re di Pasolini
“Edipo è il più autobiografico dei miei film. Il bambino del prologo sono io, suo padre è mio padre, ufficiale di fanteria, e la madre, una maestra, è mia madre” LXXXVII
Film Medea di Pasolini
“mescolanza un po’ mostruosa di un racconto filosofico e di un intrigo d’amore, urto drammatico tra un vecchio mondo religioso e un nuovo mondo laico” (CXXV). Poggia su un fondamento teorico di storia delle religioni: Mircea Elide, Frazer, Lèvy-Bruhl.
Film Decameron di Pasolini.
“ Ho fatto questi film per opporre al presente consumistico un passato recentissimo dove il corpo umano e i rapporti umani erano ancora reali, benché arcaici, benché rozzi, però tuttavia erano reali, e opponevano questa realtà all’irrealtà della civiltà consumistica” (CXXV).
La scuola.
Sentiamo Pasolini su che cosa è un maestro. Non è un travet, non è solo un professore, sia pure universitario. “Longhi era sguainato come una spada. Parlava come nessuno parlava. Il suo lessico era una completa novità”. Il grande maestro “si poneva come alternativa alla realtà fino a quel momento conosciuta”[4].
Cfr. “Non veni pacem mittere sed gladium” N. T. Matteo, X, 34,
Consumismo e conformismo
I poteri più forti sono quello dei consumi imposto da una concezione edonistica della vita: “le cose si sono aggravate dal ’68 in poi. Perché da una parte il conformismo, diciamo così, ufficiale, nazionale, quello del “sistema”, è divenuto infinitamente più conformistico dal momento che il potere è divenuto un potere consumistico, quindi infinitamente più efficace-nell’imporre la propria volontà- che qualsiasi altro potere al mondo. La persuasione a seguire una concezione “edonistica” della vita (e quindi a essere dei bravi consumisti) ridicolizza ogni precedente sforzo autoritario di persuasione: per esempio quello di seguire una concezione religiosa o moralistica della vita”[5].
Breve commento
Da qualche tempo però questo potere consumistico è entrato in contraddizione con se stesso. Una contraddizione che non gli consentirà di comandare ancora a lungo. I consumi sono già calati e ridotti di molto dati gli stipendi risicati degli ultimi anni e il loro potere d’acquisto calato. Le sanzioni imposte per danneggiare i Russi danneggeranno ancora più gli Italiani, gran parte della popolazione italiana che infatti è in gran parte contraria a queste sanzioni e non ne può più della guerra.
L’ “uomo medio richiede ancora il “capro espiatorio”, sente cioè il bisogno del linciaggio. Le vittime da linciare continuano a venire regolarmente cercate tra i “diversi””: siamo ancora, in altre parole, nel pieno della civiltà himmleriana. I lager aspettano il “diverso” (criminale, omosessuale, povero o meridionale: queste sono le attribuzioni della vittima da linciare regolarmente cercata) si configura come “mostro” ( Pasolini, Il caos, p. 169)
Il diverso è stato via via il comunista, l’omosessuale, il meridionale.
Ora è il pacifista
Dio , Patria, Famiglia
“Questa Patria, questa Famiglia, questo Dio sono dei pretesti per perpetuare una società ingiusta: sono criminali ipocrisie” (Le belle bandiere, p. 174)
Ha scelto l’attore Franco Citti . “Certi critici mi rimproverano di non avere fatto di Edipo un eroe intellettuale : ma è proprio questo che volevo, e che Franco non poteva essere. Perché un intellettuale, per sua natura, sa già, invece Edipo non conosce la verità, e la scopre solo poco a poco (….) E’ la storia di un uomo destinato all’azione, a fare delle cose, non a conoscerle e capirle. Ho quindi scelto un innocente, un uomo semplice”.
Edipo invero è un intellettuale confutato e smontato da Sofocle
Il vello d’oro in Medea
Pasolini nel suo film usa la parola “pelle” invece di “vello” (devra~ in greco, Medea di Euripide, v. 5)
Pelia dice al nipote: “Esiste un segno della perennità del potere e dell’ordine, questo segno è la pelle d’oro di un caprone divino, essa si trova in una terra lontana, oltre il mare, dove nessuno è mai stato. Se tu porterai nella nostra città quella pelle d’oro io te lo restituirò, il tuo regno”[6].
Ora questo segno è dato dalla guerra e la pelle d’oro è la nostra povera pelle umana (p. 26)
Bologna 5 ottobre 2022- ore 8, 44
giovanni ghiselli
p.s
Ero all’ACCADEMIA DEI CONCORDI POLESANI
Spero di non averli scandalizzati. Del resto lo studioso cerca sempre di utilizzare le sue ricerche per impiegarle con metodo critico nei confronti dell’attualità. Se si limitasse a raccontarla sarebbe un funzionario del momento.
[1] P- P. Pasolini, Il caos, p. 39.
[2] P. P. Pasolini, Le belle bandiere, p. 128,
[3] Pasolini, I film degli altri, p. 29
[4] P. P. Pasolini, Saggi sulla letteratura e sull’arte, p. 2594
[5] P. P. Pasolini, Lettere Luterane, p. 21.
[6]
P. P. Pasolini, Il vangelo secondo
Matteo, Edipo re, Medea, Dialoghi definitivi di “Medea”, scena 20., p. 546.
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