giovedì 10 febbraio 2022

Guardatevi dagli adulti scontenti di sé. Non possono essere contenti di niente altro

Egione ripete il bene facis (604), quindi enuncia con realismo un fatto che accade spesso e si è ripetuto fino a oggi: “omnes, quibus res sunt minus secundae, magis sunt nescio quomodo - suspiciosi: ad contumeliam omnia accipiunt magis; - propter suam impotentiam se semper credunt claudier” (Terenzio Adelphoe, 605-607), tutti quelli cui le cose vanno male, sono non so come, sospettosi: prendono tutto piuttosto come un’offesa; a causa della loro debolezza credono sempre di venire esclusi. “Ho sempre trovato che le coppie male assortite sono quelle più desiderose di vendicarsi: esse fanno scontare al mondo intero di non poter più andare ciascuno per conto suo” (Nietzsche, Così parlò Zarathustra, III, Di antiche tavole e nuove 24) 

Pirandello
Penso che l'amore di se stesso e quello dell'umanità non siano separabili. Nella seconda commedia della Trilogia pirandelliana del teatro nel teatro, Ciascuno a suo modo (1924), l'attrice Delia Moreno afferma: "Sapete che cosa significa "amare l'umanità"? Soltanto questo:"essere contenti di noi stessi". Quando uno è contento di se stesso "ama l'umanità" . Le altre due sono Sei personaggi in cerca di autore e Questa sera si recita a soggetto.

Sentiamo anche H. Hesse: "Se i detti del Nuovo Testamento non li consideriamo come comandamenti ma come espressione di una straordinaria, profondissima conoscenza dei misteri dell'animo umano, la cosa più saggia che sia mai stata detta, il breve compendio di tutta l'arte di vivere e di essere felici, è la frase "ama il prossimo tuo come te stesso", che del resto si trova già nell'Antico Testamento. Il prossimo lo si può amare meno di noi stessi: e allora si è l'egoista, l'arraffone, il capitalista, il borghese, e si possono accumulare quattrini e potenza ma è impossibile avere un cuore veramente lieto, e ci restano precluse le più delicate e squisite gioie dell'anima. Oppure si può amare il prossimo più di se stessi: e allora si è un povero diavolo, pieno di sensi d'inferiorità, pieno di desiderio d'amare tutto, eppure colmo di rancore e di crudeltà verso se stesso e si vive in un inferno che ci si apparecchia ogni giorno da sé. Di contro a ciò: l'equilibrio dell'amore, la possibilità di amare senza restare in debito ora in questo, ora in quello, un amore di se stessi che non ruba niente a nessuno, un amore per gli altri che però non diminuisce né violenta il nostro io! Il segreto di tutta la felicità, di tutta la beatitudine è racchiuso in quella parola. E se si vuole, la si può rigirare anche alla maniera indiana e darle il significato di: ama il prossimo tuo, perché sei tu stesso!, una traduzione cristiana del "tat twam asi ".

Cito anche Cesare Pavese : “Il brutto delle disgrazie è che avvezzano a intepretare come disgrazie anche le cose indifferenti” (Il mestiere di vivere, 24 gennaio 1938). In effetti dai successi si acquista fiducia in se stesso, dagli insuccessi si accumula disistima di sé. Non si deve mai tentare imprese per le quali non abbiamo le doti né i mezzi. Insomma i due vecchi si trovano d’accordo sul fatto che Sostrata vada confortata. 


Bologna 10 febbraio 2022 ore 18, 39 
giovanni ghiselli 

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