Ieri sera ho visto Parthenope di Paolo Sorrentino. Un film da vedere perché fa pensare. Parhenope nel mito era una sirena che si gettò in mare e il suo cadavere arrivò sulla costa dove poi venne fondata Neapolis. Un mito che non ho trovato nei testi antichi invero.
Veniamo al film dove il personaggio eponimo è una ragazza interpretata da Celeste Dalla Porta, una giovane attrice bella e fine, dalla profonda, affascinante espressività. Ottima attrice, di bellezza nobile e antica. Bella e sfuggente, misteriosa come uno splendido reperto archeologico. Cerca il proprio destino e sorride nell’incertezza. E’ sicura però della facoltà di affascinare, è libera e curiosa, desiderosa di conoscere e imparare anche attraverso l’amore. E’ l’incarnazione di Napoli. Nel film non manca la tragedia con un fratello della ragazza, un ragazzo suicida per amore della sorella che amoreggia con un loro amico. Un suicidio che diffonde dolore e risentimento nella famiglia facoltosa di Parthenope, ma la sua bellezza prevale su tutto, giustifica tutto. La venustà luminosa della ragazza protagonista ha un correlativo paesaggistico nel mare di Napoli e di Capri che è un deuteragonista. Viene spesso inquadrato e presentato pieno di luce che si diffonde sul mare e lo riempie di sorrisi, come fa con il volto meraviglioso di Parthenope dagli occhi pieni di vita. Non manca del resto un passaggio in un ambiente brutto sporco e cattivo della stessa città. La libertà di Parthenope la invoglia a incontri anche intimi con personaggi che la incuriosiscono pure se non sono belli né buoni. Ma la bellezza di lei appulcra quasi tutto.
Parhenope trova il suo mentore e il suo destino in un professore dell’Università di Napoli interpretato da Silvio Orlando. Questo ha un figlio deforme che pure nella mostruosità conserva qualcosa di carino e sorride a Parhenope che gli sorride. Il professore e l’allieva si conoscono, riconoscono come simili e rari, noi pochi, noi intelligenti pochi, e il docente l’aiuta ad avere una cattedra di antropologia a Trento dove la ragazza rimane per decenni e diventa Stefania Sandrelli. Arrivata alla pensione, l’anziana Parhenope torna a Napoli dove sorride osservando i festeggiamenti del terzo scudetto. Un auspicio del regista per la sua città e il suo popolo. Un bel film. Splendidissima la protagonista. Impossibile non corteggiarla. Il corteggiamento infatti è uno dei temi interessanti di questo film. Un tema a me caro.
Bologna 28 ottobre 2024 ore 10, 13 giovanni ghiselli.
p. s.
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