NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

Ciclo di incontri alla biblioteca «Ginzburg». Protagonisti della storia antica

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mercoledì 23 ottobre 2024

Ifigenia CCXVII Il primo maggio. La Futa, il veleno pubblicitario e alcuni versi dell’Antigone di Sofocle come antidoto.


 

 

Il primo maggio andammo a Firenze per cambiare aria e vedere i

bronzi di Riace. Quando arrivammo però la sala dell'esposizione

era già chiusa. Ci eravamo attardati per strada, stupidamente.

Durante il viaggioIfigenia parlò poco: disse che le donne generalmente vengono considerate esseri inferiori dai maschi poiché questi per tutta la

vita ammirano il padre e lo imitano quale modello supremo, anche

quando è un paradigma di stupidità.

Mi venne in mente"Floscio padre di famiglia "1.

Anzi, i pochi uomini liberi e capaci di pensare con la propria

testa, continuò la ragazza, sono quelli cresciuti senza l'ombra cupa

e opprimente della figura paterna: Leonardo, Mosé, Romolo, Ciro e altri del genere. L'eroe spesso è un ragazzo sopravvissuto alla malevolenza di un consanguineo adulto. Questa fu l'unica osservazione, se vogliamo interessante, sebbene già sentita da Freud, comunque proprio la sola che

 fece nell'intera giornata.

Tanto che la sera pensai:"costei sciocca del tutto non è, peò  è un’ ingenerosa integrale".

A Firenze non disse parola, e lungo la via del ritorno, su e giù per

la ripida Futa, leggeva le parole scritte nei cartelloni pubblicitari

piantati sui margini fioriti della strada tortuosa. Parlava con voce

affettata. Oramai non voleva più apparire diversa da quella che

era: una guitta pubblicitaria. Per non riceverne troppo dolore, decisi di sganciarmi da quella situazione penosa fissando l'attenzione su qualche cosa

di bello, di interessante, di lontano da lei. Mi vennero in mente alcuni versi dell'Antigone che stavo ritraducendo e commentando. Avrebbe potuto utilizzarli.

Era un altro compito che mi ero fatto assegnare: mi aveva

motivato con una lusinga, dicendo che  io soltanto sapevo tradurre i

tragici greci in maniera da renderli vivi e recitabili.

Quel pomeriggio però la ragazza gracchiava, ignara dell'eroica fanciulla

di Sofocle. Continuava ad assordarmi con ripetute letture enfatiche

di scritte come"bevete Coca Cola "  e altre schifezze del genere.

Se almeno l’avesse confutata con “Ottima è l’acqua” di Pindaro, me ne sarei consolato.

Per difendermi, utilizzavo alcuni versi del mio autore che lì per lì

mi aiutava a isolarmi dall'istriona strepitante nel vuoto, e mi

incoraggiava a intraprendere la via della solitudine per scrivere

questo romanzo. Lettore, voglio proporre anche a te alcuni versi

di Sofocle, siccome penso che costituiscano un antidoto al

veleno della pubblicità sempre presente nella vita di tutti, e

assimilati, possano diventare una forza capace di aiutare la tua

parte migliore.

 I versi 29 e 30 dunque dicono:

"lasciarlo senza lacrime, senza sepolcro, dolce tesoro

per gli uccelli che lo fissano in vista del piacere del pasto "2.

Come fanno gli obesi quando vedono arrivare piatti o vassoi stracolmi.

“Tali-pensavo- quali avvoltoi, sono i malevoli verso lo spirito

umano, quelli che aspettano un suo indebolimento per abolirlo e

inghiottire i cadaveri degli uomini mentalmente acciecati. Costei

mira a renderti malato e spregevole; stai attento perché se ci

riesce, dopo si sentirà giustificata del successivo annientamento

con il quale ha deciso di fartela pagare. Infatti neanche tu sei

incolpevole. Ma sei addolorato e vuoi rimediare; questa invece

vuole distruggere l'immagine e la sostanza umana che cerchi di

costruire in entrambi”.

"Dopo avere compiuto un’illegalità santa "3,

ricordai. Poi seguitai a pensare

“Quando agisco contro la stupidità, l'ipocrisia o la violenza degli uomini,

pur se questi hanno la preponderanza materiale e l'impunità

per soverchiarmi, faccio comunque qualcosa di buono ed

esemplare per l'anima dei giovani desiderosi del bene. Devo avere

il coraggio di continuare a onorare Dio e la Giustizia contro i

luoghi comuni empi dei più e lottare anche da solo: questa, che adesso

recita gli imperativi subdoli o perentori dei venditori astuti, in due

anni e mezzo mi ha isolato da tutti, e ora mi sta respingendo

lontano da sé

"Poiché è più lungo il tempo nel quale devo piacere ai morti che

ai vivi "4, continua il poeta.

