In questo capitolo trascriverò gli appunti presi la notte della catastrofe. Intendo copiarli come li trovo, senza rielaborarne la forma né cucire insieme le pezze o zeppe letterarie, appoggiate tra le parole. Queste non devono nascondere, anzi magari accentuare e nobilitare il pathos doloroso che, pure reso meno tetro qua e là con l'ironia, mi costrinse comunque a iniziare questo lungo epos arrivato vicino al termine dopo parecchi anni. Nel frattempo io sono passato alla parte dei non più giovani, e la ragazza da quella dei più senz'altro, o se vogliamo dei Manes, i buoni: quale incarnazione della carne è morta da anni, ma questo lavoro conserverà qualche cosa della nostra storia antica. Forse, oltre una vicenda amorosa ricca di casi, la mia opera è riuscita a mostrare alcune immagini della dedalica terra, bella e varia come le femmine umane, che hanno per giunta l’arteria femoralis nella parte anteriore delle cosce degne di baci devoti come ebbe a dire Hans Castorp corteggiando Claudia Chauchat. Non mancheranno diversi aspetti significativi della scuola, della società, dei costumi che si andavano sconciando in quegli anni, e magari pure qualche parvenza della provvida, artistica Mente che regge l'universo e tutto porta a buon fine. Troverete le tribolate peripezie di un uomo che cerca sempre, siccome vuole capire, e di una giovane donna bramosa di fama e successo. E’ proprio per il sentimento di essere organico all’umanità all'umanità che ho messo a disposizione di tutti questa storia nella quale, credo, ognuno potrà riconoscere qualcosa di sé. Vediamo dunque i primi appunti suggeriti da un pathos doloroso contaminato con l’ironia che non lo annienta, eventualmente lo relativizza. Le citazioni invece rimandano alla letteratura europea che non deve essere dimenticata. Ecco il diario dunque chiosato con citazioni ridicole eppure tratte da opere grandi Sabato 13 giugno 1981, ore due della notte. Desdemona è precipitata a capofitto con l'attore famoso. E' andata a cena con lui, è salita in camera sua, si è sdraiata nel suo letto, l'ha abbracciato, ma non l'ha baciato. Che cosa vuol dire? Pedicavit ille eam ? 1 Con il latino evito le parolacce. Il latino è la lingua del pudore.
Il nostro rapporto effettivamente era stanco assai. Non si parlava più, non era interessante per nessuno dei due l'opinione dell'altro. L'idea di passare due giorni con lei mi metteva addosso il malumore. Non è stata colpa di nessuno: la tensione (tovno") era caduta ed è bastato un incontro con un vecchio mimo perché tutto si afflosciasse. Implodesse?, no, per carità: è una parola orribile, per giunta di moda, tra i saputelli che vogliono sembrare anche intelligenti e profondi oltre che persone di vaste letture. Questa volta non ho i rimpianti della notte del 15 marzo quando, accompagnata lei a casa, mi ritrovai solo nel mio studio che biancheggiava di luce lunare tremula sulle mani del giovane professore disperato appoggiate sul tavolo dei popri lavori incompiuto. Tutto il senso di noia e stanchezza che mi pesavano addosso, dipendevano dal rapporto malato con Ifigenia. Oramai ci affaticavamo a vicenda. Se fossimo andati ancora avanti ci saremmo uccisi con reciproghe piaghe, come Eteocle e Polinice, i figli di Edipo e Giocasta.Tutto doveva cambiare, anche nell'eventualità (remota) che dovessimo tornare insieme come prima (cfr. il Gattopardo ) o addirittura “ come prima, più di prima ti amerò la mia vita per la vita ti darò” (canzone degli anni Cinquanta: Tony Dallara?) . Non facevo più niente con gioia: nemmeno lo sport, o la scuola. Il sole, il primo fra tutti gli dei, la fiamma che nutre la vita, il santo volto