venerdì 11 febbraio 2022

Ancora sui morti buoni o cattivi

A proposito della “comparazione autoassolutoria” denunciata da Gad Lerner, devo scrivere due parole non autoassolutorie, ma di scusa verso i morti delle foibe che in altri tempi maledissi.

Quando non ero abbastanza maturo per non seguire i luoghi comuni dunque, dissi a una conoscente figlia di profughi istriani che gli Italiani ammazzati dai comunisti jugoslavi erano fascisti e qualche buona ragione per ucciderli probabilmente c’era.

La ragazza stava per insorgere, ma il marito che era il mio migliore amico la trattenne e anche io lasciai cadere il discorso. Stavamo cenando e non era il caso di litigare. Ebbene, in seguito mi sono pentito di tale uscita indegna di me. Oggi ne chiedo scusa a chi sentì queste parole dette da me.

Ora mi sdegna, come ho già scritto ieri, la graduatoria dei morti.

A chi volesse darmi del fascista rispondo che fascisti sono quanti caldeggiano la pena di morte. Personalmente non me la sento di ammazzare nemmeno un moscerino.

Dunque tutte le persone  ammazzate sono uccise ingiustamente e i morti non sono più né belli né brutti, né buoni né cattivi.

Quello che conta è essere buoni da vivi. Buoni significa favorire la vita, cattivi vuol dire denigrarla, umiliarla, annientarla.

Bologna 11 febbraio  2022 ore 11, 50

giovanni ghiselli

p. s.

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