domenica 13 ottobre 2024

Ifigenia CLXCI Il rimuginare. Seconda parte: il progetto di un capolavoro.


 

Quella  sera, solo davanti al televisore nella cucina sconvolta, vidi la Loren

giovane e mi sembrò simile a Ifigenia. Per tutto il

tempo del film sentii la dolorosa mancanza della compagna

precaria; quando fu finito, pregavo che mi telefonasse, come

faceva solitamente dopo uno spettacolo visto da entrambi in luoghi

diversi; infatti non mancò di chiamarmi, e mi rese felice. Le dissi

che se mi avesse dato una mano sarei divenuto il più grande

scrittore, non di tutti i tempi, poiché superare Omero, i tragici greci, i drammaturghi latino, Lucano, Petronio Dante, Machiavelli, Foscolo, Leopardi, probabilmente non era alla portata mia, e

 forse nemmeno il massimo autore del Novecento, siccome anche Joyce, Proust, Kafka, Thomas Mann sono dei giganti; ma il migliore  vivente sì

per dio, mi era possibile, e lei di conseguenza poteva diventare la

prima attrice del mondo. Ci ridemmo sopra, poi ci salutammo. Io

credevo a quanto le avevo detto sia pure con tono scherzoso,

poiché fa parte della mia autoeducazione prefissarmi mete alte,

difficili, quasi inarrivabili, e cercare di raggiungerle mettendoci tutte le

forze e moltiplicandole durante l’impresa; così andai a letto con le lacrime agli occhi pensando che leiaveva le qualità essenziali per farmi da Musa, Calliope o Melpomene 4 ispiratrice di un capolavoro che avrebbe fatto epoca e rieducato il meglio dell'umanità.

 Non sapevo che il 15 di quello stesso  mese di marzo

mi avrebbe lasciato una prima volta, e il 13 giugno una seconda, in

modo irreparabile, tanto da indurmi a considerarla perduta piuttosto che solo smarrita come due mesi prima, a chiudermi in casa e a sposare me stesso per dare alla luce questo romanzo nella solitudine immensa e spaventosa di un anno pur confortato dalle rare, preziosissime visite sue, e di un paio di altre giovani donne grazie al cielo benigno che mi voleva presente, vivo, e tenuto in forze dalla coscienza di mettere al mondo qualche cosa di bello, di utile per quanti mi avrebbero letto in futuro. Allora non potevo contare il tempo che ci sarebbe voluto per scriverlo tutto intero, poi

correggerlo, limarlo ad unguem , dargli la mano estrema. Contavo di non

scoraggiarmi e di non morire nel darlo alla luce, quando forse avrei avuto

quaranta o più anni, primiparo annoso. Oggi invero mi avvicino al compimento dell’ottantesimo anno e ancora non ho terminato il mio compito.

 

Nota

4 La prima è la Musa della poesia epica, quindi anche del romanzo che Hegel

nell'Estetica definisce "la moderna epopea borghese"(trad. it. Feltrinelli, Milano,

1978, p.1447); la seconda è l'ispiratrice dei tragediografi.

 


Pesaro 13 ottobre 2024 ore 21, 04  

p. s.

Statistiche del blog

Sempre1629169

Oggi211

Ieri274

Questo mese4397

Il mese scorso9470

 

 

 

 

Nessun commento:

Posta un commento

Ifigenia. CCI Tira e molla. Un’altra cena sul monte delle formiche. Excursus su Marisa.

  Appena arrivato a casa, per confermarmi nel proposito buono di scrivere presto tutta quanta la storia con gli antefa...