di luce (Sofocle), lo annebbiavo con la mia angoscia (Kafka). Ho tagliato la striscia di cuoio legata intorno al mio collo dopo due anni e mezzo. Cappio o cordone ombelicale che mi vincolava a Ifigenia. Una volta era il laccio della gioia del bello. Cercano di estrarre quel bambino dal cunicolo. Sono le sei del mattino. La televisione trasmette sempre il salvataggio mancato di quella creatura. Ricordati giovanni ghiselli e giuralo sullo Stige: 1) Non devi ingrassare, ossia mangia poco e fai sport in tutte le stagioni. Salite italiane e greche in bicicletta, corse di 5000 metri a crono, nuotate dalla palla di Pomodoro almeno fino al Genica: il triathlon insomma. 2) Devi continuare a studiare. 3) Devi ricominciare a scrivere. Intanto questo è il monologo dell'abbandonato il 13 giugno del 1981 per un attore famoso. Le beffe della fortuna hanno accumulato in questo giorno di prima estate gli avvenimenti di una vita scoscesa. L’attore famoso di Pavese era Raf Vallone. Il Rivale mio è più famoso a onore del vero. Buon segno: diverrò scrittore più bravo e più letto di Pavese. Se non altro, non ce l'ho con le donne. Non sto soffrendo troppo: me l'aspettavo, l'avevo messo in conto. Lei non era tipo generoso e capace di amare. In un primo tempo la lusingava essere l’amante del professore bravo, lei ultima dei precari pure se bella assai, poi le facevo comodo per l'esame di recitazione. Mi usava e non voleva darmi niente in cambio. Anche il sesso faceva malvolentieri. Pensava di non ricevere una mercede adeguata. Mercede, sì mercede, misqov~, paga. Mistofori di Caria e Pezetèri 2 “L'armi qua l'armi: io solo combatterò, procomberò sol io”3. Eppure il primo anno eravamo pazzi di gioia, “sott'altra luce che l'usata errando”4 Il suo sesso era vivo nel letto, sull'erba, sulla terra, sul moscone, sulla rena, in automobile, nei cessi dei treni (La città delle donne) e dei bar. "Lugete, o Veneres Cupidinesque(…) Passer mortus est meae puellae "5 Anche il gallo è morto: non canterà più coccodì, coccodà 6. La via all'insù è durata nove mesi. Dopo l'estate colei si era intorpidita: da leggera, agile e spiritosa, era diventata bugiarda, pesante, insicura. Una bellezza fradicia di sciagure (Cfr. Edipo re, v.1396. E il commento a questa tragedia quando lo concluderai?. Una cosa alla volta: ora si va in bicicletta. Note 1 L'ha sodomizzata quel famoso? Cfr. Catullo, Carmi, 16, 1:"Pedicabo ego vos et inrumabo". 2 Mercenari e soldati. Cfr. Pascoli, Alexandros, vv. 4-6. 3 Cfr. Leopardi, Canzone all'Italia, vv. 37-38. 4 Cfr. Leopardi, Il pensiero dominante, vv. 103-104. 5 Cfr. Catullo, Carmi, 3, v. 1 e v. 3, Piangete Veneri e Amorini, è morto il passero della mia ragazza. 6 Canzone studentesca. La cantavamo a Debrecen in greco, latino, italiano e inglese.
Bologna 28 ottobre 2024 ore 15, 57 giovanni ghiselli p. s. Statistiche del blog Sempre1633470 Oggi364 Ieri209 Questo mese8698 Il mese scorso9470
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Già docente di latino e greco nei Licei Rambaldi di Imola, Minghetti e Galvani di Bologna, docente a contratto nelle università di Bologna, Bolzano-Bressanone e Urbino. Collaboratore di vari quotidiani tra cui "la Repubblica" e "il Fatto quotidiano", autore di traduzioni e commenti di classici (Edipo re, Antigone di Sofocle; Medea, Baccanti di Euripide; Omero, Storiografi greci, Satyricon) per diversi editori (Loffredo, Cappelli, Canova)
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lunedì 28 ottobre 2024
Ifigenia CXXXII. Notte del 13 giugno. Un abbozzo di scrittura basata su appunti e reminiscenze letterarie.
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