Fare un olocausto significa bruciare completamente una vittima per onorare una potenza malvagia.
Ne sono stati eseguiti già troppi durante il mattatoio della storia.
Anche ieri sono morti due operaio sul lavoro. Sono oramai migliaia da quando ne danno notizia. Non so quanti: non li ho contati perché una sola vita spezzata dal sadismo o dall’incuria o dall’indifferenza è già un’enormità di male. E’ un peccato per cui non c’è remissione.
Cito a questo proposito Eschilo,:"tiv ga;r luvtron pesovnto" ai{mato" pevdoi;", quale espiazione del sangue caduto al suolo? Coefore , 48. E’ una domanda retorica del coro delle portatici di libagioni nella parodo, il primo canto della tragedia.
Quindi Manzoni:" il sangue d'un uomo solo, sparso per mano del suo fratello, è troppo per tutti i secoli e per tutta la terra" Osservazioni sulla morale cattolica , VII.
Diversi sono i numeri dei massacri del mattatoio che è la storia umana: i nazisti che hanno fatto morire sei milioni di Ebrei e 20 milioni di Russi sono tra carnefici più spesso vituperati. Giustamente.
Io del resto considero ogni soppressione di vita umana una rogo che offende l’umanità, un olocausto fatto per onorare la potenza del male.
Vorrei che le morti sul lavoro e quelle per acqua o per gelo, o per bombe tirate sulle case venissero ricordate, deprecate e abominate perché continuano a insanguinare il nostra pianeta. E’ questo l’inquinamento più offensivo, il mivasma più deleterio.
Bologna 12 febbraio 2022 ore 9, 16
giovanni ghiselli
p. s.
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