NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

Ciclo di incontri alla biblioteca «Ginzburg». Protagonisti della storia antica

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domenica 1 dicembre 2024

Metodologia 14, 3. L’età dell’oro.


 

L’età dell’oro: Esiodo, Virgilio (Eneide e Georgica I con il veternus) Ovidio (Metamorfosi, Ars amatoria e Medicamina faciei ) Lucrezio, Orazio (Epodi VII e XVI e Carmen saeculare) Leopardi: Storia del genere umano.

 

 

Un tovpo" mitico-storico che assume più di un aspetto è quello dell'età dell'oro[1] Esiodo, Virgilio nell'Eneide, e Ovidio nelle Metamorfosi[2] la collocano in tempi antichi, mentre lo stesso Ovidio nell' Ars amatoria e nei Medicamina  faciei  la situa nella contemporaneità. 

Nell'Ars Amatoria[3] Ovidio afferma che è proprio l'eleganza a fargli preferire l'età moderna all'antica, presunta aurea:"prisca iuvent alios, ego me nunc denique natum/gratulor: haec aetas moribus apta meis" (III, 121-122), i tempi antichi piacciano ad altri, io mi rallegro di essere nato ora, dopo tutto: questa è l'età adatta ai miei gusti, non perché, continua il Sulmonese, terre mari e monti sono stati domati dall'uomo,"sed quia cultus adest nec nostros mansit in annos/rusticitas priscis illa superstes avis " Ars, III,  127-128), ma perché c'è eleganza e non è rimasta fino ai nostri anni quella rozzezza sopravvissuta agli avi antichi.

 Un cultus  che include la cultura del corpo e dello spirito.

Nel De rerum natura di Lucrezio[4] l'età dell'oro non esiste.

Ivano Dionigi  sostiene che Lucrezio "sembra preferire" la vita dell'uomo primitivo "a quella dell'uomo civilizzato, minacciato da guerre, sazietà, inganni (V, vv. 999-1010)"[5], mentre secondo Bettini l'intento di Lucrezio è stato quello di indicare "nel lavoro un valore positivo e laico, l'unico mezzo attraverso il quale, faticosamente, l'uomo poteva elevarsi al di sopra di una condizione primitiva semiferina"[6].

Nell'Epodo XVI[7] di Orazio[8]  il luogo aureo è un altrove: isole fertili in mezzo all'Oceano e campagne felici lontane da Roma la quale si consuma nelle guerre civili e crolla per le sue stesse forze.

Nell’Epodo VII il poeta ricorda il crimine dell’uccisione fraterna (scelusque fraternae necis, v. 18) per cui scorse in terra il sangue di Remo sacer nepotibus cruor (v. 2), maledetto per i nipoti. 

Lo stesso Orazio nel Carmen saeculare[9] invece preannuncia il ritorno dell'età dell'oro a Roma, come aveva fatto Virgilio nella IV ecloga[10].

Del resto nell'età primitiva un gravis veternus paralizzava l'attività umana: Virgilio nella Georgica[11] I dà questa spiegazione della genesi dell'età moderna: Giove procurò agli uomini fatiche e angosce (curae ) in quanto  non lasciò che il suo regno restasse paralizzato in un pesante letargo"nec torpere gravi passus sua regna veterno " (v. 124). Infine il lavoro ostinato vinse tutte le difficoltà: “Labor omnia vicit-improbus” (vv. 145-146). Il compito di Virgilio nelle Georgiche in effetti è quello di celebrare il lavoro del bonus agricola.[12]

" Centrale è il concetto di veternus , una specie di pigra indolenza, un torpore che affliggeva l'umanità nell'età dell'oro, e che avrebbe indotto Giove a introdurre il lavoro nel mondo, per stimolare l'ingegno umano e rendere gli uomini attivi, vigile e intraprendenti"[13] .

Leopardi nella Storia del genere umano[14] afferma che Giove in una fase della storia del mondo, quella successiva al diluvio universale, con il quale “fu punita la protervia dei mortali”, impose gravi oneri alla nostre specie, la quale bramava "sempre e in qualunque stato l'impossibile", paradossalmente, perché non si estinguesse:"deliberò valersi di nuove arti a conservare questo misero genere: le quali furono principalmente due. L'una mescere la loro vita di mali veri; l'altra implicarla in mille negozi e fatiche, ad effetto d'intrattenere gli uomini, e divertirli quanto più si potesse dal conversare col proprio animo, o almeno col desiderio di quella loro incognita e vana felicità".

Questo argomento insomma si presta quale a essere presentato come percorso problematico e variamente rimodulabile.

 

Bologna primo dicembre 2024 ore 19, 14 giovanni ghiselli

p. s.

 Domani lunedì 2 dicembre dalle 17 terrò una conferenza su Annibale nella biblioteca  Ginzburg di Bologna. Sarà possibile seguirla anche da lontano attraverso questo link

 

Ecco il link per chi vuole seguire l'incontro su Annibale via meet.

meet.google.com/aum-bjwk-dbh

 

Claudio Caprini

Biblioteca "Natalia Ginzburg"

Settore Biblioteche e Welfare culturale | Comune di Bologna

Via Genova 10 - 40139 Bologna 

tel. 051/466307 

www.bibliotechebologna.it 



[1] Cfr. G. Ghiselli, Enea e Didone, pp. 110 sgg.

[2] Poema epico di quindici libri in esametri. Narra la storia del mondo dall'origine all'età contemporanea attraverso racconti che hanno in comune il tema della metamorfosi.  Fu composto fra l'1 e l'8 d. C

[3] L'Ars amatoria  (in distici elegiaci) costituisce una precettistica erotica in tre libri: nei primi due il poeta fa il maestro d'amore agli uomini, nel terzo alle donne. Questa raccolta a sfondo didascalico fu completata nell'1 o nel 2 d. C, come i Remedia amoris e i Medicamina faciei femineae. Ovidio, nato a Sulmona, e morto in esilio a Tomi sul Mar Nero, visse tra il 43 a. C. e il 17/18 d. C.

[4] 99? a. C.-55? a. C.

[5]Ivano Dionigi (a cura di) Lucrezio, La natura delle cose, , p. 493.

[6]M. Bettini, La letteratura latina 2 , p. 453.

[7] Del 38 a. C.

[8] 65 a. C.-8 a. C.

[9] Del 17 a. C.

[10] Del 40 a. C.

[11] Le quattro Georgiche costituiscono un poema didascalico sull'agricoltura. Furono composte tra il 37 e il 30 a. C.

[12] “Il protagonista delle Georgiche-il paziente, tenace agricola  capace di coronare la sua fatica con il successo-è anche un carattere non privo di ombre, e richiede, anche lui, della vittime” . Tradotto dall’inglese di Gian Biagio Conte, Aristaeus, Orpheus, and the Georgics: Once Again , in Poets And Critics Read Vergil, Yale University Press., n. 30, p. 205. Tale è Aristeo, e non farà meno vittime il “pio”Enea.

[13]M. Bettini,  La letteratura latina, 2, p. 453.

[14] Del 1824.

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