lunedì 7 febbraio 2022

Papa Francesco ieri sera.

 


 

Ieri sera, domenica 6 febbraio,  Papa Francesco ha partecipato da lontano alla trasmissione di Fazio. Ero dubitoso sull’opportunità di tale accostamento incongruo, poi invece dalle parole di Bergoglio  ho raccolto dei gioielli

Voglio condividerli con i miei lettori.

 

Il vicario e successore di Cristo ha esordito contro la guerra, il peggiore dei mali. Il male deve essere esecrato ma non può essere misconosciuto.

Le storie di alcuni popoli iniziano con dei fratricidi.

 

Quindi sia anatomizzata, maledetta la guerra ma si deve sapere che c’è sempre stata perché qui sulla terra c’è anche il male.

 

Dio è buono sempre, però è  onnipotente solo nel bene e nell’amore.

La potenza del male sta altrove e l’uomo è libero di scegliere.

Come si spiegano le sofferenze dei bambini?

Non si possono spiegare: sono un male assoluto che non ha nessuna ragione. Possiamo solo soffrire con loro, ha detto il Papa.

 

Purtroppo io ho sentito delle canaglie “giustificare” criminalmente l’uccisione di bambine e bambini: quando le madri palestinesi, per esempio se ne fanno scudo; oppure quando i piccoli dormono vicino a un deposito di armi: in questo caso è impossibile non ammazzare anche loro.  Impossibile per me è dialogare con certa gente è. Una volta mi alzai da tavola durante una cena per non ascoltare più tali parole maledette.

 

Dialogare con il male è pericoloso ha detto giustamente il Pontefice.

 

“Se le sofferenze dei bambini sono servite a completare la somma delle sofferenze necessarie per acquistare la verità, io dichiaro fin d’ora che tutta la verità presa insieme non vale quel prezzo. E perciò mi affretto a restituire il biglietto d’ingresso”. Lo scrive Dostoevskij nei Fratelli Karamazov [1].

 

Ma torniamo al Papa . Ha detto che manca l’osservare, il guardare il prossimo e il toccarlo. Rispondo che per vedere e toccare bisogna essere guardati in faccia e magari toccati da un sorriso, mentre i più adesso fissano i cellulari. Secondo me andrebbero vietati almeno a chi cammina o pedala sulle strade.

 

Bergoglio ha indicato il male dell’inquinamento, specificamente quello dato dalla plastica gettata in mare.

 

Personalmente, io che vivo solo, trovo i diversi contenitori della spazzatura che ho in casa riempiti quasi ogni giorno dalla plastica che porto dalla spesa. Eppure mangio poco.

 Andrebbero proibite le confezioni di plastica che tengono insieme cibi e bevande in grande quantità per obbligare al consumo.

Non è impossibile prendere dei provvedimenti. Ma i fautori dello spreco si limitano ad accusare il caldo che invece ci aiuta contro il virus come vediamo per la terza volta in due anni-

 

Bergoglio ha ricordato due parabole: quella del Buon Samaritano e quella del Figliol prodigo.

La prima (N. T. Luca, 10, 25-37)  racconta di un uomo aggredito e derubato dai briganti che lo derubarono e lo lasciarono semivivo sulla strada. Di lì passò un sacerdote, lo vide e passò oltre, poi un levita che lo vide e proseguì.

Per terzo  Samaritanus quidam iter facies venit secus  et videns eum misericordia motus est (10, 33), gli si avvicinò e fu spinto dalla compassione. Nel testo greco c’è un’espressione più efficace ejsplagcnivsqh, venne toccato nelle viscere-splavgcna-

Sicchè il Samaritano aiutò il semivivus- hJmiqanhv"- semimorto  in greco-

con tutti i mezzi che aveva.

 

L’altra parabola (N. T. Luca 15, 11, 32) racconta di un figlio che si fece dare la padre la parte che gli spettava , poi se ne andò in regionem longiquam et ibi dissipavit substantiam suam vivendo luxuriose (23)

Vivendo dissolutamente -ajswvtw",  in modo che era difficile salvarlo.

 

Quindi cadde nella miseria, carente perfino di cibo. Sicché decise di tornare dal padre per chiedergli perdono e aiuto. Il padre non solo lo perdonò ma lo festeggiò. Al fratello non dissipatore che se ne lamentava il loro genitore disse che si doveva fare festa poiché si era ritrovato un giovane che si era perduto “quia frater tuus hic mortuus erat et revixit, perierat et inventus est” (32)

Queste due parabole sono menzionata in un articolo di Gianfranco Ravasi nell’inserto Domenica di “IL SOLE 24 ore” di ieri mattina.

Ravasi ricorda che Dante nel Monarchia ha definito questo evangelista “scriba mansuetudinis  Christi”

Papa Francesco citando il vVngelo ha chiarito che non si deve negare il perdono a chi lo chiede.

Infine Bergoglio ha denunciato la mondanità della Chiesa, ancora peggiore del libertinaggio rinascimentale. “Il clericalismo-ha detto poi- è la perversione della Chiesa”.

Infine la stoccata che ho apprezzato molto. Aveva ricordato alcuni suoi predecessori santificati e tra le ultime parole ha detto: “io non sono un santo come loro”. Non vivo nei grandi palazzi della solitudine , non sono un triste anacoreta, mi piace l’umorismo che fa relativizzare le cose.

 

Io assimilo questo, arbitrariamente, ossia secondo i miei gusti, allo stile aristocratico della neglegentia.

 

Lunga vita dunque a quest’uomo che sa di essere un uomo e sa esserlo compiutamente

 

Bologna 7 febbraio 2022 ore 12, 10

Giovanni ghiselli

p. s

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[1] F. Dostoevkij, I fratelli Karamazov, p. 318. E’ Ivan che parla

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