NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

Ciclo di incontri alla biblioteca «Ginzburg». Protagonisti della storia antica

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domenica 20 ottobre 2024

Ifigenia CCX. Non mi piace dare ordini né riceverli

Il 9 aprile fu una giornata di caldo quasi estivo. Andammo in

bicicletta a San Pietro il borgo con l’osteria delle due vecchiette

simpatiche. Ifigenia era gradevole, una grazia del cielo.

Ci stendemmo  su un prato. Disse:"Sempre così dobbiamo stare

insieme: festosi e felici, in armonia e buona salute, nell'aria aperta

e ravvivata dal sole, come due amanti pagani". Pensavamo di

avercela fatta.

Il giorno dopo aggiunse:"Farò tutto quanto tu potrai volere da me.

Devi essere fiero e contento di questa offerta poiché con gli altri

invece io estraggo quasi sempre il mio spirito di contraddizione". Mi

venne in mente Päivi che una sera remota 6 mi aveva

detto:"Facciamo quello che preferisci tu". Io non osavo decidere,

per timore che la mia scelta non le fosse del tutto gradita, e glielo

dissi.

Allora la  madre mancata di mia figlia mi biasimò:"Sbagli a

rifiutare una facoltà che ho attribuito a te solo; io agisco e reagisco

contraddicendo i luoghi  comuni  dei conformisti. Ma tu non sei tale”.

Non ho mai amato esercitare dominio sulle persone, ma ho sperimentato che una donna perde un po’ della stima riposta nell'uomo, se questo non sa usare il potere che lei gli concede sopra se stessa.

 Del resto non mi piace comandare né essere comandato. Non amo il potere.

 

Il 14 aprile chiesi a Desdemona di commentare la nostra giornata

di amore e sangue mestruale: quella de 6 giugno del 1979. Volevo provare

a  inserirla nel nostro romanzo. Scrisse:"Il sole, un

muro grigio, il sangue: l'accordo ". Troppo poco.

 

Il 15 Stefania passò da Bologna. Andava a cercare emozioni

malate da un amante: Pompeo di Crevalcore, un cretino

semianalfabeta secondo lei stessa. Faceva un caldo precoce. La

vecchia amica era stremata e più commediante che mai. Pensavo

che, se avessi perduto Ifigenia, io pure sarei diventato stanco e

vago di emozioni malsane: era il contatto giornaliero con la bella,

vivacizzante creatura a fare di me un uomo teso verso qualche

cosa di non ordinario.

Il 16, tornato a casa di notte dopo un dì passato a Pesaro per confortare la zia valetudinaria, trovai questo biglietto: "Amore mio, sono tanto felice di stare insieme a te perché tu sei una gran brava persona e con il tuo esempio, la tua educazione mi hai resa migliore. Oggi andando in bicicletta su per la

"salitaccia" ti ho sentito profondamente come il padre mio

spirituale. Mi piace molto fare delle cose con te, e questa estate

spero che andremo insieme a Delfi, a pregare per il nostro

Destino. Ti amo tanto per come tu sei, per la tua diversità

profonda e umana, che è la tua forza e la mia. Sono felice. Spero

di rivederti assai presto e nell'attesa ti bacio. Ti adoro mio amore.

La tua fedele amante amata ragazza ".

Meno di due mesi più tardi, l' istrione antico e  beffardo,

 il sarcastico guitto, il vecchio gradasso, l'avrebbe convinta che questi suoi

sentimenti e due anni e mezzo vissuti con me, valevano meno che passare un’ora con lui. Comunque a Delfi saremmo andati in agosto e avremmo pregato sull’ombelico del mondo. Devotamente. Non più per il nostro amore  bensì per la vita artistica cui volevamo assurgere ognuno a suo modo.

 

Nota

6

Eravamo nel 1974, a Debrecen. Quella sera di agosto arrivò la notizia delle dimissioni di Nixon. Noi borsisti dell’Università estiva applaudimmo.

 

Bologna  20 ottobre 2024 ore 18, 45 giovanni ghiselli

p. s.

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