Posso confermarlo, purché ci si adoperi. La spiaggia dove si va quasi nudi, comunque scalzi, offre diverse possibilità: correre, o passeggiare e osservare le persone, la loro linea, i bambini che giocano, guardare l’innumerevole sorriso delle onde marine. O tuffarsi tra questi sorrisi e nuotare, quindi correre di nuovo e asciugarsi al sole abbronzandosi. E’ una cura di salute e di bellezza senza mettere piede nel buio polveroso e sudaticcio delle palestre che Dio me ne tenga sempre lontano.
Morten isponde coteggiando la signorina: “già…del resto devo confessare che prima mi annoiavo qualche volta; da qualche settimana invece, signorina Tony… (p. 90)
Sancta simplicitas e santa sanità adolescenziale: da quando ho compiuto sessanta anni, o forse sessantacinque mi annoio più in compagnia che da solo.
“Era arrivato l’autunno”. Segue una descrizione piuttosto realistica sebbene da noi l’autunno sia meno impietoso: “vento gagliardo, stracci di nuvole grigie e sottili…il mare torbido e sconvolto”
In effetti il mare in questi giorni cambia colore: l’Adriatico selvaggio diventa verde come i pascoli dei monti secondo il vate di Pescara.
In effetti il mare da blu diventa verdastro. O biancastro quando c’è vento a sollevare i flutti che si frangono
“Grandi ondate si avvicinavano, si inchiodavano maestosamente formando una curva verdecupa metallica e si rovesciavano con fragore sulla sabbia”.
La fine dell’estate quando ero bambino a Pesaro mi dava angoscia: mi faceva pensare alla fine di ogni cosa bella.
Nelle estati di Debrecen segnava la fine dell’amore. Allora avevo già capito che quando finisce una bella storia ne segue una più bella.
Ora trovo in me stesso le cose belle e l’amore anche nelle stagioni brutte, che imbruttiscono la natura. Il rapporto con la natura è importante ma non deve togliere interesse ai rapporti umani.
“La stagione era finita” (I Buddenbrook p. 90)
Quando finisce l’estate dell’amore finisce anche l’amore che era ambientato nella cornice estiva, nella stagione meno dolente. Finisce il caldo, terminano le giornate luminose e allegre, le cene all’aperto, l’amore sull’erba, finisce tutto quello di cui l’amore, quell’amore estivo si nutriva
“ogni tanto un gabbiano guizzava sopra il mare e mandava il suo strido di rapace”. Questi uccelli quando imperversa il vento autunnale impiegano faticosamente il remeggio delle ali quando arrancano contro vento.
Infine Morten fece un gesto come per scrollare se stesso e domandò: “Signorina Tony, presto lei partirà, vero’”
“Perché?” fece la giovane assente senza comprendere”.
Ma avevano entrambi compreso che non si sarebbero ritrovati mai più, che poteva andare solo così data la distanza socioeconomica e di abitudini frapposta tra loro
Pesaro 2 settembre 2022
giovanni ghiselli
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Ora vado al mare per acquistare colore e salute tanto mentale quanto fisica. Correrò, osserverò le persone, i gabbiani e i flutti verdastri con le creste bianche. Imparerò dell’altro
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