Putin vuole incarnare nella propria persona e simboleggiare il decadere attivo dei forti. Da quando si è rotto l’equilibrio tra le superpotenze con la dissoluzione dell’Unione Sovietica, la Russia si è trovata sul piano inclinato della decadenza accettata da Gorbaciov e gradita quasi da Eltsin, seppure meno degli alcolici. Al presidente ubriacone è succeduto Putin con il culto salutista dell’ascesi fisica e mentale. Questo presidente da anni cerca di ripristinare l’impero zarista poi sovietico sotto la propria guida di uomo forte, e in questi giorni vuole faci vedere che fa sul serio.
Il pochissimo che so mi dice che se non si tornerà a una situazione di equilibrio tra i piatti della bilancia dei poteri, il mondo andrà incontro a delle catastrofi. Non serve alla pace dire che Putin è un criminale mentre la Nato è buona e santa. Lo ha fatto poco fa in televisione un commentatore deficiente. Bisogna invece indurre i contendenti alla trattativa e all’accordo che può essere simile a quello di Cuba nel 1962. Allora del resto l’equilibrio c’era. Anche quello mentale dei due capi appunto.
Credo che Putin si ritirerebbe dall’Ucraina se avesse la garanzia che questo paese si impegna a non entrare nella NATO riempiendo i propri arsenali di missili con testate atomiche puntate contro Mosca e Leningrado (sic!)
Bologna 24 febbraio 2022, ore 17, 17
giovanni ghiselli
p. s.
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