Mi è tornata in mente la perorazione che chiude l’arringa del procuratore Ippolit Kirillovič nei Fratelli Karamazov di Dostoevskij: “Ricordatevi di essere nel santuario della giustizia. Ricordatevi che siete adesso i difensori della verità, i difensori della nostra sacra Russia, delle sue basi, della sua famiglia, di tutto quanto essa ha di più sacro (…) Non torturate dunque la Russia e non deludetela nelle sue speranze; la nostra trojka fatale galoppa a perdifiato e forse, chissà, verso l’abisso! E’ già un pezzo, ormai, che la Russia tende le braccia supplicando di arrestare questa corsa furiosa e sfrenata” (parte quarta, libro dodicesimo, capitolo sesto).
Nel discorso di Putin però la trojka non è la Russia con la sfrenatezza dei caratteri come quello di Mitia Karamazov, bensì i missili della Nato oramai tanto vicini a Mosca quanto i Tedeschi nei primi mesi dell’operazione Barbarossa.
Noi in Italia abbiamo tradizioni artistiche e culturali che andrebbero ricordate spesso e fatte valere davanti al mondo.
Presto ne avremo bisogno
Bologna 22 febbraio 2022 ore 16, 56
giovanni ghiselli
p. s
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