 "In effetti, piacere alla gente usuale, ai presunti vivi che mi giudicano stolto e cattivo per il fatto che studio i classici, mi dedico all’educazione degli adolescenti, amo il sole, la vita e le donne, non mi interessa", pensai.

Intanto Ifigenia non si lasciava sfuggire nessuna delle scritte

che vedeva lungo la strada: le declamava tutte, stolta e beata,

credendo di recitarle con arte. Io continuavo ad amare l'eroina di Sofocle, considerandola l'antitesi della disgraziata

ragazza che pure, soltanto due anni prima aspirava alla giustizia e

alla bellezza anche lei, povera creatura.

"Hai il cuore caldo per dei cadaveri gelati "5. Sono parole di Ismene che mette in guardia la sorella dall’irrealismo dei suoi affetti..

"Sì, se costei continuerà a gelarmi l'anima comportandosi in

maniera tanto ingenerosa e abbietta, dovrò scaldarmi  scrivendo la

storia degli amori remoti e sepolti, il cui ricordo però attizza ancora la

fiamma del cuore, altrimenti ghiacciato da questa istriona , volgare mima della pubblicità che insulta il pudore".

"Ma so di essere gradita a quelli cui soprattutto bisogna che io

piaccia "6 risponde Antigone a Ismene.

."Ecco la sintesi del mio atteggiamento, anzi della mia essenza di

Uomo diverso. Anche io devo trovare il coraggio di non

frequentare i cretini, i disonesti, e la fierezza di piacere soltanto ai

buoni intelligenti, vivi o defunti che siano".

Intanto eravamo arrivati alla periferia di Bologna.

"Se pure ce la farai, ma sei innamorata dell'impossibile "7.

"Devo incontrarne una buona, generosa, leale, oppure stare solo.

Comunque basta di questa. Ce n'è stata abbastanza di commedia e

di pubblicità".

Ifigenia voleva diventare una nuova Ingrid Bergman. " Tutt'al più diverrà  una Solvi ", pensai. Era una tedescona bionda e formosa negli anni Sessanta. Diceva:"Bevi Peroni, sarò la tua birra". Ifigenia è

bruna, ma si stava avviando verso esiti altrettanto insulsi.

"totum illud formosa nego: nam nulla venustas,/ nulla in tam

magno est corpore mica salis "8

"E sì che le ho insegnato tante cose nobili, compresa la poesia di

Sofocle che sto traducendo, anche per aiutarla.

 Invece di rifletterci sopra, imparerà  a memoria la mia

traduzione. Oramai è cieca e sorda alla bellezza e all'eroismo. E

non è più colpa mia. Da novembre in avanti, sono stato

fedele e giusto con lei"9

Finamente arrivammo a casa sua dove ci separammo. Così andò il

triste primo maggio del 1981.

 

Note

1

Cfr. J. Joyce, Ulisse, trad. it. Mondadori, Milano, 1975, p. 119. Leopold Bloom

mentre fa il bagno" vedeva gli scuri riccioli arruffati del pube fluttuanti,

fluttuante chioma della corrente attorno al floscio padre di famiglia, languido

fiore che galleggia a languid floating flower".  Quinto episodio, “I lotofagi”, il  bagno.

 


2

eja'n d j a[klauton, a[tafon, oijwnoi'" gluku;n-qhsauro;n eijsorw'si pro;" cavrin

bora'"" 8Sofocle, Antigone prologo, 29-30.

3

 o{sia panourghvsas j" Antigone, prologo, v.74

4

"ejpei; pleivwn crovno"-o{n dei' m j ajrevskein toi'" kavtw tw'n ejnqavde",

Antigone, prologo,  vv.74-75.

5

"qermh;n ejpi; yucroi'si kardivan e[cei"", Antigone, prologo v.88.

7

eij kai; dunhvsh/ g j ajll j ajmhcavnwn ejra/'"", prologo, v.90. Compilando queste

note mi accorgo che dai versi citati manca il 523 quello più significativo

dell'amore umanistico di cui infatti ero carente ancora. Del resto all’epoca non avevo completato lo studio di questa tragedia

ou[toi sunevcqein, ajlla; sumfilei'n e[fun", non sono fatta per condividere l'odio, ma l'amore.

8

Catullo, 86, vv.3-4, quel "bella" nel complesso lo nego: infatti non c'è

grazia,/non c'è in un corpo tanto grande un granello di sale.

9

Cfr. Shakespeare, Giulio Cesare, III, 2:"He was my friend, faithful and just to

me", egli era mio amico, fedele e giusto verso di me.

 

Bologna  23 ottobre  2024 ore 17, 38 giovanni ghiselli

p. s.

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